Children of Morta - Recensione

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Amate i giochi di ruolo, le avventure epiche e la grafica in pixel art? Vi piacciono i rogue-like? Se la risposta a tutte queste domande è positiva, Children of Morta fa sicuramente per voi. E non importa se Steam è pieno di vecchi titoli a prezzo ribassato e se dietro l’angolo può esserci quel capolavoro tripla-A che ancora vi strizza l’occhio, speranzoso, dal fondo del vostro backlog, perché la nuova produzione di Dead Mage, dopo un lavoro a dir poco certosino di lima e pennello, merita sicuramente la nostra e vostra attenzione.

STORIA DI UNA FAMIGLIA

L’aspetto più intrigante di Children of Morta è il complesso e intimo rapporto tra i suoi protagonisti che, a differenza di tanti altri hack’n’slash, si conoscono quasi tutti fin da subito, per la banale ragione di essere i membri della stessa famiglia, i Bergson. Una progenie di maghi, arcieri, lottatori, saggi e avventurieri, che proteggono da secoli, di generazione in generazione, il monte Morta, una specie di tempio sacro a cui anelano le forze del male. Purtroppo per loro, il momento di affilare le armi e di mettere alla prova le rispettive abilità è arrivato, con un’invasione massiccia delle viscere della montagna da parte della Corruzione, un’orda di creature putride e malvagie che vorrebbe conquistare il mondo.Children of Morta recensione

Una progenie di maghi, arcieri, lottatori, saggi e avventurieri, che proteggono da secoli, di generazione in generazione, il monte Morta

All’inizio del gioco possiamo solo impersonare papà John ma, velocemente, facciamo conoscenza anche dei suoi figli Linda e Kevin e, progressivamente, con tutti gli altri membri della famiglia (o quasi), a cui si aggiungono nuovi arrivi strada facendo. Le avventure dei nostri eroi cominciano sempre dalla casa dei Bergson, dove troviamo anche l’officina dello zio Ben, utile per potenziale i personaggi e l’armamentario sfruttando i punti esperienza, la biblioteca, perfetta per ottenere informazioni sul gioco e sui personaggi, e il Libro di Rea, che serve ad accedere ad abilità esoteriche e incantesimi di vario tipo. Ogni volta che iniziamo una missione, il gioco crea l’area in maniera procedurale (inserendo quindi un forte elemento di casualità capace di rendere ogni partita diversa dalla successiva) e la popola di nemici. Da questo momento in poi siamo da soli contro l’orda malvagia e il nostro unico obiettivo sarà uccidere tutto ciò che si muove prima che esso uccida noi: semplice e lineare.

LARGO AL MASSACRO!

Lungo i dungeon di Children of Morta troviamo anche diversi altri elementi, come le classiche anfore da distruggere – che possono contenere qualche bonus sparso – alcuni altari che forniscono abilità temporanee e, dopo un certo numero di stanze generate casualmente, anche delle aree contenenti reliquie capaci di fornire poteri particolari, che possono essere usate una volta sola durante ogni missione. Possiamo trovare ulteriori gemme e bonus nascosti anche in forzieri e cadaveri animali e, spesso, anche i nemici ci lasceranno qualche bottino in occasione della loro dipartita: essenzialmente, denaro e pozioni vitali, entrambi particolarmente utili. Children of Morta recensione

spesso anche i nemici ci lasceranno qualche bottino in occasione della loro dipartita

Il primo, una volta tornati a casa, ci permette di acquistare potenziamenti a beneficio dell’intera famiglia (per esempio, la possibilità di spostarsi più rapidamente o armature più efficaci per la difesa), mentre le seconde possono alleviare momentaneamente il dolore dei colpi inferti dai nemici. Al termine della loro energia vitale, i nostri eroi vengono teletrasportati magicamente a casa e possono rifare la missione che, però, in virtù della generazione procedurale dei livelli non si potrà più affrontare esattamente nella stessa maniera.

LIMA E PENNELLO, DICEVAMO

Dietro Children of Morta c’è sicuramente un grandissimo lavoro. Dal punto di vista grafico, non possiamo ignorare la quantità di tempo spesa nella realizzazione di decine e decine di sprite animati, che non si muovono solo durante le missioni ma, nelle fasi di intermezzo, devono dare vita anche a decine di siparietti diversi per narrare le vicende della famiglia Bergson. Le scenette a cui assisteremo sono in qualche modo toccanti, dense di metafore e di sentimenti, e aggiungono profondità all’intero gioco. Il gameplay è studiato piuttosto bene, le missioni non sono mai banali e, pur richiedendo un notevole impegno, non sono mai eccessivamente frustranti. Certo, la generazione procedurale delle mappe impone qualche limite alla varietà, ma alla fine il risultato è eccellente.

Children of Morta è uno di quei piccoli gioielli indie che è un piacere scoprire, giocare e, perché no, anche recensire. Dietro ai “quadratini” della pixel art si cela un hack’n’slash davvero eccellente, che ha poco da invidiare ai caposaldi del genere e che può insegnare come sia possibile introdurre anche tanta, tanta umanità. L’aspetto ruolistico è ben delineato, la crescita dei personaggi non è mai banale, e per arrivare a superare il break-even tra il livello di difficoltà e l’evoluzione degli eroi occorre fare la giusta fatica.

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Pro

  • L’amabile famiglia Bergson, con le sue vicende.
  • Un sistema di progressione intelligente.
  • Tanti personaggi da scoprire.

Contro

  • Ripetitivo, ma è un aspetto insito nel genere.
  • Tradotto in nove lingue, eccetto l’Italiano.
  • Costa più di 20 euro (ma li vale).
8.5

Più che buono

Diffidate delle imitazioni. Il vero prototipo di tecno-nerd ce l’abbiamo noi e si chiama Paolo Besser. La CBS vorrebbe darci un sacco di soldi per un suo cameo in un episodio di BIg Bang Theory, ma il nostro rifiuto è netto e deciso: dopotutto, sapete che figura barbina farebbe fare a Leonard e Sheldon?

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