Beyond a Steel Sky – Recensione

PC PS4 PS5 Switch Xbox One Xbox Series X

Dopo più di 25 anni, Charles Cecil e Dave Gibbons tornano con Beyond a Steel Sky, per raccontarci com’è andata la loro utopia a Union City.

Sviluppatore / Publisher: Revolution Software / Microids Prezzo: 29,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile Su: PC (Steam, GOG.com) PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S, Switch Data di Lancio: Già disponibile (PC), 30 novembre (Console)

Un tempo si diceva: a volte ritornano. Ora è fuori moda. L’abbiamo imparato: tornano tutti, sempre. Che si parli degli ex, dei compagni delle medie sui social o del nostro film/cartone/gioco preferito dell’infanzia, non c’è scampo. La nostalgia è la malattia del secolo. Non è più una questione di se, ma quando.

A dirla tutta, è anche una questione di chi: c’è un’enorme differenza quando è una multinazionale a ripescare dalla tomba un brand vecchio di decine di anni per prendere all’amo i 30/40enni in cerca di sollievo dal logorio di una vita moderna, rispetto a quando gli autori originali tornano a mettere mano ai loro personaggi per raccontare un nuovo tassello della loro storia. Per fortuna nostra, e di tutti, Beyond a Steel Sky ricade appieno nel secondo caso.

LA STORIA DI BEYOND A STEEL SKY

Benché spesso dimenticato quando si parla di avventure grafiche, Beneath a Steel Sky è uno dei capisaldi del genere per molteplici motivi che possono essere sostanzialmente riassunti nella creazione e definizione di un immaginario cyberpunk. I meriti vanno riconosciuti ai suoi due ideatori: Charles Cecil, da lì a poco il creatore di Broken Sword, e Dave Gibbons, il disegnatore di Watchmen. A oltre venticinque anni di distanza, questa insolita coppia creativa si è riunita di nuovo per dare alla luce Beyond a Steel Sky, seguito spirituale e diretto della loro precedente avventura.

ROBERT FOSTER È UN PO’ INVECCHIATO, MA NON HA PERSO LO SPIRITO PER L’AVVENTURA

Il protagonista è ancora Robert Foster, che ritroviamo un po’ più invecchiato dopo la conclusione del precedente capitolo, quando aveva lasciato il suo robot Joey a governare su Union City per ritornare a vivere nella Radura. Ed è proprio lì che lo incontriamo, intento a vivere una vita pacifica fino all’arrivo di un commando paramilitare che rapisce un ragazzino del villaggio per poi sparire a bordo di un veicolo blindato. Robert decide così di seguire le orme nel deserto, ritrovandosi ovviamente alle porte di Union City. Il tempo però, nel frattempo, ha cambiato molte cose.

COSA SUCCEDE IN CITTÀ

Union City è decisamente diversa da come Robert se la ricordava. Tanto per iniziare, un tempo era la città al centro di un’avventura grafica bidimensionale in pixel art, mentre ora è uno spazio tridimensionale rappresentato attraverso un gradevole e leggero cel shading. Le meccaniche però sono sempre le stesse: al di là del cambio nel sistema di controllo, con lo spostamento tramite pad che ha sostituito il caro e vecchio punta&clicca, la necessità di risolvere puzzle attraverso l’uso di oggetti è rimasta invariata.

Beyond a Steel Sky Recensione

Union City è cambiata davvero parecchio dall’ultima volta che l’abbiamo visitata.

Tutto intorno, invece, sembra esserci qualcosa che non va. All’inizio è solo una sensazione, corroborata dalle chiacchiere con gli sparuti abitanti che si incontrano nei paraggi, tutti inquietantemente pronti a dichiararsi felici di vivere a Union City. Eppure gli indizi che puntano in una diversa direzione sono tanti, a partire dall’obbligo di farsi impiantare un chip nella mano per essere identificati e muoversi liberamente. Privo di questa libertà in quanto abitante della Radura, a Robert non resta che ingegnarsi. Dopo aver messo a frutto l’esperienza maturata in anni di avventure grafiche e aver risolto un paio di puzzle con protagonisti wurstel e volatili, Robert riesce dunque a mettere le mani su uno strumento che gli consente di caricare nel suo chip l’identità di un uomo morto nel deserto e addentrarsi in città.

