Blood Bowl 3 – Recensione

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Abbiamo aspettato una decina di giorni dall’uscita di Blood Bowl 3 per dare tempo agli sviluppatori di Cyanide di mettere qualche pezza al tormentato lancio del 23 febbraio. Qualcosa è stato fatto, ma sarà sufficiente per la fanbase?

Sviluppatore / Publisher: Cyanide Studio / Nacon Prezzo: 29.99 € Localizzazione: Testi Multiplayer: PvP Online e Locale PEGI: 16 Disponibile su: PC (Steam, Epic Games Store), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S Data di uscita: Già disponibile

Di Blood Bowl ce n’è soltanto uno. È il gioco di fantasy football di Games Workshop dove la quantità di sganassoni che i giocatori si scambiano è importante tanto quanto le giocate palla in mano, forse anche più. L’unica alternativa che mi viene in mente è il divertentissimo Mutant Footbal League (ve lo ricordate l’originale per Mega Drive?), pur con l’ovvia, gigante differenza che Blood Bowl si svolge a turni invece che in tempo reale.

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L’iterazione precedente del franchise uscì nel 2015 (ecco la nostra recensione), quindi è facile capire come il terzo capitolo fosse atteso con grande speranza dai fan di vecchia data, e, aggiungerei io, anche da quelli nuovi che per mille motivi potevano non essere interessati fino a pochi anni fa.

IL LANCIO TRAVAGLIATO DI BLOOD BOWL 3

Come testimoniano le recensioni su Steam accumulate nei primi giorni dal lancio, gli appassionati non si sono fatti andar giù diverse problematiche, con obiezioni a mio modo di vedere più che legittime. Il clamore della community è stato tale che ritengo opportuno affrontare la questione in apertura d’articolo, anche se non si tratta di tematiche centrate intorno al gameplay. Innanzitutto si è parlato di una quantità infinita di bug e crash, problemi che nella mia esperienza online ho trovato quasi del tutto risolti, permettendomi di completare tutte le partite che avevo iniziato nonostante qualche piccolo problema di interfaccia. L’aspetto che anch’io ritenevo più scandaloso era quello legato alla monetizzazione, in particolare la limitazione di poter applicare ogni personalizzazione comprata in store a un unico giocatore. Davvero inammissibile, qui stiamo parlando di un gioco che viene dal mondo delle miniature, laddove la customizzazione la fa da padrona. Il mio personalissimo approccio al modellismo e alla pittura, per esempio, è di rendere riconoscibile ogni personaggio anche in base alle sue abilità e quindi al ruolo nella squadra. Non solo mera estetica, insomma.

Cyanide Studio ha comunicato un cambiamento radicale sulla monetizzazione: quasi tutti gli oggetti comprati nello store possono essere usati tutte le volte che vogliamo

In merito a tale spinosa faccenda, pochi giorni fa Cyanide Studio ha comunicato un cambiamento radicale: la restrizione dell’uso singolo rimane solo per gli oggetti leggendari, mentre tutti gli altri possono essere usati ogni volta che preferiamo. Ci vedo anche un senso logico nella decisione, nel senso che gli sviluppatori cercano di non far proliferare troppo quelle personalizzazione che loro stessi hanno pensato come più uniche che rare. In aggiunta, a tutti i giocatori è stato promesso un Season Pass gratuito per la prima stagione, in modo da permettere a chiunque di capire quale sia il livello di premi che ci si può aspettare acquistandone uno in futuro.

Blood Bowl 3

D’ora in poi anche gli oggetti rari possono essere usati su tutti i giocatori che vogliamo.

A questo punto si può derubricare l’accusa di monetizzazione predatoria: dalle parti di Nacon devono aver capito di aver fatto un errore, o quantomeno di essere stati fraintesi nelle loro intenzioni, e ci hanno messo una buona pezza. A onor del vero rimane qualche dubbio sulle tempistiche, la prima stagione online sarà a maggio quindi la domanda sorge spontanea: cosa ci dobbiamo fare con Blood Bowl 3 nei prossimi due mesi? Viste le opzioni a disposizione, è un quesito cui mi viene difficile dare una risposta convincente.

BLOCCHI IN PARTITA E FUORI

Il principale elemento di distinzione rispetto al secondo capitolo di Blood Bowl è l’implementazione del nuovo regolamento del 2020; non ci sono rivoluzioni in confronto all’edizione precedente, si tratta più che altro di qualche miglioramento e più attenzione alla fase dei passaggi. Nel bel manuale, che mi fa compagnia sulla scrivania mentre scrivo, conto però ventuno squadre a disposizione, più del doppio di quante troviamo ora in Blood Bowl 3, per cui potrebbe passare parecchio tempo prima di avere il roster completo a disposizione. Quando potrò giocare con i miei adorati lucertoloni? L’attesa mi (di)strugge. La campagna single player è stata frammentata in sezioni di poche partite ciascuna, il che permette di provare squadre diverse, ma soffre di una qualità molto bassa dell’IA.

