Chornobyl Liquidators – Recensione

PC

Sarebbe facile iniziare questo pezzo con una frase ormai classica nel panorama dei videogiochi: “La guerra non cambia mai”. Peccato che, quando si tratta di sopravvivere, diventa impossibile ricordarsi altro, e Chornobyl Liquidators, esperienza intimista che trasporta il giocatore nel luogo brutale della centrale nucleare sfortunatamente nota per la sua tragedia, è quella guerra silenziosa contro le radiazioni e un potere nell’oscurità.

Sviluppatore / Publisher: Life Motion Games / Frozen Way Prezzo: 38.99 euro Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam) Data d’uscita: Già disponibile

Una chiamata disperata, il fuoco e il fumo. L’odore è acre, pungente e insopportabile, nonché costante. Sulla tuta di sopravvivenza si poggia delicatamente della polvera radioattiva, proveniente da uno dei reattori che, improvvisamente, è detonato in modo imprevedibile. È il preludio alla tragedia di Chornobyl Liquidators, una produzione che, a differenza dei tipici S.T.A.L.K.E.R e Fallout, trasporta il giocatore in un momento drammatico proprio nella centrale resa celebre dalla serie televisiva, che ha mostrato gli orrori della centrale nucleare di Chornobyl, dettagliando quanto fosse complesso quel momento.

Lo si comprende sin dai primi istanti, d’altronde. Se avete amato House Flipper, anche se il team non è il medesimo, quel sistema di gioco potrebbe per l’appunto suonarvi familiare. Nel caso di questa nuova opera, incentrata sul disastro dal punto di vista di un Liquidator, ovvero di un membro di una squadra di eroi che ha realmente rischiato la vita per impedire che il disastro si acuisse ancora di più, proteggendo non solo cosa l’intera Unione Sovietica, ma soprattutto l’Europa.

Cosa accadde però quel giorno, datato al 26 aprile 1986, è una parte fondamentale della storia dell’uomo

Cosa accadde però giorno, datato al 26 aprile 1986, è una parte fondamentale della storia dell’uomo. È il racconto truculento di eroi che, rischiando la vita, hanno messo in campo le esperienze necessarie per impedire che i danni si facessero più ingenti. In un momento storico come questo, con i potenti del mondo che pavoneggiano una guerra nucleare come fosse risolutiva, Chornobyl Liquidators mostra con efficacia il rischio reale di cosa comporterebbe. Attraverso gli occhi di un pompiere coinvolto pochi minuti dopo il disastro, inizia il viaggio attraverso le vicende violente della produzione, tra morte e speranze, tra scelte e speranza. La speranza che il nucleare, non usato come arma, possa essere un’energia realmente sostenibile.

TRA LE MACERIE E IL FUTURO

Esattamente come Paradise Lost, avventura narrativa che trasportava in un bunker nazista, Chornobyl Liquidators utilizza un linguaggio analogo. Lo si nota immediatamente, non appena gli avvenimenti che si susseguono, portando a pochi istanti prima dello scoppio della centrale nucleare, mettono in mostra una scrittura precisa e ordinata. Ora, non si tratta di nulla di particolarmente intricato o complesso da comprendere, e ciò che ho apprezzato molto, specie in fruizione della storia, è come essa dialoghi con i comprimari, oltre che con lo stesso personaggio, impersonato da un uomo che si ritrova tuttavia ad affrontare un male ben più grosso di quanto si aspettasse.

Quanto può pesare un ideale?

Lo scoppio della centrale nucleare, oltre ad aver cambiato il mondo e mostrato i reali danni di una guerra atomica, ha aperto nel racconto delle ottime tematiche, raccontate con dovizia di particolari. Il racconto procede in maniera didascalica attraverso dei capitoli che trasportano il giocatore in vari accadimenti della storia, la quale racconta a sua volta delle sfumature sottile circa quanto si vive direttamente, tra luci e oscurità di un momento non semplice per il mondo. Un mondo che, ricordiamo, all’epoca era costretto dalle politiche dell’Unione Sovietica e dal bavaglio del KGB, un’organizzazione che, costretta a intervenire, nel titolo lascia strascichi brutali specialmente nel protagonista.

Esattamente come Paradise Lost, avventura narrativa che trasportava in un bunker nazista, Chornobyl Liquidators utilizza un linguaggio analogo

In tal senso, è interessante vedere come il team, Live Motion Games, abbia dedicato tutte le sue forze per offrire un’esperienza realistica. Talmente realistica che, aggiungerei, pone di fronte a delle scelte da fare e altre da intraprendere con l’auspicio di riuscire a colmare il vuoto che una richiesta qualsiasi potrebbe avere inaspettatamente. In un viaggio fatto di scelte, di realtà brutali e istanti irreversibili, il racconto di Chornobyl Liquidators porta a riflettere.

Un momento complesso.

È una storia intensa e particolareggiata, in cui una scelta sbagliata – anche se piccola – rischia di compromettere l’esistenza stessa dei cari del silenzioso protagonista. La scelta di non impostare una voce, come accaduto nella serie Metro (sebbene la voce di Artyom fosse quella narrante), è stata di certo coraggiosa. Per mio giusto, considerando la natura a tratti coinvolgente dell’opera, avrei di netto preferito che quanto narrato avesse una voce. Una voce che sapesse narrare ancora più a fondo la natura di terribile di quanto stava avvenendo.