IL TRAMONTO DELL’UTOPIA

Beneath a Steel Sky era un gioco che faceva una cosa rara nel panorama dei giochi: parlava della società, ne faceva una critica ed esprimeva giudizi. Col suo finale si lanciava anche in ipotesi: prendete l’affermazione con le pinze, ma in un certo senso era un piccolo trattato sociologico filtrato attraverso un videogioco.

CON BEYOND A STEEL SKY IL DUO CECIL E GIBBONS TORNA SUL LUOGO DEL DELITTO PER VERIFICARE COME LE LORO TEORIE ABBIANO RETTO ALLO SCORRERE DEL TEMPO

Con Beyond a Steel Sky il duo Cecil e Gibbons torna sul luogo del delitto per verificare come le loro teorie abbiano retto allo scorrere del tempo. Lo sguardo dei due ora è decisamente più disilluso. Avevamo lasciato Joey a capo di un’utopia, ritroviamo invece Robert a cercare di risolvere un mistero muovendosi con circospezione all’interno di una distopia: non c’è più il futuro di una volta. Il talento, invece, ha retto bene al passare degli anni. La scrittura di Cecil è ancora solida al pari dei suoi puzzle, integrati all’interno di un sistema di suggerimenti accessibili dal menu di pausa che riescono a scongiurare il ricorso al classico “prova tutto con tutto” almeno ai giocatori meno intransigenti.

Beyond a Steel Sky Recensione

Chi ha giocato l’originale troverà diversi inside joke e strizzate d’occhio.

Qualche sbavatura c’è, ad esempio nell’introduzione Robert di colpo perde d’occhio una ragazza in pieno deserto, ma nel complesso l’avventura si rivela interessante e appassionante, anche e soprattutto tenendo conto della portata delle tematiche e delle riflessioni che arriva a toccare nel suo sviluppo. Un discorso estremamente simile può essere fatto dal punto di vista artistico: la visione di Gibbons è ancora ispirata, forse un po’ troppo classica per i gusti attuali, ma caratterizzata da un’eleganza intramontabile che ben si abbina all’Unreal Engine e al cel shading.

LA RIPRODUCIBILITÀ DELL’OPERA

Il paradosso più grande di Beyond a Steel Sky è quello di risultare a tratti derivativo non tanto per demeriti propri, quanto piuttosto per il solco lasciato da Beneath a Steel Sky nell’immaginario collettivo. Uscito nel 1994, il gioco di Cecil e Gibbons ha contribuito fortemente alla definizione di un’estetica cyberpunk nel contesto videoludico che altri poi hanno assorbito e rielaborato e se dunque il loro gioco odierno ricorda in alcune cose Borderlands e in altre Bioshock è merito della silente influenza che Beneath a Steel Sky ha avuto su numerosissimi videogiochi venuti dopo. Pur privo dell’originalità del suo predecessore, Beyond a Steel Sky si è rivelato comunque un’interessante declinazione moderna dell’avventura grafica.

In Breve: Beyond a Steel Sky si trova in una situazione bizzarra, ovvero quella di risultare derivativo verso opere che a sua volta sono state ispirate dal suo predecessore. Al di là di questo corto-circuito, però, la nuova collaborazione di Cecil e Gibbons riesce a rielaborare la formula classica dell’avventura grafica declinandola in un contesto tridimensionale e in terza persona, senza snaturarla. Il resto lo fa il talento dei due autori che garantisce una scrittura solida e un comparto artistico ispirato. Il risultato finale è un titolo a tratti parecchio interessante e a tratti un po’ fuori tempo massimo.

Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: Su PS5 Beyond a Steel Sky è un bel vedere, più per merito della direzione artistica di Gibbons che per i meriti tecnici del gioco, ma quel che conta è il risultato. Qualche sbavatura c’è, tra interpolazione e piccoli bug, ma nulla che rompa il gioco.

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Pro

  • Mantiene il fascino dell’originale / L’avventura grafica funziona anche in 3D / Tocca temi e riflessioni non banali.

Contro

  • Estetica e trama oggi sono meno originali / Tecnicamente un po’ sporchino.
8

Più che buono

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