Chronicle of Innsmouth: Mountains of Madness – Recensione

PC

DOPO AVER ABBANDONATO IL CLASSICO SCUMM, ORMAI VETUSTO E FUORI TEMPO MASSIMO, PSYCHODEV HA OPTATO QUESTA VOLTA PER UN APPROCCIO PIÙ MODERNO E IN LINEA CON LE PRODUZIONI ATTUALI

Benché le fondamenta narrative del gioco affondino nell’indicibile e nell’irrazionale, le basi dei rompicapo che lo compongono sono invece ben ancorate a una struttura logica e consequenziale. Si tratta di una scelta stilistica ben precisa che condiziona interamente il gioco, assestandolo su un percorso caratterizzato da una precisa linearità che il team di sviluppo ha ottenuto sfrondando ogni elemento o passaggio non davvero necessario.

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Le ambientazioni sono contenute, ma tutte molto curate.

Questa impostazione si traduce in una durata di circa 5 o 6 ore, a seconda di quanto a lungo ci si trovi impallati nel classico puzzle di cui non si viene a capo. Un’anomalia in un panorama in cui sotto la decina di ore si tratta solo di frettolosi preliminari, eppure perfetta per raccontare ciò che PsychoDev aveva in mente, senza eccessivi fronzoli o parti concepite unicamente per allungare il brodo.

ORRORE, MONTAGNE E LIMITI

La dimensione compressa di Chronicle of Innsmouth: Mountains of Madness consente all’avventura di mantenere alti e costanti i suoi standard qualitativi. A partire dalla bontà grafica che spicca per uno stile semplice, ma personale e per nulla derivativo, in cui una pixel art di stampo moderno modella i personaggi che si stagliano invece sugli sfondi disegnati. Gli interludi narrativi invece sono caratterizzati da un stile più fumettistico e vivace, in cui il nero dei bordi delinea in maniera netta le figure. Il punto di forza del gioco però è senza dubbio la trama, che prende spunto da Le montagne della follia di Lovecraft per poi costruirci attorno un racconto originale, seppure sempre attento a rispettare i canoni della propria fonte di ispirazione, in cui per alcuni brevi sezioni si è chiamati persino a controllare lo stesso Lovecraft e l’Arabo Pazzo Abdul Alhazred, lo scrittore del terribile Necronomicon.

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Lo stile grafico degli interludi è molto diverso da quello del resto del gioco.

Nel complesso si ha la sensazione che Chronicle of Innsmouth: Mountains of Madness sia un gioco costruito tenendo ben a mente i propri limiti (di budget e di risorse) e senza strafare, concentrandosi su un numero ristretto e limitato di elementi con l’intento di realizzarli al meglio. Le ambientazioni sono ad esempio più contenute, per numero ed estensione, rispetto ad altri titoli di questo tipo, ma risultano tutte molto ben ideate e dettagliate.

PUR NON DILUNGANDOSI, LA TRAMA RACCONTA UNA VICENDA AVVENTUROSA E COINVOLGENTE

Allo stesso modo la trama non si dilunga eccessivamente, riuscendo comunque a raccontare una vicenda avventurosa e coinvolgente, che centra appieno lo spirito e i temi della produzione letterarie di Lovecraft, e chiude con soddisfazione nel giro di un numero ragionevole di ore tutti i fili narrativi disseminati in precedenza, senza per altro precludersi la possibilità di un altro sequel. Sarà che le centinaia di ore da dedicare a un gioco per me sono ormai un miraggio, ma ben vengano avventure dense e circoscritte come questa.

In Breve: A volte less is more. Chronicle of Innsmouth: Mountains of Madness fa una cosa che a non tutti riesce: ragiona sui propri limiti e costruisce il gioco al loro interno, senza strafare. Per essere una produzione piccola, con un budget molto contenuto, fa poche cose, ma molto bene. A partire dall’adattamento del racconto e delle tematiche di Lovecraft, fino alla grafica curata e dettagliata, senza dimenticare la buona recitazione inglese nel doppiaggio. Il tutto è per altro contenuto in un’avventura breve, ma densa, che non si perde in fronzoli e arriva al punto. Bene così, bravi PsychoDev.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel i5 7200U @2.50, 8 GB, Intel HD 620, SSD
Com’è, Come Gira: Prova “tostapane” superata in agilità. Anche su un portatile datato Mountains of Madness carica con rapidità e gira fluida, al netto di un po’ di tearing, in full HD. Lo stile grafico poi lo rende giocabile ovunque, anche su macchine più vecchie.

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Pro

  • Buona recitazione in inglese / Coglie lo spirito di Lovecraft / Denso e avvincente.

Contro

  • Alcuni enigmi prevedibili / Audio a tratti un po’ “sporco”.
8

Più che buono

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