Ogni qualvolta si parla di Watchmen e media audiovisivi, si piega la testa all’indietro con tanto di mani nei capelli. Anzi, mi correggo: tutte le occasioni in cui si parla di Alan Moore e cinema o, oggi, anche serie televisive, il primo si sente male e chiede apertamente, minacciando tutti con una schiera di avvocati alle spalle, di non voler mai più nulla a che fare con la settima arte; più precisamente, semmai l’industria cinematografica dovesse iniziare progetti tratti da sue opere, il nome di Moore non dovrà mai comparire da nessuna parte.
Proprio così si pone il serial di Watchmen, ideato per la tv da Damon Lindelof e prodotto da HBO: sul finire del primo episodio dei sei che Sky Atlantic mi ha mandato in sede di preview, oltre al mio stupore per aver assistito ad uno show dalle potenzialità impressionanti, noto nei titoli di coda che l’unico credits riguardo l’opera cartacea di Watchmen è di Dave Gibbons. Spulcio curioso i titoli degli altri episodi a disposizione (niente spoiler, tranquilli) e trovo la quarta puntata che porta il titolo “If you don’t like my story, write your own”. Rido di gusto. Mi aspetto grandi cose da Watchmen.
alan moore non vuole più il suo nome accostato in produzione cinematografiche tratte dalle sue opere
Come sceneggiatore Lindelof è tanto amato quando odiato nel circuito cinematografico, come in quello meno nobile fatto di chiacchiere social, con sfumature prevedibili che vanno dal “sopravvalutato” al “sottovalutato”. Tanti i progetti che lo hanno consacrato o reso oggetto di critiche, ma prenderemo ad esempio i due che sembrano più congeniali e nelle corde dell’autore: Lost e The Leftovers.
Il Watchmen di Lindelof è a tutti gli effetti una sorta di sequel ufficioso di ciò che abbiamo letto nel fumetto e visto nel film di Zack Snyder, e proprio da queste due fonti, identiche per tema, ma lontane come realizzazione, l’autore attinge a piene mani.
Nonostante la serie sia ambientata diversi anni nel futuro rispetto alle avventure originali, c’è ancora una volta un omicidio di una persona influente che ha usato l’ideologia degli eroi in maschera per innestare un messaggio di pace e ordine. Il mondo sembra sempre sull’orlo del caos e, in special modo, un gruppo di terroristi con la maschera di Rorschach minaccia l’ordine pubblico: la stessa organizzazione ribelle è a conoscenza di un segreto che potrebbe cambiare il destino del mondo e rivoluzionare tutta la società odierna per come la conosciamo. Una bugia creata da altri per tenere tutti sotto controllo.
Se avete visto, amato e odiato il film di Snyder, qui ritroverete tutto lo stesso impianto visivo, con ogni singola costruzione dell’immagine riproposta fedelmente. Uno stratagemma che non si dimostra simbolo di pigrizia, bensì necessario per introdurre e contestualizzare l’opera: come il fumetto, pur posizionandosi a distanza di anni e con diversi vigilanti in azione, con il ricordo dei gloriosi Minuteman, l’incarnazione televisiva di Watchmen vuole riproporre temi e stilemi dell’opera originale e continuare un racconto che, secondo Lindelof, aveva bisogno di essere nuovamente ripresentato. Con il senno di poi la ragione sembra dalla sua parte: mai come questa volta il formato audiovisivo si è rivelato perfetto per l’operazione.
Benché abbia visto solo sei dei nove episodi che comporranno la prima stagione, non riesco a trattenere l’entusiasmo per quello che potrebbe essere il nuovo punto di riferimento sia per la HBO come per chiunque sia fan dell’opera firmata Moore/Gibbons.
Mostrando lo scontro tra diverse generazioni, insieme alla ricerca della sfida umana alle divinità, Lindelof infarcisce ogni episodio di dialoghi sempre attenti, non risparmiando di mostrare gli eccessi, le bizzarrie o le perversioni. Taglia e recupera molto materiale non presente nel film di Snyder e lo contestualizza nella sua storia (Attenzione, moderati spoiler fino alla fine del paragrafo, ndII-V). Possiamo seguire le vicende di Adrian Veidt/Ozymandias, ovviamente più vecchio e qui interpretato in modo superbo da Jeremy Irons, sempre in disparte eppure consapevole di tutto ciò che arriverà a breve, con il suo passato poco glorioso che verrà a galla; osserveremo i suoi esperimenti e la disperata odissea per mettersi in contatto con “qualcuno” dalla pelle blu che ha deciso di prendere casa su Marte e non tornare più sulla Terra, ormai disgustato dagli esseri umani… Immagino abbiate capito di chi si tratta.
Watchmen è un connubio perfetto di nuove reclute e vecchie conoscenze, con le prime che si cibano delle glorie degli eroi del passato, e quest’ultimi che nascondono ben più di un segreto. La costruzione del soggetto si completa sulla classica formula ciclica del fumetto – anche qui si parla del tempo, del passato che si riversa sul presente cambiando inevitabilmente le sorti del futuro, sempre più in procinto di un nuovo pericolo globale.
Il watchmen di HBO è un connubio perfetto di vecchie e nuove reclute
Con ancora tre episodi da vedere per concludere il ciclo, sento già di poter promuovere già Watchmen come uno dei più fulgidi progetti televisivi di questo 2019, prendendomi tutte le responsabilità del caso. Un risultato che in parte esula dalla fedeltà stilistica o narrativa alla graphic novel, ma che siate fan o meno degli albi originali e/o del film, che sappiate tutto o assolutamente nulla di Watchmen – il serial è accessibile a tutte le fasce di pubblico – arriverete sempre alla fine di un episodio con la voglia viscerale di divorare la puntata successiva. Avrete la sensazione di essere di fronte a un prodotto pensato e creato con la testa, razionalizzando ogni scelta narrativa.
Chicca finale, che potrebbe essere da poco ma entrerà facilmente nelle vene di parecchi spettatori: il theme principale, come tutta la colonna sonora firmata da Trent Reznor (fan dei NIN accorrete) e Atticus Ross,(duo che aveva già fatto faville con Fincher in The Social Network o Gone Girl), va perfettamente a braccetto con le atmosfere di Watchmen, complici le sonorità distorte e confuse che fanno da cornice a un prodotto eccelso sotto tutti i punti di vista.
Watchmen va in onda in contemporanea con gli Stati Uniti su Sky Atlantic in lingua originale e dal 28 ottobre doppiata in italiano.