Amate i giochi di ruolo, le avventure epiche e la grafica in pixel art? Vi piacciono i rogue-like? Se la risposta a tutte queste domande è positiva, Children of Morta fa sicuramente per voi. E non importa se Steam è pieno di vecchi titoli a prezzo ribassato e se dietro l’angolo può esserci quel capolavoro tripla-A che ancora vi strizza l’occhio, speranzoso, dal fondo del vostro backlog, perché la nuova produzione di Dead Mage, dopo un lavoro a dir poco certosino di lima e pennello, merita sicuramente la nostra e vostra attenzione.
STORIA DI UNA FAMIGLIA
L’aspetto più intrigante di Children of Morta è il complesso e intimo rapporto tra i suoi protagonisti che, a differenza di tanti altri hack’n’slash, si conoscono quasi tutti fin da subito, per la banale ragione di essere i membri della stessa famiglia, i Bergson. Una progenie di maghi, arcieri, lottatori, saggi e avventurieri, che proteggono da secoli, di generazione in generazione, il monte Morta, una specie di tempio sacro a cui anelano le forze del male. Purtroppo per loro, il momento di affilare le armi e di mettere alla prova le rispettive abilità è arrivato, con un’invasione massiccia delle viscere della montagna da parte della Corruzione, un’orda di creature putride e malvagie che vorrebbe conquistare il mondo.
Una progenie di maghi, arcieri, lottatori, saggi e avventurieri, che proteggono da secoli, di generazione in generazione, il monte Morta
LARGO AL MASSACRO!
Lungo i dungeon di Children of Morta troviamo anche diversi altri elementi, come le classiche anfore da distruggere – che possono contenere qualche bonus sparso – alcuni altari che forniscono abilità temporanee e, dopo un certo numero di stanze generate casualmente, anche delle aree contenenti reliquie capaci di fornire poteri particolari, che possono essere usate una volta sola durante ogni missione. Possiamo trovare ulteriori gemme e bonus nascosti anche in forzieri e cadaveri animali e, spesso, anche i nemici ci lasceranno qualche bottino in occasione della loro dipartita: essenzialmente, denaro e pozioni vitali, entrambi particolarmente utili.
spesso anche i nemici ci lasceranno qualche bottino in occasione della loro dipartita
LIMA E PENNELLO, DICEVAMO
Dietro Children of Morta c’è sicuramente un grandissimo lavoro. Dal punto di vista grafico, non possiamo ignorare la quantità di tempo spesa nella realizzazione di decine e decine di sprite animati, che non si muovono solo durante le missioni ma, nelle fasi di intermezzo, devono dare vita anche a decine di siparietti diversi per narrare le vicende della famiglia Bergson. Le scenette a cui assisteremo sono in qualche modo toccanti, dense di metafore e di sentimenti, e aggiungono profondità all’intero gioco. Il gameplay è studiato piuttosto bene, le missioni non sono mai banali e, pur richiedendo un notevole impegno, non sono mai eccessivamente frustranti. Certo, la generazione procedurale delle mappe impone qualche limite alla varietà, ma alla fine il risultato è eccellente.
Children of Morta è uno di quei piccoli gioielli indie che è un piacere scoprire, giocare e, perché no, anche recensire. Dietro ai “quadratini” della pixel art si cela un hack’n’slash davvero eccellente, che ha poco da invidiare ai caposaldi del genere e che può insegnare come sia possibile introdurre anche tanta, tanta umanità. L’aspetto ruolistico è ben delineato, la crescita dei personaggi non è mai banale, e per arrivare a superare il break-even tra il livello di difficoltà e l’evoluzione degli eroi occorre fare la giusta fatica.