Non serve un’introduzione su cosa siano i Pokémon, chi sia Pikachu o sul fenomeno globale che hanno rappresentato per più di venti anni, ritagliandosi una fetta ben consistente dell’interesse nerd del pianeta. Ora, nel 2019, possiamo osservare il passo successivo: un film, ma non uno dei tanti animati, bensì un’opera live action per la quale Warner Bros ha scelto di percorrere la strada più facile e intelligente, comunicando direttamente proprio con i milioni di fan in giro per il globo.
Il mondo costruito nel film è qualcosa che inconsciamente esiste già nella testa di ognuno di noi, una realtà simile alla nostra dove gli umani condividono il pianeta con i Pokémon. Questi si possono catturare, allenare o far combattere, ma a Ryme City, in particolare, il sogno di un magnate filantropo diviene realtà: uomini e Pokémon vivono in simbiosi, perseguendo una condizione di pace e rispetto tra le due specie. Questo, almeno, fino alla presunta morte di un noto investigatore privato. Il figlio, assieme a un peculiare Pikachu parlante, assuefatto dal caffè e dallo spirito investigativo, cercheranno di risolvere il mistero.
Pokémon: Detective Pikachu è un film girato senza freno a mano, che si lascia andare in una discesa piena zecca di riferimenti a una mitologia persino troppo ricca, motivo per cui presentazioni e/o spiegazioni sono praticamente nulle: i Pokémon sono parte fondamentale della vita dell’essere umano, ripudiarli è da folli, meglio lasciarsi abbracciare senza filtri a questa follia.
C’è quindi una vena auto-celebrativa intrinseca a fare da contorno, e la scelta di inserire attori come Ken Watanabe ne fornisce una dimostrazione inoppugnabile, fungendo da anello di congiunzione tra due culture differenti, quella statunitense che racchiude l’idea produttiva del film, e l’origine orientale dei piccoli mostri.
pokemon: detective pikachu è la consacrazione audiovisiva di un franchise storico, dedicato a ogni tipo di pubblico, grandi e piccoli
La trama si districa in una complicata e quasi masochista linea narrativa, fatta di misteri, realtà da scoprire e indizi da scovare, tutti elementi inseriti e gestiti senza troppa confusione se si contestualizza il prodotto per il pubblico di riferimento: Pokémon: Detective Pikachu è un film dalle intenzioni semplicissime, perfetto per un pubblico di piccoli spettatori o anche di adulti che proveranno emozioni differenti, magari scoprendo per la prima volta queste bestiole colorate o, al contrario, riportando la memoria a qualche decina di anni fa. Già l’incipit del film, che riprende alcuni momenti chiave della primissima pellicola d’animazione del 1998, “Mewtwo contro Mew”, ne è una testimonianza e, a film concluso, l’abbraccio nel raggruppare più generazioni possibili è fin troppo chiaro.
Tolti, quindi, lo snodo da thriller moderno e qualche rivelazione tirata dentro con superficialità, Pokémon: Detective Pikachu è a tutti gli effetti la celebrazione e consacrazione audiovisiva di un brand ormai storico, che si riscopre al cinema con la voglia di raccontare e, ancor di più, mostrare queste divertenti creature sotto una nuova lente.
Quasi inutile sottolineare che il vero mattatore del film sarà proprio Pikachu, in una veste da chiacchierone che metterà quasi in ombra tutto il resto del world building messo in piedi per il film, comunque sibillino per i più: ci si chiede come possano funzionare le evoluzioni, quali tipi di Pokémon esistono, quali sono gli esemplari più mitologici, già scoperti e non; tante domande che tartasseranno i fan più datati, insomma, mentre i più piccoli si troveranno maggiormente a loro agio nella semplicità dei dialoghi o delle soluzioni finali.
VOTO 7.5
Genere: fantastico, commedia
Publisher: Warner Bros Italia
Regia: Rob Letterman
Colonna Sonora: Henry Jackman
Interpreti: Justice Smith, Ryan Reynolds, Ken Watanabe, Bill Nighy, Suki Waterhouse
Durata: 104 minuti