Il successo del franchise di Hotel Transylvania al boxoffice è una cosa sulla quale molti esperti di cinema continuano tutto’ora a scervellarsi. Al netto di una resa finale sicuramente ottima – niente Disney, Pixar o Dreamworks, bensì un film realizzato dalla divisione d’animazione della Sony – ogni singolo capitolo, questo compreso, ripropone sempre con le stesse dinamiche il rapporto umano-mostro, cercando di proporre il solito messaggio che invita ad abbattere il muro razziale tra umani e “diversi”, per promuovere l’uguaglianza e l’amore.
Dopo che la figlia ha trovato l’amore e una famiglia, adesso tocca a suo padre Dracula cercare di rifarsi una vita dopo centinaia di anni di vita sedentaria nell’Hotel. Per lo stesso motivo, la figlia Mavis organizza una grande vacanza estiva in crociera capitanata dall’umana Erika, di cui Dracula si innamorerà follemente. Ciò che non sa è che Erika è una discendente della famiglia Van Helsing e che i suoi piani verso di lui sono tutt’altro che romantici.
le risate ci sono, ma manca la genuinità autoriale
Esattamente come nei capitoli precedenti ci troveremo nella ripetitiva situazione di assistere a diversi espedienti narrativi per sottoscrivere quanto il mondo moderno viva in una gabbia mentale preistorica. La società odierna riuscirà a superare queste barriere solo con la forza dell’amore, insomma, in modo incondizionato e pure sfrontato. Alla fine Hotel Transylvania non propone niente di più allo spettatore: sicuramente riesce ad essere narrativamente più brillante anche grazie alla continua aggiunta di personaggi già dai film precedenti, ma in più occasioni risulterà sempre di assistere ad una serie di gag e sketch tutti incollati tra di loro, che vengono sorretti da una trama banale e risaputa, senza offrire particolari twist narrativi.
Hotel Transilvania 3 rimane comunque un prodotto di intrattenimento che riesce a trovare sempre il consenso del pubblico. Il boxoffice è sovrano in queste produzioni, sempre più rivolte alla volontà produttiva piuttosto che a quella autoriale. Il regista Genndy Tartakovsky ha firmato tutta la trilogia, e già dopo il successo del secondo capitolo aveva affermato di volersi prendere una pausa per fare altro. Tale “altro” è il defunto progetto su Braccio di Ferro, cancellato e rimpiazzato in fretta e furia con il terribile Emoji, motivo per cui Tartakovsky si è dovuto nuovamente mettere dietro al terzo Hotel Transilvania.
Ci sono vincoli produttivi con la stessa Sony che spingono – giustamente, almeno dalla loro ottica – su un prodotto che genera forti entrate. Manca la genuinità, manca la novità, ma non le risate.
VOTO 6.5
Genere: animazione, commedia
Publisher: Warner Bros Italia
Regia: Genndy Tartakovsky
Colonna Sonora: Mark Mothersbaugh
Interpreti (doppiatori nella versione originale): Adam Sandler, Selenza Gomez, Kathryn Hahn, Andy Samberg, Steve Buscemi
Durata: 97 minuti