Volare tra le stelle aiuta a inquadrare tutto da una nuova prospettiva, ma soprattutto fornisce la capacità di aspettarsi l’inaspettato. È proprio con questa consapevolezza che gioca Beyond Galaxyland, stuzzicando il bimbo che è in ciascuno di noi dall’inizio alle fine del viaggio intergalattico di Doug.
Sviluppatore / Publisher: Sam Enright / United Label Prezzo: 17.99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 7 Disponibile su: PC (Steam, Epic Games Store), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S, Switch Data d’uscita: 24 settembre
Pochi minuti di introduzione bastano a insegnarti che, nell’opera di Sam “EnrightBeats” Enright, c’è sempre un’altra idea, un’altra meccanica o un’altra variazione del gameplay in agguato, pronta a stupirti. E anche se lo sai, il bello è che ogni santa volta ti frega.
EnrightBeats è un produttore di musica elettronica nonché uno sviluppatore di videogiochi di Chicago. Il suo esordio videoludico, The Greater Good, uscì nel 2018. Quattro anni dopo, come anticipato nel nostro speciale sullo Steam Next Fest, il poliedrico autore ci ripropone quella stessa essenza perfezionata e rinvigorita, impreziosita dalle intuizioni figlie dell’esperienza.
BEYOND GALAXYLAND, E CHE ZIO TI PROTEGGA
A sorprendere, nella nuova opera di Sam, non è tanto la formula in sé o la qualità del singolo ingrediente, bensì l’eccellente risultato complessivo, un frizzante tour tra mondi alieni mozzafiato che, sfruttando con maestria l’immortale magia della pixel art e l’importanza della soundtrack, ammalia come minimo un paio di sensi. Sulle prime grandi certezze sul gameplay non ve ne sono, tocca dimostrarsi flessibili perché non si ha subito ben chiaro dove voglia andare a parare il gioco: avventura? Platform? Puzzle? GDR a turni old school in 2.5D? Be’ sì, c’è tutto questo ma anche altro in Beyond Galaxyland, come la meccanica Pokémon style e la bozza di crafting. Ma perché incaponirsi a voler catalogare a tutti i costi un gioco così? A lui importa soltanto di farti vivere le gesta di Doug, mentre ti rammenta che alcuni videogiochi fanno bene all’anima. Lasciarlo esprimere è l’unica cosa da fare.
Meglio godersi ogni attimo lasciando che la storia faccia il suo corso, tra l’altro con tanto di traduzione in italiano che aiuta a gustarsi fino in fondo le vicende, i dialoghi e le battute. Difficile non scivolare su qualche spoiler, in Beyond Galaxyland il racconto è praticamente tutto ma ci provo: Doug scampa alla Fine – una misteriosa forza che sta prendendo possesso della Terra – per ritrovarsi suo malgrado su Neo, il pianeta-capitale di Galaxyland, un insieme di mondi gestito dalla più grande mega corporazione dell’universo, la DreamCore guidata dalla Regina Zero.
Difficile non scivolare su qualche spoiler, in Beyond Galaxyland il racconto è praticamente tutto
C’ERA UNA VOLTA, IN UNA GALASSIA LONTANA LONTANA
Il canovaccio è un groviglio di emozioni in cui si intrecciano umorismo, amicizia, nostalgia, perdita, riflessioni al chiaro di luna, nobili intenzioni e deprecabili azioni, tuttavia tocca a te scoprire di cos’altro parla. Ti racconto invece come si svolge il gioco, senti qui. Innanzitutto è un’avventura in 2.5D, ovvero con la possibilità, in punti prestabiliti, di passare dal primo piano allo sfondo e viceversa. Non si tratta di un semplice espediente tecnico per dare l’illusione della tridimensionalità, bada bene: è parte integrante dell’esplorazione.
Doug può saltare ed effettuare un doppio salto, abilità utile per superare agilmente le sezioni platform (niente di particolarmente ostico). Dico Doug ma potrei dire Boom Boom o uno qualsiasi dei tre membri che formano il nostro party giacché è possibile switchare liberamente tra loro, un’altra feature che prevede implicazioni lato gameplay. Boom Boom, ad esempio, è dotato di una pistola con cui può attivare congegni dalla distanza, a differenza di Doug che ha una spada.