CHORNOBYL LIQUIDATORS: COME LA SERIE TELEVISIVA, MA ANCORA MEGLIO

Se da una parte la narrativa straripante tiene botta e coinvolge, dall’altra c’è un game design che fa ancora meglio. Esattamente come House Flipper, catturando la profondità del secondo capitolo ufficiale del franchise, Chornobyl Liquidators intrattiene attraverso una struttura ludica simulativa. Mai straniante, precisa e appassionante, procede in tutta l’esperienza con l’obiettivo di esaltare soprattutto i metodi diversi per superare gli ostacoli.

Chornobyl Liquidators intrattiene attraverso una struttura ludica simulativa

In varie occasioni, infatti, il silenzioso protagonista può spegnere un incendio con dell’acqua, occupandosi in seguito di eliminare le tracce di radiazione e segnalare con una bandiera dov’è presente del pericolo. Si tratta di un approccio tipico di tante opere di questo tenore, ma Chornobyl Liquidators ha la grande capacità di mantenere alta l’asticella senza eccedere in frivolezze. Proprio come Paradise Lost, opera che comunque preferisce di gran lunga raccontare invece di mettere alle strette il giocatore, il cammino che il Liquidator intraprende è tempestato di momenti sul filo del rasoio.

Che bello pulire da per terra la polvera nucleare!

Talvolta potrebbe essere impossibile comprendere come proseguire, ed è per questo che potrebbe essere utile tornare sui propri passi e interrogarsi sul resto, mettendo quindi in discussione quanto compiuto poco prima. È un game design classico ma efficace, poiché preferisce proseguire con il tempo necessario per lasciarsi debitamente scoprire. Ed è proprio questo il bello: pur non innovando alcunché, ogni massimo sistema è basato sulle ambientazioni che si esplorano.

Tutto è pensato per essere centrato e gratificante, non frivolo ma reale

Cosa importante da sottolineare, comunque, è l’assenza di un level design convincente; tuttavia. il titolo rimpinguato è a dovere da azioni simulative di assoluto livello. Il protagonista può usare una manichetta per farsi strada tre le macerie, spostando quanto si trova davanti con una pala, per poi avanzare adagio nell’esperienza usando delle cure per proteggersi dalle radiazioni e una maschera per non inspirarne troppe. Tutto è pensato per essere centrato e gratificante, non frivolo ma reale. REALISTICO. Ed è una parola che ci tengo a mettere in maiuscolo proprio per sottolineare la sua importanza all’interno della struttura ludica.

UN LATO TECNICO CLAUDICANTE?

Ora, ammettiamolo: non è mai accaduto nel panorama che esistesse un videogioco di questo genere. È un approccio rivoluzionario quello portato da Live Motion Games, che si concentra su un approccio narrativo e ludico, dimostrando per l’appunto un gran talento. Nonostante questa premessa, il lato tecnico messo in mostra non soddisfa pienamente le aspettative, complice una grafica non particolarmente bella da vedere.

Non si vede nulla. Meglio.

Le atmosfere, tuttavia, sono rappresentate a dovere. Il team è ancora giovane e saprà darsi da fare in futuro con esperienze certamente meglio delineate. È ancora troppo presto, dunque, per arrivare a formulare un pensiero più generoso. Ciò non toglie l’ottimo lavoro fatto, come peraltro si nota dal voto messo poco più in basso. È una piccola mancanza su un videogioco che, per oltre cinque ore, sa davvero offrire tante emozioni. Le emozioni di Chornobyl.

In Breve: Chornobyl Liquidators propone una storia struggente e intima, presentando una struttura ludica basata sul reale. Intrattiene e coinvolge per tutt’e cinque le ore necessarie per arrivare ai titoli di coda, rafforzato da una scrittura brillante e da dialoghi memorabili capaci di trasportare in un’altra brutale realtà. Potrebbe far commuovere coloro che, impressionati dalla serie televisiva, hanno lasciato il cuore nel racconto della centrale nucleare più tragica del mondo. Meno buona la resa tecnico-estetica, ma a mio modo di vedere i limiti vengono ben compensati dalle qualità.

Piattaforma di Gioco: PC
Configurazione di Prova: 5-12400F, 16 GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, come gira: Al netto di qualche difetto tecnico, l’opera non ha mai crashato e non è stata vittima di clapping e altri fenomeni. Non liscissimo, ma comunque fa il fatto suo.

 

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Pro

  • Centrato, brutale e toccante / Un gioco che spiega tematiche delicate, facendo leva sui ricordi / Azione simulative realistiche e verosimili / Buona longevità

Contro

  • Level design scolastico / Qualche dubbio sul motore di gioco / Composizioni musicali assenti
8

Più che buono

Cosa succede se unite letteratura, tanta curiosità e un mix letale di videogiochi indipendenti e di produzioni complesse? Otterrete Nicholas, un giovane virgulto che scrive tanto e vuole scrivere di più. Chiamato "Puji" ben prima di nascere, dovete dargli una penna per tenerlo calmo. O al massimo un pad.

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