Bloodshot – Recensione

Bloodshot racconta due storie ben distinte: la prima è quella mostrata effettivamente nel film, con un soldato che viene ucciso da un sicario e poi successivamente riportato in vita da una corporazione chiamata RST, che si occupa anche di innestargli addosso potenti nanotecnologie per renderlo più forte e resistente di qualsiasi altro umano.

La seconda storia narra di un giovane e talentuoso attore adocchiato da tanti registi di fama mondiale per la sua versatilità, caduto poi in un limbo di macchiette action che lo hanno allontanato dalla valle del vero talento, portandolo a perdersi in progetti tutti uguali. Pellicole che, peraltro,  sono le uniche a consentirgli un’entrata fissa sul conto in banca. Quell’attore, protagonista anche di questo film, è Vin Diesel.

Quest’ultimo punto di vista, puramente critico, potrebbe pure risultare futile al fine della valutazione di Bloodshot, ma in qualche modo, per osmosi, calza a pennello e influisce direttamente sul voto in calce.

Sony, assieme alla condivisione dell’universo marveliano di Spider-Man, si è accaparrata qualche altra esclusiva dal mondo dei comics. Tra queste, ancora da saccheggiare, c’è il Valiant Universe.

bloodshot recensione

Il pacchetto era praticamente pronto, con un Vin Diesel bisognoso di qualche altro ruolo al di là dello scamiciato Dominc Toretto di Fast & Furious,. D’altra parte, la sua filmografia degli ultimi quindici anni è un tacito testamento di come, per quanto suoni assurdo, oltre la saga su quattro ruote l’attore non riesca più a imporsi sul mercato blockbuster. Ci sono state piccole parentesi, tentativi di fare qualcosa di originale (The Last Witch Hunter) o rilanciare franchise morti e sepolti (xXx: Il ritorno di Xander Cage) fallendo miseramente, con stroncature desolanti di critica e boxoffice.

Fa sempre un po’ di tenerezza vedere Vin Diesel che cerca di percorrere una strada differente, investendoci anche del denaro in prima persona, sperando di tornare al successo. Bloodshot è solo l’ultimo di una carrellata di progetti che l’attore si autofinanzia per compensare la carenza di ruoli non ottenuti altrove. Paradossalmente, a differenza di altre prove deludenti,  stavolta con Bloodshot riesce a combinare qualcosa di relativamente diverso, almeno rispetto allo standard di tanti suoi film,  convincendo sufficientemente con un prodotto che perde – finalmente – lo stucchevole focus concentrato solo su di lui, per dare un respiro più ampio a una storia tutto sommato intrigante, piacevole da seguire.

nonostante il comprensibile scetticismo prima della visione, Bloodshot si è dimostrato un concreto b-movie che non si vergogna della sua natura

Accanto Vin Diesel si inserisce un cast di comprimari utili allo svolgimento della trama, alcuni con un determinato background che evolverà con il prosieguo degli eventi. Non da meno sarà la storia, facilmente banalizzata già dalle prime battute, ma che contiene un paio di twist incastrati benissimo in grado di giustificare alcune scelte che, alle primissime battute, possono sembrare fuori luoghi. E invece no: alle spalle si riconosce un costrutto narrativo capace di incastrare perfettamente tutti i tasselli al posto giusto, per quanto non esattamente originali.

Lode al buon Guy Pearce, che infarcisce e confeziona sempre un’interpretazione eccellente. I momenti che lo vedono su schermo sono i migliori, per carisma ed evoluzione del suo personaggio. Vin Diesel, al contrario, ancora una volta si dimostra chiuso nel personaggio che ha malamente contribuito a costruirsi attorno: viso crucciato, canotta bianca e rabbia incontrollata per difendere, in questo caso, la sua famiglia. Stilemi che evidentemente lui ama, ma che il pubblico non riesce più a filtrare per trovare elementi davvero diversi. Come dire che, anche in questa interpretazione, la mente non può che associarlo sempre e comunque al tamarro Toretto.

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Complessivamente, però, il lavoro effettuato su Bloodshot risponde bene a un B-movie che non si vergogna di essere tale, e anzi usa ogni carta a disposizione per portare allo spettatore un prodotto pulito e chiaro, offrendo una visione spensierata e senza troppo impegno. Anche la regia di David S.F. Wilson è stilisticamente limpida, molto più convincente e giocosa nelle fasi action, ricordando la buona mano che lo stesso autore ha dimostrato come effettista digitale in film, music video, videogiochi e anche come regista, ad esempio di uno episodi dell’antologia animata Love,  Death & Robots.. Purtroppo, l’emergenza Coronavirus ha bloccato il film al boxoffice, rendendolo un flop prematuro. Per una volta che il buon Vin ne aveva azzeccata una, con buona pace dei tanti altri progetti paralleli, talvolta davvero meritori, che ha fondato e non hanno visto buona sorte (Tigon Studio, azienda di videogiochi e Racetrack Records, etichetta discografica).

Da noi, il film ha saltato direttamente il passaggio in sala per approdare su Chili.

VOTO 6.5

bloodshot recensioneGenere: azione, fantascienza
Publisher: Warner Bros, CHILI
Regia: David S.F. Wilson
Colonna Sonora: Steve Jablosnky
Interpreti: Vin Diesel, Eiza Gonzaléz, Heughan, Guy Pearce, Toby Kebbell
Durata: 110 minuti

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