Un pianeta inospitale, una sorella scomparsa che torna a farsi “viva” dopo anni, una tempesta infinita che nasconde un segreto. Sono questi gli ingredienti principali di Caravan SandWitch, avventura esplorativa a tinte pastello contraddistinta da un cast che sembra uscito da una cucina stellata, ritmi pacati e una forte componente emozionale.
Sviluppatore / Publisher: Plane Toast Studio / Dear Villagers Prezzo: 24,99 euro Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: +12 Disponibile su: PC (Steam), PS5, Switch
In una vita fatta di doveri, scadenze, orologi, burocrazia, traguardi, successi, fallimenti e sì, anche videogiochi che devono a tutti i costi metterti di fronte a sfide sempre più estreme, un titolo come Caravan SandWitch è una piccola carezza, una tazza di the sorseggiata in una baita di montagna, una doccia fresca in una giornata afosa. Il gioco di Plane Studio Toast è un ponte sospeso tra passato e futuro, tra atmosfere post-apocalittiche dal sapore provenzale, mistero e fantascienza.
Racconta una storia di speranza e ricerca, la storia di una ragazza che dopo anni riceve un messaggio da una sorella che credeva scomparsa, che mette in moto un viaggio e un percorso di crescita. L’atmosfera è compassata e accogliente, come un buon libro letto attorno ad un fuoco, sorseggiando un Calvados insieme a Truffaut, Anderson e Nichols. Tratti essenziali, nessun tecnicisme esasperati e il ritorno ad un gameplay essenziale anche se imperfetto.
BENVENUTI A CIGALO CARAVAN SANDWITCH
Caravan SandWitch è un’avventura esplorativa con elementi da Metroidvania 3D che a differenza di altri titoli lascia da parte i concetti di “morte” e “tempo”. Sarete voi, un camper e un mondo desolato da esplorare e scoprire. Il pianeta in cui vi muoverete è stato prosciugato dalle sue risorse, ma su di esso la vita esiste ancora sotto forma di sparute comunità umane e di creature che custodiscono la storia del loro mondo. Intorno a loro macerie di un tempo che non c’è più, ma anche rigogliose foreste di alberi dalle forme strane, fiori luminescenti e accampamenti di nomadi pronti a difendere il loro territorio a tutti i costi. Tuttavia non c’è violenza in Caravan SandWitch, non troverete traccia di combattimenti o prove di forza qui. Dovrà essere la curiosità a guidarvi ma non solo, anche la solidarietà verso le persone che vi accompagneranno nel viaggio giocherà un ruolo fondamentale: aiutare gli altri per aiutarsi.
Per riuscire a scoprire il mistero di Cigalo però dovrete darvi da fare perché molti dei suoi luoghi saranno inizialmente inaccessibili. L’esplorazione è legata alla scoperta di nuove sezioni che vengono sbloccate sabotando delle torri di trasmissione. Una volta fatto avrete accesso a nuove location che nascondono indizi sulla vostra missione principale, dettagli su ciò che è accaduto nel luogo in cui vi trovate e, se vorrete piccole missioni secondarie da portare a termine in cambio di preziosi materiali. Questi ultimi vi serviranno come merce di scambio per i potenziamenti del caravan, che da semplice veicolo si trasformerà pian piano in un mezzo utile a sbloccare nuove vie o evidenziare punti di interesse.
GIRA E RIGIRA… MA LA SFIDA DOVE STA?
Il backtracking è un’elemento molto presente in SandWitch. La mappa non è particolarmente estesa e i luoghi di interesse si contano sulle dita delle mani. Questi ultimi inoltre avranno delle sezioni accessibili solo dopo aver sbloccato ulteriori oggetti e potenziamenti, ciò significa che spesso vi troverete a percorrere le stesse strade per raggiungere gli stessi luoghi in cui eravate poco tempo prima. Per molti un elemento del genere può essere considerato un difetto ma francamente nel corso della nostra run non lo abbiamo sofferto più di tanto perché il desiderio di scoperta era comunque forte.
Abbiamo forse sofferto un pelo di più la scelta di eliminare dal gioco qualsiasi elemento davvero sfidante, in primis la possibilità di morire. Non importa quanto ci proviate, la protagonista non può passare a miglior vita, anche se si butta da un dirupo o caracolla con un triplo carpiato a bordo del suo caravan. Ci sta che un gioco di questo genere abbia un livello di difficoltà tarato verso il basso, che non sovrasti i suoi messaggi e la sua dialettica, ma un minimo di sfida è necessario per tenere alta la tensione.
SEMPLICE E APPROSSIMATIVO
Come accennavamo all’inizio, Caravan SandWitch è contraddistinto da un gameplay essenziale nel quale l’esplorazione non è totalmente lineare ma è comunque legata al “potenziamento” di turno, che sia un radar in grado di captare punti d’interesse o un rampino in grado di scardinare portelli per aprirvi nuove vie. Il dialogo con gli NPC è importante per capire la loro storia e quella del mondo in cui vi trovate e la mancanza di localizzazione in italiano potrebbe in questo senso rappresentare un ostacolo. Ci sentiamo però, ancora una volta, di consigliarvi di provare a giocarlo comunque perché il livello di inglese richiesto non è altissimo e con qualche piccolo sforzo potreste riuscire a godervi il gioco abbastanza tranquillamente.
I veri problemi si presentano invece sotto forma di bug, che fin dall’inizio lacerano il gioco con piccoli ma fastidiosi “tagli”: personaggi che si incastrano negli scenari, collisioni sbagliate, animazioni approssimative o totalmente mancanti (basta salire una qualsiasi scala per accorgersene) e via dicendo. Cose che in open-world giganteschi e strapieni di attività potrebbero essere parzialmente scusate, ma che in un titolo più compatto, paragonabile ad un Beyond Good & Evil se vogliamo, hanno il retrogusto della disattenzione.
Ci siamo passati sopra e abbiamo proseguito con fiducia fino all’epilogo (arrivato poco meno di 10 ore dopo l’inizio) perché convinti di avere davanti, nonostante tutto, qualcosa di speciale. Man mano che l’avventura si avvicinava alla fine, ci siamo accorti che l’obiettivo iniziale non era più l’unico che stavamo perseguendo. Aiutare le persone a convivere con un ambiente inospitale e contribuire alla ricostruzione di vite di cui non eravamo neanche a conoscenza, è questo il vero tesoro. In questo senso Caravan SandWitch è un’esperienza che merita di essere vissuta, nonostante i suoi difetti e i suoi tecnicismi tutt’altro che esasperati.
In Breve: Un’avventura “on the road” per riscoprire il senso dell’appartenenza ad una comunità, del semplice vivere per condividere. Alcuni criticheranno Caravan SandWitch per l’eccessiva semplicità del suo gameplay, per la mancanza di una sfida degna di questo nome e per i piccoli inciampi tecnici che si porta dietro… è legittimo, a patto che non si perda di vista la sua storia e quello che c’è dietro di essa, perché questo è l’elemento che eleva il gioco sopra la folla della mediocrità.
Piattaforma di Prova: PlayStation 5
Com’è, come gira: Volendo escludere lo scarsissimo livello di sfida offerto, i problemi di Caravan SandWitch non sono così gravi da compromettere l’esperienza di gioco, ma danno l’impressione che l’uscita sia stata un po’ affrettata. Animazioni che si interrompono (o non esistono affatto), qualche pop-up di troppo, un paio di fastidiosi “incastri” e via dicendo… sporcizie che potevano essere evitate e che possono comunque essere corrette in corso d’opera.