ogni pianeta/luogo visitabile è caratterizzato dai suoi puzzle, ha le sue caratteristiche e le sue sfide, oltre ovviamente a delle missioni e degli abitanti unici
In materia di combattimenti, Beyond Galaxyland s’ispira ai JRPG a turni del passato rivisitandone la ricetta. Come accadeva nei grandi classici (penso a Chrono Trigger, ma pensa pure a chi preferisci), quando inciampi in un nemico la schermata cambia, catapultandoti sul campo di battaglia con il party e i nemici a fronteggiarsi. Anche qui si scorgono screziature peculiari, le quali donano una certa verve ai dinamici scontri a turni. A ciascun personaggio vengono assegnati dei Punti Turno a ogni turno, i quali stabiliscono quante volte può colpire con gli attacchi base. Colpendo un nemico si ottiene un Punto Abilità (PA), mancandolo invece se ne perdono due. Accumulando abbastanza PA si possono scatenare le skill dei personaggi, tuttavia non finisce qui: bisogna anche parare in tempo reale e soprattutto farlo col giusto tempismo, giacché una parata corretta diminuisce i danni subiti mentre una errata fa perdere due PA. A tutto questo s’aggiunge la feature in stile Pokémon, ovvero la possibilità di catturare i nemici in cui ci si imbatte – anche alcuni boss! – e riutilizzarli sottoforma di Evocazioni, in sostanza degli incantesimi che utilizzano i Punti Evocazione.
UN TOUR D’EMOZIONI BALSAMICO
Mi risulta difficile racchiudere in poche righe tutto ciò che mi ha regalato Beyond Galaxyland nella decina di ore in cui mi ha tenuto impegnato. Ho incontrato così tanti personaggi pazzeschi, ho vissuto così tante avventure ai limiti della galassia da non riuscire a rammentarle tutte. Ricordo la sorpresa continua per le molte novità del gameplay, così come le sensazioni e le emozioni che, a ripensarci, ancora mi scaldano il cuore. Che poi sono l’unica cosa a cui puoi aggrapparti quando ti ritrovi a vagar tra le stelle nel freddo cosmico, a pochi passi dalla fine di un viaggio oltre cui si staglia la modalità New Game Plus.
Volendo, puoi semplicemente ricaricare l’ultimo salvataggio prima di [OMISSIS] e dedicarti ai discorsi lasciati in sospeso. Una volta in orbita, infatti, sei libero di gironzolare per i vari sistemi solari ed esplorarne i pianeti nell’ordine che preferisci. Per quanto mi riguarda, ciò rappresenta un rimpianto: siccome fremevo dalla voglia di scoprire la fine della storia, non ho visitato ogni singolo mondo a disposizione e so per certo che mi sono perso diversi contenuti, compagni di viaggio, manufatti o armi da equipaggiare e chissà cos’altro. Tu non fare il mio stesso errore, ok? Prenditela comoda. Non avere fretta di passare al prossimo titolo. Dedica tutto il tempo che puoi al piccolo grande gioco di EnrightBeats, lasciandoti rapire dolcemente dalle improbabili, esotiche e divertenti (dis)avventure di Doug, Boom Boom, MartyBot e gli altri bizzarri personaggi. Ci sono videogiochi che fanno bene all’anima e Beyond Galaxyland è tra questi.
In Breve: Beyond Galaxyland ti sorprende dall’inizio alla fine, è brillante e pieno di idee ben amalgamate tra loro. Il comparto audiovisivo svolge clamorosamente bene il suo compito, raramente ho avvertito così spesso la voglia di fermarmi per scattare uno screenshot o ascoltare la OST di un gioco. Le varie anime – JRPG, platform, puzzle, collezione di creature, crafting, sistema di progressione – non sono particolarmente profonde prese singolarmente, ma messe insieme riescono, come per magia, a dare vita a un’esperienza avvolgente, convincente, dagli equilibri delicati ma indovinati. Ben presto diventa complicato staccarsi anche perché, un pianeta alla volta, finisci per affezionarti ai personaggi, entrare in sintonia con Doug e fare tua quella sua aria da pesce fuor d’acqua catapultato in mondi che non gli appartengono. Se davvero c’è vita nell’universo, speriamo che sia come se la immagina EnrightBeats.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Ryzen 7 7800X3D, Radeon 7800XT Nitro+, 32 GB RAM DDR5, SSD m.2
Com’è, Come Gira: Mamma mia, che direzione artistica spettacolare. La pixel art è magistralmente sfruttata tanto coi personaggi quanto con gli scenari, non so se le immagini riescono a far percepire la meraviglia di ogni location, l’espressività e la suggestione che trasuda ovunque si volga lo sguardo. Lo stesso vale per la sensuale soundtrack, la quale sa sempre accompagnarti con le giuste melodie e il ritmo che meglio si adatta alla situazione rappresentata a schermo ma, dettaglio infinitamente ben più importante, emotiva dello spettatore. Chapeau, con tutto il cuore.