Se di ponti parliamo, ponti costruiamo con il nuovo film Pixar, che trova la sua risolutezza morale ed estetica proprio nel collegare due stili differenti, quello classico Disney e l’avanguardistica tecnica ed emotiva della società di Emeryville.Coco è un film diviso in due grandissime parti. La prima serve a costruire le basi del racconto, che però sono anche le più classiche e deboli, data la necessità di farci avvicinare al protagonista per capire le sue esigenze e la volontà di mettere in risalto il capriccio musicale che lo rende la pecora nera della famiglia. C’è un motivo, infatti, se genitori e nonni hanno bandito la musica, causa che risiede in un dramma: un cuore ferito dal suono di una chitarra. Miguel, dunque, dovrà essere un calzolaio di successo come tutti, mestiere per cui la famiglia è rinomata nel paese.
Coco collega due stili differenti, quello classico Disney e l’avanguardistica tecnica ed emotiva di Pixar
Poi avviene l’incidente, il passaggio dalla terra dei vivi a quella dell’aldilà, con la conseguente ricerca dell’anima del defunto Ernesto de la Cruz assieme a strambi compagni di viaggio e antenati (morti), in cui viene finalmente narrato ciò a cui il film mirava sin dall’inizio. Nel secondo tempo – palesemente più ispirato, in quanto decisamente nelle corde Pixar – la pellicola ha dunque veramente inizio.
Coco pone l’attenzione sul passato così come sul futuro, e sui ricordi dei nostri cari dopo la morte
Esattamente come successo con Blade Runner 2049, la memoria gioca un ruolo fondamentale per la riuscita contenutistica del film. La dura e terribile possibilità di venire dimenticati già vista in Inside Out si ripropone in Coco con la medesima forza: il rischio di essere obliati dopo la morte porta oggetti privi di un alto valore materiale – ma che ci rammentano i nostri cari defunti, quindi video, foto, e altri ricordi personali – ad acquisire una cifra emotiva impressionante.
Peccato soltanto per quel primo atto, considerati anche un paio di plot twist nelle battute finali costruiti assai intelligentemente, e che ancor di più mostrano l’evidente e fastidiosissimo stacco qualitativo tra i due tempi.
VOTO 8
Genere: animazione, avventura
Publisher: Disney
Regia: Lee Unkrich, Adrian Molina
Colonna Sonora: Michael Giacchino
Interpreti (doppiatori nella versione originale): Anthony Gonzalez, Gael García Bernal, Benjamin Bratt, Alanna Ubach, Renee Victor
Durata: 109 minuti