The Umbrella Academy - Prima Stagione - Recensione




C’è stato un momento ben preciso, oltre la metà della stagione, dove ho finalmente capito cosa mi stava davvero piacendo di questa serie, coincidente con tutto ciò che ancora non mi era stato detto o ben definito. Di contro, paradossalmente, ho trovato quasi fastidioso ogni dettaglio che mi è stato direttamente svelato dai personaggi su schermo.

Mentre l’interessante incipit si incentrava sul fatto che, senza alcun segno di gravidanza, il 1° ottobre 1989 43 donne partorirono contemporaneamente altrettanti bambini, con la diretta adozione di sette di questi da parte dell’eccentrico Sir Reginald Hargreeves, la mia mente già volava altrove: perché i parti sono avvenuti in questo modo? Chi è davvero Sir Reginal Hargreeves? Perché adottarne solo sette e non tutti gli altri?
Non metto in dubbio che questi e altri quesiti abbiano avuto una diretta spiegazione nella graphic novel da cui il serial è tratto, ma questo continuo domandarmi cose sulla “mitologia” della storia ha avuto due risvolti ben distinti: il primo è che mi è sembrato, a tutti gli effetti, di assistere ad una narrazione in media res senza le adeguate informazioni per usufruire globalmente del racconto; il secondo è stato realizzare che, con così poche informazioni, The Umbrella Academy era riuscita a convincermi, nonostante la trovassi fin troppo fallace nella narrazione ben prima di arrivare all’ultimo, criptico episodio.

the umbrella academy recensione

Se il sentore di un’accademia di supereroi in pieno stile X-Men è dietro l’angolo, ampiamente giustificabile, a rendere questo prodotto convincente è proprio la sua volontà di non cercare una vera e propria contestualizzazione esplicativa e, anzi, evocare una costante dose di assurdità puntata dopo puntata, tra superpoteri, viaggi nel tempo, amori improbabili e altri astrusi fattori che costituiscono, di fatto, i punti forti della serie, con un’aura di mistero che quasi non ha bisogno di una giustificazione razionale. O anche il suo essere ampiamente derivativa, senza mai nascondere la cosa e, al contrario, divertendosi con leggerezza sugli stilemi di genere che vengono sfruttati (anche) per strappare risate, magari con personaggi fin troppo brillanti nel contesto in cui vengono gettati.

The Umbrella Academy è razionale e stupefacente

Purtroppo, come gran parte delle produzioni Netflix, vengono ulteriormente alimentati i dubbi sulla mancanza di una vera supervisione narrativa. Non è la prima volta che mi capita di assistere a prodotti che avrebbero necessitato di una vera e propria bussola del racconto: si comincia con A per poi seguire la strada parallela di C, senza un valido motivo a giustificare bivi e variazioni. Nel caso specifico di The Umbrella Academy, il plot principale che vede questi fratelli incontrarsi di nuovo dopo diversi anni, non riesce a sorreggere tutto lo scheletro narrativo su cui la serie edificherà il proprio firmamento supereoistico, per quanto ancora scarno di dettagli.

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Di The Umbrella Academy rimangono tanti ottimi momenti che necessitano di un approfondimento marcato, con i due fratelli Numero 5 e Klaus, due facce della stessa medaglia, che appaiono messi lì quasi a testimonianza della natura stessa del prodotto: ferrea e razionale a volte, ma fin troppo dedita a pazzia e meraviglia dell’impianto audiovisivo.

VOTO 7

the umbrella academy recensioneGenere: azione, supereroi
Publisher: Netflix
Regia: vari
Colonna Sonora: Jeff Russo
Interpreti: Ellen Page, Tom Hopper, David Castaneda, Robert Shehaan, Emmy Raver-Lampman, Aidan Gallagher
Durata: 10 episodi

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