Lo so, in qualche modo posso sentirvi brontolare a denti stretti qualcosa del tipo “sì, ma la seconda stagione di Westworld era davvero disastrosa”, mentre avete cautamente – ma comunque con sano interesse – cliccato per aprire questa anteprima, basata sulla visione di alcune puntate della nuova serie di episodi.
In parte sento di darvi ragione: con tutte le sue criticità, ché ometterle è impossibile, la scorsa stagione di Westworld non è stata all’altezza delle aspettative. Ma, considerata la pazzesca qualità dell’esordio televisivo, come avrebbe potuto esserlo ? La risposta più vicina alla verità è più semplice del previsto: in un racconto che presenta un inizio e una fine, nel momento in cui l’aspetto drammaturgico muta dalla semplice presentazione (identificabile con la prima stagione) verso lidi ben più marcati su cui prodigarsi fin troppo, alla stregua di semplici obiettivi del racconto, è normale che qualcosa finisca per perdersi, in special modo in quei prodotti seriali strutturati con trama orizzontale. Questo è un po’ l’effetto Lost, serial basato sul brivido di scoprire quanti più misteri dell’isola fosse possibile, laddove l’ultima stagione ha (inevitabilmente?) cambiato le complicatissime carte in tavola per concentrarsi sulla risoluzione delle vicende e sul mettere la parola fine al tutto. In casi del genere, ritmo e linguaggio subiscono una brusca virata più o meno radicale, provocando qualche logico malumore.
La stessa cosa è successa con Westworld, benché nell’arco di una sola stagione di passaggio. La seconda stagione pecca nella voglia di allungare un discorso che già era stato esaustivo, per certi versi esaurito, nella prima. La soluzione degli altri parchi a tema era davvero infelice, ma nonostante tutto, in special modo per l’ultima puntata e relativi colpi di scena, l’anima di Westworld è stata tratta in salvo e preservata in una teca di vetro.
Mentre la stagione è in arrivo anche da noi in Italia, Sky Atlantic ci ha dato gentilmente la possibilità di dare un’occhiata ai primi quattro episodi e, devo dirlo, ne sono uscito più che soddisfatto, oltre ogni aspettativa. Per motivi di embargo non potremo dilungarci troppo nei dettagli; mi limiterò a parlare di ciò che potrebbe rivelarsi una vera bomba negli episodi successivi.
Dopo l’ultima puntata della seconda stagione, adesso i riflettori sono tutti puntati sul mondo esterno e le dirette implicazioni tra Delos e le (dis)avventure di Dolores, nella sua lenta e inesorabile crociata fuori le mura di Westworld.
Dolores manterrà viva la speranza e la fiamma di una rivoluzione che serpeggia sinistra
Due saranno le grandi new entry per questa terza stagione, entrambe sfiziosissime: la prima è Aaron Paul, col suo personaggio abbastanza ricco di sfumature sin dalla primissima puntata, dove impareremo a conoscerlo. C’è un background ben preciso e l’incontro con Dolores lo porterà a nuovi piani di coscienza su come vivere la sua vita. Poi incontreremo Vincent Cassell, nei panni di un losco magnate, anch’esso interessato tanto agli androidi quanto all’eredità di Westworld e tra tutte, brama la morte di Dolores.
Il parco avrà ancora un ruolo cruciale e servirà per narrare altre storie – e dovremmo ancora incastrare bene i pezzi per capire tutte le storyline – anche per scoprire la natura da androidi di tanti altri personaggi che non conoscevamo fino alla stagione precedente. Da una parte, queste scelte hanno la funzione di posizionare una pedina ben distinta sulla scacchiera degli sceneggiatori, in vista del prosieguo della storia, dall’altra di farci conoscere dettagli su alcuni coprotagonisti che ci aiuteranno nella comprensione di alcune situazioni – o scelte – capaci di destare più di qualche perplessità nella stagione precedente. Taluni potrebbero chiamarle “forzature”, ma ripensando a tutto l’arco narrativo di un determinato personaggio apprezzeremo particolarmente la rivelazione che lo riguarda, anche per spiegare tante azioni giustamente discutibili.
Dolores manterrà viva la speranza e la fiamma di una rivoluzione che serpeggia sinistra, nei suoi occhi vitrei e spenti o quando impugna la pistola cercando vendetta.
Insomma, ciò che posso dire una volta arrivato alla quarta puntata è che non vedo l’ora di vedere le restanti. C’è stato un drastico e netto taglio con il passato, c’è l’introduzione di personaggi nuovi che usano il proprio background come biglietto da visita, funzionando da staffetta per passare il testimone e portarci nel mondo fuori da Westworld. Un mondo che non sarà più lo stesso, fuori e dentro le mura del parco.
La prima puntata della terza stagione di Westworld andrà in onda in versione originale sottotitolata alle 3.00 della notte fra domenica 15 e lunedì 16 marzo, poi alle 20:15 su Sky Atlantic e NOW TV.
Dalla settimana successiva in lingua italiana tutti i lunedì alle 21:15.