Brightburn - L'angelo del Male - Recensione




L’idea alla base di Brightburn – L’angelo del Male è tra le più semplici e promettenti di sempre: prendendo spunto dalla genesi di personaggi dei fumetti quali Superman, il film si chiede cosa potrebbe accadere se un bambino venuto dallo spazio e accolto benevolmente in una famiglia di contadini, reagisse in modo violento nel momento in cui scopre le sue origini.
Da salvatore a possibile causa della fine del mondo il passo è breve, e se una storia del genere è stata già affrontata nei comics con Red Son, dove l’astronave di Kal-El si schiantava in Unione Sovietica, qui ne esploriamo le eventualità più macabre ed estreme.

brightburn l'angelo del male recensione

Scritto da Brian e Mark Gunn, rispettivamente fratello e cugino di James Gunn, che si inserisce in produzione, il film narra di una famiglia che accoglie un neonato atterrato nel loro ranch con una navicella, chiamandolo Brandon e crescendolo come il figlio mai avuto. Verso i tredici anni, però, Brandon scopre i suoi poteri e la rabbia per la bugia sulle sue origini, assieme a un sinistro richiamo dell’astronave, portano il ragazzo a diventare un cacciatore e uccidere chiunque lo meriti,almeno  secondo la sua visione da adolescente irato.

In Brightburn non c’è un momento che richieda per davvero la massima attenzione da parte dello spettatore, arrivando ai titoli di coda senza veri sussulti al di là di alcuni jumpscare, disseminati lungo la pellicola. Al di là di quel che può apparire dall’incipit della trama, Brightburn è un vero e proprio horror con qualche punta di splatter, utile più a marcare l’animo spietato di Brandon che non a provocare disgusto.

il film rimane più volte chiuso nei meccanismi del genere horror

Verso metà pellicola l’interesse viene meno, e lo stesso film viaggia con il pilota automatico fino all’inevitabile finale, che ne rivela qualche sopita ambizione produttiva.  Un film che cerca in tutti i modi di essere più grande di quel che è, ma non presenta il giusto passo né, tanto meno, le scarpe adatte per un viaggio meno banale.
Molto lontanamente (più che altro, a livello qualitativo) siamo dalle parti di Chronicle di Josh Trank, dove se si ragionava sulla figura dell’eroe e dell’adolescenza, mista ai temi dei superpoteri e del superuomo “dannunziano” che ne tratteggiavano un quadro perfetto.

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Al contrario,  Brightburn sembra essere un semplicistico parto nerd senza alcuna inventiva, incastrato nei suoi meccanismi di genere horror e quindi impossibilitato a sperimentare oltre una certa linea narrativa. Ciò detto, pur rammaricandosi per l’occasione sprecata, il risultato è comunque passabile.

VOTO 6

brightburn l'angelo del male recensioneGenere: horror
Publisher: Sony
Regia: David Yaroveski
Colonna Sonora: Tim Williams
Interpreti: Elizabeth Banks, David Denman, Jackson A. Dunn, Matt Jones, Meredith Hagner, Michael Rooker
Durata: 91 minuti

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