Jurassic World: Il Dominio – Recensione

Un terzo e ultimo capitolo per chiudere il cerchio di Jurassic World, franchise che ha goduto di una salute cristallina al boxoffice, mentre dopo le implicazioni del secondo capitolo, in molti si sono chiesti come sarebbe potuto evolvere questo fortunato franchise di casa Universal. Ebbene, prendete tutto il buono (tanto, tantissimo buono) fatto da Bayona in Jurassic World – Il Regno Distrutto, e andate di sottrazione per quanto riguarda tutte le implicazioni morali sull’ingegneria genetica e il senso di responsabilità verso creature create e cresciute dall’uomo; quello che vi rimarrà è proprio Jurassic World – Il Dominio.

Non c’è un vero momento dove il film comincia a vacillare per chiudersi a riccio in uno scudo narrativo privo di stimoli elettrizzanti, perché, concretamente, non si può parlare di questo capitolo come un sequel diretto de Il Regno Distrutto, giacché dalle implicazioni narrative che vengono poste davanti allo spettatore questo sembra un capitolo che si distacca totalmente da quanto narrato fino a prima.

Facciamo un recap veloce: una bambina, con un background chiaro ne Il Regno Distrutto, ma che viene rielaborato per comodità in questo film, libera i dinosauri nel nostro mondo. Gli umani civilizzati si trovano a convivere con creature vissute milioni di anni prima. Le basilari implicazioni sociali, quali per esempio la semplice sopravvivenza sono le prime a cui una mente razionale andrebbe a ponderare, eppure il motto è sempre lo stesso: in ogni situazione particolare, c’è la possibilità di arricchirsi. Dunque ecco comparire nuovamente un “parco” dove custodire e studiare gli animali e continuare gli esperimenti genetici.

La maschera viene giù dopo poco, con Il Dominio che non è più un sequel de Il Regno Distrutto, bensì del primo Jurassic World, proprio a ripercorrerne la linea più leggera, con un divertimento spicciolo e poco attento all’intelligenza dello spettatore. Metà delle situazioni che vediamo su schermo sono eventi di contorno, incredibilmente ridondanti al fine dell’obiettivo principale e non manca occasione dove la stessa sceneggiatura rilegge alcuni eventi del passato per accomodarli meglio a quelli attuali.

dopo un baricentro narrativo brillante (Il regno distrutto) Jurassic World – Il dominio cambia tutto nuovamente, rinnovandosi, ma perdendo ogni senso di narrazione e logica degli eventi

Non aiuta l’aggiunta della vecchia Trinità del Jurassic Park firmato Spielberg: se Laura Dern se la cava ancora nei panni della dottoressa Sattler, Jeff Goldblum e Sam Neil sono al limite della macchietta. Grandi emozioni e sani feels nel rivederli assieme, ma sembra più una mano tesa alla nostalgia che alberga in ognuno di noi piuttosto che a un’aggiunta concreta alla trama: al primo passo ci scalda al cuore, per poi sentire che quel calore è di funzione artificiale ed è svanito poco dopo.

Ma i veri problemi del film sono nella tecnica con cui è stato realizzato. Jurassic World – Il Dominio ha avuto ben diciotto mesi di riprese. Diciotto. Un anno e mezzo per realizzare un blockbuster quando di solito il tempo standard per le riprese base più quelle aggiuntive, tendenzialmente tocca poco meno dei tre mesi di lavoro. Questo perché le tempistiche erano relativamente strette per molti attori che sono stati costretti a lavorare in una bolla, con un uso spropositato di green screen, l’impossibilità di muoversi liberamente e tutte le limitazioni di una produzione che cercava di sopravvivere durante il periodo più duro della pandemia di Covid-19.

jurassic world il dominio recensione

Per quanto il montaggio cerchi di nascondere le criticità, queste escono fuori spesso: campi e controcampi a nascondere il fatto che su quel set, fisicamente, due attori non erano presenti nello stesso momento, personaggi secondari che non hanno la scena di uscita ufficiale tanto meno quella di entrata e, cosa peggiore tra tutte, ricreare un percorso narrativo già visto, affrontato e digerito. Jurassic World – Il Dominio è un film alla stregua di uno spin-off che alla domanda “come dovrà vivere il genere umano con i dinosauri a piene libero” non riesce a formulare una risposta, coccolando lo spettatore in uno pirotecnico spettacolo al cardiopalma dove ci si esalta all’entrata in scena di dinosauri sempre più grandi.

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Alla fine il miglior consiglio è proprio quello che diede Pascoli, facendo appello al fanciullino dentro di noi, che possa dare forma, coerenza e poesia a uno spettacolo che vuole solo intrattenere, dimenticandosi di avere le possibilità per parlare delle responsabilità che il genere umano ha verso le sue creazioni, che siano biologiche o artificiali. Una vera occasione mancata per dimostrare che Jurassic World era qualcosa di più che mero spettacolo giurassico.

VOTO 6

jurassic world il dominio recensioneGenere: azione, fantascienza
Publisher: Universal
Regia: Colin Trevorrow
Colonna Sonora: Michael Giacchino
Interpreti: Chris Pratt, Bryce Dallas Howard, Sam Neil, Jeff Goldblum, Laura Dern, Isabella Sermon
Durata: 146 minuti

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