Gemini Man - Recensione

Se mi avessero mai detto che una firma del cinema come Ang Lee, fortemente autoriale, sarebbe andato a dirigere un action con Will Smith, non ci avrei mai creduto. Eppure, da un paio di pellicole il regista ha apertamente annunciato la sua voglia di sperimentare nuovi modi e tecnologie per raccontare storie.
Quella di Gemini Man purtroppo è una storia fin troppo vista, diluita con diversi cliché: Henry Brogen (Will Smith) è un sicario in procinto di andare in pensione, cosa che non piace ai suoi capi che vedono in lui una grande risorsa; un’organizzazione ha però  un asso nella manica, il progetto Gemini Man, specializzato nella clonazione dei migliori assassini sulla faccia della Terra, così da avere un ricambio generazionale sempre pronto. Per far spazio al nuovo, il vecchio deve morire, motivo per cui lo scontro tra i due sarà giustamente alla pari, mentre la realtà viene pian piano a galla.

gemini man recensione

Da un incipit comunque intrigante era lecito aspettarsi un’esplorazione di trama adeguata, con tutte le rispettive ripercussioni sia etiche che morali che il tema della clonazione può ispirare. Invece, il film di Ang Lee sceglie la strada secondaria, in parte vincente, in parte quasi fallimentare, mostrando come tutto l’impianto narrativo sia un grandissimo pretesto per mettere in scena uno dei film tecnicamente più impressionanti che abbia mai visto.
La missione del regista, dunque, si palesa fin da subito: sotto la scorza da blockbuster da circa 180 milioni di dollari di budget, si nasconde un piccolo esperimento cinematografico; il film è stato tutto girato in 3D HFR nativo a 120 fps.

Sarà difficile abituarsi alla visione nei primi minuti, con la nostra percezione che difficilmente riuscirà a scindere la finzione della scena o peggio, difficilmente riuscirà a scorgere dei difetti nell’incredibile lavoro di ringiovanimento applicato su Will Smith , ovviamente impegnato nel doppio ruolo di Henry e di “Junior”, la sua controparte giovane.

A livello percettivo non sarà facile abituarsi al formato cinematografico da 120 fps

Gemini Man  si proietta sulla reale capacità che la macchina cinema è riuscita a scoprire e conquistare sino ad oggi. Il formato a 120 fps risulterà una gioia per occhi e sensi, piazzandosi come una delle esperienza cinematografiche da provare almeno una volta (a patto che la vostra sala più vicina sia attrezzata di tutto punto), e ve lo dice una persona che mai è riuscita a digerire il surplus del 3D al cinema.

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Difficile rimanere indifferenti davanti un lavoro tecnico e digitale di una perfezione incredibile. Purtroppo, nonostante la tanta bravura, e un Will Smith che tiene banco nel doppio ruolo, a Gemini Man manca proprio una storia adeguata, un valore narrativo che possa giustificare il biglietto al netto del lavoro tecnico. Il risultato potrà mandare in brodo di giuggiole alcuni (ci sono scene in finto piano sequenza o d’inseguimento motorizzato che sono da alzarsi in piedi ed applaudire), destando qualche dubbio e diverse reazioni in altri. Al pubblico l’ardua sentenza.

VOTO 6

gemini man recensioneGenere: thriller, fantascienza
Publisher: 20th Century Fox
Regia: Ang Lee
Colonna Sonora: Lorne Balfe
Interpreti: Will Smith, Clive Owen, Mary Elizabeth Winstead, Benedict Wong
Durata: 117 minuti

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