Children of the Sun – Recensione

PC

Una storia di vendetta e riguardo verso l’ambiente, in cui per evitare di lasciar troppi bossoli a terra si uccidono più nemici con lo stesso proiettile. Ecco lo spirito di Children of the Sun.

Sviluppatore / Publisher: René Rother / Devolver Digital Prezzo: ND Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam) Data d’uscita: 9 aprile 2024

Immaginate un videogame in cui una misteriosa vendicatrice mascherata stermina senza pietà i suoi ex aguzzini facendo loro saltare le cervella a fucilate, o dilaniandoli con pirotecniche esplosioni che coinvolgono veicoli e bombole del gas. Che tipo di videogioco vi viene in mente? First person shooter? Siete lontanissimi dalla verità, Children of the Sun è un puzzle game che fonde il gameplay della serie Sniper Elite con il bullet time estremo di Superhot, in un contesto pulp colorato con la fotografia tipica degli anni ‘80 del secolo scorso.

L’autore è il tedesco René Rother, già 3D artist di El Hijo – A Wild West Tale, stealth game vincitore del Best Indie Game Award al Gamescom 2019, che grazie alla distribuzione di Devolver Digital arriva sui nostri monitor con una produzione tutta sua. Il work in progress provato in anteprima ci era sembrato molto promettente, è giunta dunque l’ora di vedere la versione definitiva.

CHILDREN OF THE SUN, QUENTIN È LEI?

Se una volta installato il gioco annusate attentamente la tastiera, sentirete un vago aroma di Quentin Tarantino. Protagonista è una ragazza chiamata La Ragazza, i cui genitori si uniscono a un misterioso culto chiamato Il Culto capeggiato da un leader chiamato Il Leader. Sembra un po’ la storia del roadhouse chiamato Roadhouse, il cui fondatore aveva una barca chiamata La Barca – è tutto vero, guardare il film con Jake Gyllenhaal per credere – ma le similitudini con la pellicola che un tempo fu di Patrick Swayze finiscono qui.

Protagonista del gioco non è La Ragazza, ma Il Proiettile, che pur di uccidere tutti gli adepti de Il Culto non ha scrupoli nell’eliminare innocente fauna

La Ragazza in realtà ricorda La Sposa, giacché il desiderio di vendetta la accomuna proprio a Beatrix Kiddo. Dovete sapere infatti che gli adepti de Il Culto han inflitto alla povera piccola e alla sua incauta famiglia patimenti inenarrabili, che verranno solo parzialmente svelati tra una missione e l’altra tramite tavole realizzate con lo stile dei fumetti horror popolari negli anni ‘50.

Un benzinaio! Qualcuno sta per esplodere male.

Ora però la situazione è cambiata, La Ragazza è cresciuta, pur smunta e malridotta, e imbraccia un fucile da cecchino, consapevole che non ci sarà divinità in grado di arginare le onde della sua ira. E qui entriamo in gioco noi. Eccoci accovacciati dietro un cespuglio mentre osserviamo da lontano le nostre prossime vittime. Uno è affacciato alla finestra di un fienile. Un altro sta urinando dietro un albero, mentre il terzo è seduto sul cofano di una macchina. Moriranno tutti. La natura puzzler di Children of The Sun pone dei rigidissimi paletti ai nostri spostamenti e non è possibile avvicinarsi al nemico o esplorare la zona.

La visione parziale del livello ci obbliga a un paio di tentativi alla cieca per capire dove si trovano i nemici; non il massimo della correttezza per un puzzle game

Qualche passetto a sinistra o a destra è tutto ciò che ci viene concesso, in compenso però nessuno ci potrà mai scorgere e in molti livelli disporremo di tutto il tempo necessario per posizionarci con precisione al pixel. È ora il momento di prendere la mira, grazie a un generoso zoom dell’ottica del fucile, anche qui senza troppa fretta. Del resto lo scopo del gioco non è cogliere di sorpresa il nemico, quindi godiamoci il momento di calma. Sarà l’ultimo.

BANG BANG, SHE SHOOTS ’EM DOWN…

Una volta premuto il grilletto, come proprio come nei migliori headshot della serie Sniper Elite, la telecamera segue il proiettile che si dirige leggiadro verso l’osso occipitale del nostro bersaglio, mentre il tempo rallenta per enfatizzare l’azione. Una volta che la testa del malcapitato è esplosa come un’anguria schiacciata da un camion, ci si aspetta che venga inquadrata nuovamente La Ragazza, o al limite che la visuale torni al mirino. Niente di tutto ciò: essa rimane ferma nel punto di impatto, permettendoci di ruotare telecamera alla ricerca degli altri membri de Il Culto da eliminare. A quel punto è chiaro che noi non siamo La Ragazza.

