La Forma dell’Acqua – The Shape of Water - Recensione

C’è una cosa molto importante che il regista Guillermo del Toro ha capito da anni e che sembra aver concretizzato al meglio solo ora, ovvero che le fiabe (o favole, che dir si voglia) sono modellabili anche al di fuori del contesto infantile. Esattamente come l’acqua prende la forma del recipiente in cui viene ospitata, una fiaba si può e si deve adagiare anche nel contesto di tematiche adulte, senza per questo dover stravolgerne gli archetipi narrativi o gli stessi protagonisti.

Ne La Forma dell’Acqua, dunque, troviamo una principessa (muta), un cattivo senza scrupoli e un mostro dal cuore d’oro. Attingendo dal più classico dei monster movie – in questo caso, la creatura è un chiaro rimando al Gill-Man de Il mostro della laguna nera – del Toro amplifica un racconto di fiaba inserendolo in un contesto storico, esperimento già tentato con La spina del diavolo, concretizzato con Il labirinto del fauno, e portato oltre ogni limite con La forma dell’acqua .La Forma dell'Acqua immagine Cinema 01_bis

La Forma dell’Acqua vuole indagare su cosa accade dopo il canonico “E vissero per sempre felici e contenti…”

Elisa (Sally Hawkins) – la principessa – lavora come donna delle pulizie in una struttura militare che “ospita” una creatura, anch’essa ideologicamente muta (come la protagonista) dato che non parla la lingua inglese, ma ben presto imparerà il linguaggio dei segni. A completare il quadro, troviamo il cattivone di turno, Strickland (Michael Shannon), perfetto nel ruolo di oppresso e oppressore. Il resto è una dolce melodia attorno alla quale del Toro gira un film “semplice”, non stravolgendo nulla a livello narrativo, ma evolvendo la potenzialità intrinseca della fiaba; difatti, così come nasceranno il sentimento e l’amore, arriveranno anche la carnalità, il privato e la sessualità, elementi che alzano il tasso qualitativo del film mostrando nuovi modi con cui raccontare una storia.

La forma dell’acqua vuole indagare su cosa accade dopo il canonico “E vissero per sempre felici e contenti…”, mostrandoci come quella felicità viene vissuta fuori e dentro il letto. Si tratta, in definitiva, di una favola che abbiamo già sentito decine e decine di volte, ma con l’amore idealizzato che abbraccia la concretezza della carne e del piacere fisico.La Forma dell'Acqua immagine Cinema 02Ancora una volta, il regista usa il mostro per raccontare e inscenare sentimenti forti, interrogandosi su chi – nella quotidianità – sia il vero “orco”. Quella del film è dunque una critica verso una società malsana, che gode nel sottomettere il diverso, esattamente come Strickland prova piacere nel picchiare una creatura indifesa o intimidire una donna muta, nonostante egli stesso sia una pedina sacrificabile dell’esercito americano.

il film evolve le potenzialità intrinseche della fiaba, pur senza stravolgerne protagonisti e archetipi narrativi

Il ritmo cala leggermente nella seconda parte, ma questo è un elemento concreto e consapevole della sceneggiatura, dacché il film non richiede ulteriori sfumature interpretative: ci sono i buoni, i cattivi e i personaggi di contorno; ci sono l’intrigo, l’amore e la redenzione. L’incredibile sforzo di del Toro, già premiato con il Leone d’Oro a Venezia e con il Golden Globe, è stato proprio creare un prodotto accessibile ai più e leggero nei modi narrativi ed espressivi, che però si mantiene sempre suggestivo, avvalendosi anche di una magnifica colonna sonora.

VOTO 8

La Forma dell'Acqua immagine Cinema locandinaGenere: fantastico, sentimentale
Publisher: 20th Century Fox
Regia: Guillermo del Toro
Colonna Sonora: Alexandre Desplat
Interpreti: Sally Hawkins, Michael Shannon, Octavia Spencer, Richard Jenkins, Doug Jones, Michael Stuhlbarg
Durata: 119 minuti

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