Jurassic World – Il regno distrutto – Recensione




Tre anni dopo gli eventi di Jurassic World, il vulcano di Isla Nubar riprende la sua attività e minaccia tutte le forme di vita giurassiche dell’isola. Saranno ancora Owen (Chris Pratt) e Claire (Bryce Dallas Howard) a recarsi sul luogo, scortati da una spedizione militare finanziata da un vecchio socio di Hammond, con la missione di salvare più animali possibili per poterli poi lasciare liberi su un’ulteriore isola naturale. Il tradimento, però, è dietro l’angolo e i feroci animali verranno catturati e venduti al mercato nero, specie quelli carnivori.

Jurassic World, uscito nel 2015, risultò un successo inaspettato, arrivando ad incassare più di 1,6 miliardi di dollari al boxoffice mondiale. Un successo che portò inevitabilmente l’Universal a confermare un sequel e un terzo capitolo già in calendario per giugno del 2021. Facile quindi trovare la soluzione al motivo di tanto successo: i dinosauri hanno affascinato e continuano ad affascinare gli spettatori, arrivando a presentarsi al cinema anche alle nuove generazioni che non hanno vissuto direttamente Jurassic Park.

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Le critiche non mancarono, come non mancheranno anche per questo secondo capitolo, ma mi piace sempre ricordare come il concetto della modificazione genetica fosse già presente sia nel Jurassic Park del 1993 di Spielberg e ancor prima nell’omonimo romanzo di Crichton, in almeno due passaggi inequivocabili e volutamente eliminati in fase di sceneggiatura da Spielberg, quali il T-Rex che nuota in un fiume mentre insegue Alan Grant e i due fratelli, grazie al DNA di coccodrillo, oppure l’odioso Hammond che, per cercare finanziamenti, si presentava alle riunioni con gli investitori con un dinosauro miniaturizzato in laboratorio, chiuso nella valigetta. Insomma, Spielberg  mise in atto una drastica ma necessaria operazione di sottrazione, per portare al cinema il suo Jurassic Park, prendendo il necessario e lasciando il resto tra le pagine d’origine.

Jurassic World prima e Il regno distrutto ora continuano questo discorso sulla manipolazione genetica, spostando il focus prepotentemente sulla sci-fi “pesante” anche grazie ad un plot twist a metà film, leggermente fuori luogo e, tuttavia, necessario per continuare il discorso sulla pericolosità della forza genetica.

sotto la pelle da film di puro intrattenimento, il regno distrutto continua tacitamente un discorso di contrapposizione tra specie e responsabilità nell’uso della genetica

Se, come già dicevo, il dottor Ian Malcolm sosteneva che “la vita vince sempre”, Jurassic World – Il regno distrutto ci mostra come alcune scelte che facciamo, per esempio ricreare qualcosa che non dovrebbe più esistere, sono irreparabili. Tornare indietro è impossibile e i dinosauri, creati e clonati dall’uomo, ora sono una sua diretta responsabilità. È giusto quindi salvaguardare le creature dall’imminente disastro su Isla Nubar? È giusto o no dare a queste creature gli stessi diritti che l’uomo elargisce agli altri esseri viventi del pianeta?

Tutto questo, comunque, avviene senza voler fare troppe riflessioni o filosofia spicciola sulla vita, dato che questa seconda trilogia tende a indirizzare il suo percorso verso la magia nel mostrare dinosauri. Poca logica o valori narrativi, insomma, ma grande intrattenimento.

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Un valore che si aggiunge a favore del film è la gestione generale dello storytelling. Il regista spagnolo Juan Antonio Bayona, che già con Sette minuti dopo la mezzanotte aveva dimostrato grande tatto nel narrare storie, usa ogni mezzo a sua disposizione per arricchire il ritmo narrativo, arrivando anche ad inserirci una piccola venatura horror che riporta gioiosamente lo spettatore a divertirsi ma anche aver paura dei dinosauri. A questo si aggiunge anche un piccolo gradito ritorno, proprio quello del già citato Ian Malcolm, quasi un narratore morale delle vicende, perché tra esplosioni, ingegneria genetica e ibridi creati in laboratorio, la saga di Jurassic World sembra parlarci della responsabilità che l’uomo ha verso gli animali, compresi quelli creati in provetta.

Con un finale che esige un ulteriore film per chiudere il cerchio, Jurassic World –Il regno distrutto è un sequel fedele, aggiusta alcune cose e ne inserisce di nuove pur mantenendo il sottile tema sulla lotta fra specie diverse, umani e dinosauri, che già serpeggiava nel primo capitolo. Qui il concetto si ampia silenziosamente, ma è inevitabile aspettarsi uno scontro davvero imponente nel già annunciato terzo capitolo.

VOTO: 7.5

jurassic world il regno distrutto recensioneGenere: avventura, fantascienza
Publisher: Universal
Regia: Juan Antonio Bayona
Colonna Sonora: Michael Giacchino
Interpreti: Chris Pratt, Bryce Dallas Howard, Jeff Goldblum, BD Wong, Toby Jones, Rafe Spall, Daniella Pineda
Durata: 128 minuti

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