Noi siamo il suo unico proiettile, che chiameremo Il Proiettile, guidato da una forza sovrannaturale in una serie di folli rimbalzi atti a sterminare tutti i nemici con un sol colpo

Noi siamo il suo unico proiettile, che chiameremo Il Proiettile, guidato da una forza sovrannaturale in una serie di folli rimbalzi atti a sterminare tutti i nemici con un sol colpo. Nel fuggi fuggi generale, con un marcatissimo slow down dovuto a un bullet time estremo, è tempo di inquadrare la seconda vittima. E poi la terza. E la quarta. E così via. E qui cominciano i problemi. Un conto è osservare lo scenario con gli occhi de La Ragazza, ben diverso è quando siamo Il Proiettile.

Mirare alla bombola e fare una instant-strange, o abbatterli uno a uno? Ciascuna opzione ha i suoi vantaggi.

Scopriremo che tra due cultisti apparentemente molto vicini c’è in realtà un ostacolo che non avevamo considerato, o che una volta penetrati in quelle carni non abbiamo altri bersagli in linea d’aria, o ancora che avremmo dovuto iniziare la mattanza in un altro ordine. Una volta che Il Proiettile colpisce un ostacolo o si allontana troppo dagli obiettivi, bisogna ricominciare daccapo. In nostro aiuto vengono alcuni bersagli ambientali, quali bombole di gas o serbatoi delle macchine pronti a esplodere, più ignara fauna da utilizzare come waypoint tra un cultista e l’altro. C’è qualcosa di meravigliosamente cinico nel sacrificare un innocente gabbiano per godere di un’inquadratura dall’alto, la classica visuale a volo di ex uccello.

UN PUZZLE SOLO QUANDO VUOLE LUI

Come tutti i puzzle game, pure Children of the Sun soffre di una certa ripetitività, anche se va riconosciuto che in sede di recensione la sensazione si accentua a causa delle sessioni più lunghe del normale a cui i poveri redattori sono sottoposti. Affrontandolo senza fretta, un paio di missioni alla volta, non verrete colti dalla noia. A movimentare l’azione arrivano alcuni powerup quali la possibilità di curvare leggermente la traiettoria dei colpi e la possibilità di fermare la corsa del proiettile in volo per cambiargli totalmente direzione, ma soprattutto la classifica online dei migliori cecchini che tiene conto dei più minimi particolari quali distanza totale coperta da Il Proiettile e tempo intercorso tra una kill e l’altra.

Tra una missione e l’altra siamo deliziati da meravigliose sequenze che spiegano perché La Ragazza è così desiderosa di vendetta.

C’è però un piccolo problema che affligge il level design, già che si presenta come un puzzler, ed è causato, fin dai primi livelli, da una visione parziale della situazione. È necessario sprecare uno o due tentativi solo per sorvolare la zona con Il Proiettile e individuare i nemici. Sarebbe stato più equo disporre di una mappa con tutti gli elementi utili fin da subito piuttosto che affidare questa parte alla fortuna di sparare nella direzione giusta. È un dettaglio, ma i puristi dei rompicapo potrebbero insorgere.

In Breve: Children of the Sun è un puzzle game travestito da first person shooter, in cui sembra che il protagonista sia La Ragazza quando invece è Il Proiettile. La difficoltà dei livelli aumenta in maniera dolce, senza mettere barriere insormontabili ai giocatori, ma è ingiusto non avere una completa panoramica della situazione fin dall’inizio, cosa che solitamente accade in questo genere di giochi. Far esplodere le teste dei nemici in super slow motion garantisce doppia soddisfazione, innanzitutto perchè una kill è sempre una kill, poi perchè è la prova che la nostra strategia funziona. L’atmosfera pulp e la tragica storia aumentano notevolmente il fascino del gioco.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, Come Gira: I livelli più complessi saran composti da diciotto poligoni al massimo – forse qualcuno in più, dai – dunque nessun problema di performance. È necessario muovere molto il mouse, dunque procuratevi un tappetino bello grande.

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Pro

  • Puzzle dalle dinamiche originali / Storia pulp e tragica / I nemici muoiono malissimo

Contro

  • Sovente richiede troppa fortuna per individuare i nemici al primo tentativo
8.2

Più che buono

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