La campagna single player soffre di una qualità molto bassa dell’IA, che riproduce continuamente lo stesso modello comportamentale già visto in Blood Bowl 2

Quel che è peggio è che ho ritrovato gli stessi modelli comportamentali di Blood Bowl 2. Anzi, lo stesso modello comportamentale, singolare: fare quadrato intorno al portatore di palla e avanzare piano piano, indipendentemente da quali siano i punti di forza della squadra. In queste condizioni viene voglia di buttarsi sull’online, dove però intervengono problemi di altra natura, a volte quasi così banali che viene da pensare che non sia davvero possibile che le cose stiano così. Quando si vuole provare a unirsi a una competizione creata da altri utenti, per esempio, non c’è un semplicissimo filtro per eliminare i tornei protetti da password, quindi dovrete provarli uno a uno fino a quando, come nel mio caso, abbandonerete ogni speranza e proverete l’unica alternativa, cioè una partita veloce della pre-season, in attesa della prima stagione di maggio.

Blood Bowl 3

Non finalizzare il touch down può avere motivazioni tattiche. Menare gli altri.

Vorrei dirvi che questa opzione mi abbia soddisfatto appieno, ma anche qui sono rimasto con un palmo di naso quando mi sono reso conto che di alcune incomprensibili limitazioni. Vi racconto la più eclatante. Per giocare bisogna iscrivere una delle proprie squadre, e se dopo qualche partita si vuole, per esempio, disiscriversi per far giocare a quella squadra un pezzo di campagna single player o un torneo online, be’ a quel punto non ci si potrà più iscrivere al tipo di evento abbandonato. Ma perché? Che senso ha? Proprio non capisco. Per fortuna Blood Bowl, come gioco in sé e per sé, è davvero bello, un wargame con la sua insolita ambientazione sportiva che combina attente pianificazioni tattiche a deliranti momenti di caos quando il lancio dei dadi sfida ogni legge statistica.

Blood Bowl è uno di quei sistemi in cui perdersi, seguire video e wiki per imparare le strategie più efficaci della propria squadra e capire come fanno i top player a uscire vincenti da ogni match-up

E poi c’è lo sviluppo dei propri giocatori, che con l’esperienza in campo acquisiscono nuove abilità a nostra scelta: Blood Bowl è uno di quei sistemi in cui perdersi, seguire video e wiki per imparare le strategie più efficaci della propria squadra e capire come fanno i top player a uscire vincenti da ogni match-up. Cyanide ha deciso di replicare le regole del gioco da tavola di Games Workshop in maniera pedissequa, e sono convinto che sia stata la scelta giusta per accontentare i fan, anche se a mio avviso si sarebbe potuto pensare a qualche aggiustamento per adeguare Blood Bowl al medium videoludico, più agile e snello di un gioco da tavolo. Per esempio, si sarebbe potuto tagliare un turno o due dai sedici previsti dal regolamento, in modo da velocizzare di qualche minuto ogni partita. Se l’avessero fatto, però, vi lascio immaginare quanto l’avrebbe presa bene la fanbase: direi che i ragazzi di Cyanide già così devono affrontare abbastanza tempeste di cacchina.

In Breve: Il gioco di Blood Bowl si è imposto sul mercato non solo per l’assenza di altre valide alternative a sfondo sportivo, ma per la sua profondità unita ai ribaltamenti di scena improvvisi che ti tengono sempre in tensione. Il sistema del gioco da tavolo è riprodotto in maniera fedele, ma pare che buona parte delle decisioni di Cyanide ci vogliano far passare la voglia di giocare. L’IA del single player rende tutte le partite uguali, e piccole e grandi scelte strutturali nel multiplayer paiono metterci i bastoni tra le ruote, creando un’esperienza di gioco frustrante. L’unica speranza è che gli sviluppatori ascoltino la community come hanno dimostrato di saper fare nei giorni successivi al lancio.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di prova: Intel i7-7700k (4.2GHz), Geforce GTX 1080 8GB, 8GB RAM, HDD
Com’è, Come Gira: Rispetto alla data di lancio, buona parte dei bug online sono stati risolti, ma qualche aggiustamento va ancora fatto. Il comparto tecnico non fa certo gridare al miracolo, anzi si fa fatica a notare miglioramenti significativi rispetto a Blood Bowl 2, uscito sette anni fa.

 

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Pro

  • Le regole di Blood Bowl lo rendono un gioco fantastico / Il nuovo regolamento è applicato per filo e per segno

Contro

  • Campagna single player rovinata dall’IA / Astruse restrizioni nel comparto multiplayer / Poco da fare fino alla Season One / Ancora qualche bug da risolvere
6.8

Sufficiente

Dopo traverse vicende in alcune cittá italiche, il nostro Solar Nico é sbarcato in terra d’Albione. Se da una parte ancora si da alla ricerca matta e disperata di un parco (ma anche un praticello va benissimo) per approfittare di qualsiasi mezza giornata di sole londinese, dall’altra Nicoló ha rassegnato ogni speranza all’idea di stare al passo della propria, sempre crescente, libreria Steam.

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