Prometheus stole fire from the gods and gave it to man. For this he was chained to a rock and tortured for eternity.
Qual è il dovere di un uomo brillante nei confronti dei suoi simili? Robert Oppenheimer è un giovane fisico, uno di quelli pigri, svogliati, ma pieni di talento, perché per accendere la scintilla serve premere un tasto particolare, per uscire dalla mediocrità del nostro essere uomini, formiche al servizio di leggi della fisica che ci pongono dei limiti.
Robert Oppenheimer di tasti ideali da premere ne ha tre.
Il primo è quello della meccanica quantistica, l’arrivo di un nuovo ramo di scienza che si pone come una piccola rivoluzione interna della fisica classica, per abbracciare la fisica moderna. Il secondo tasto è quello dell’ingaggio per il progetto Manhattan, la missione di creare un ordigno atomico unico nel suo genere come deterrente per future guerre mondiali – per poi dare il via alla corsa agli armamenti nucleari. Il terzo tasto è quello del rimpianto: costruita la bomba, Oppenheimer si pente; solo in un secondo momento si renderà conto di essere non solo il “distruttore di mondi”, bensì il genitore di un terrore atomico che ha visto nella crisi di Cuba o nella Guerra Fredda temibili e sinistri figli, tutti non voluti. Oppenheimer ci ripensa, volta le spalle agli Stati Uniti che, forti delle loro contraddizioni, prima elogiano il fisico, poi lo accusano di spionaggio comunista, annientandolo sul piano etico, per poi riabilitarlo solo decenni dopo.
Oppenheimer è un film, come facilmente suggerisce il titolo, non sugli Stati Uniti, non sulla Seconda Guerra Mondiale, ma sull’uomo. La narrazione che si spalma sulle tre ore non prende mai le distanze da Robert Oppenheimer, senza mai condannarlo né elogiarlo. Non è un’agiografia come erroneamente dipinta da parte di alcuni – sempre senza aver visto il film – giacché della Seconda Guerra Mondiale non vi è l’ombra.
Una scelta tanto stilistica quanto narrativa, che può farsi apprezzare o meno, ma che non toglie come a Nolan non interessi raccontare di battaglie, scontri, nemici o amici; l’autore, al contrario, trova letteralmente forte un altro tipo di scontro, quello dentro la testa del giovane fisico.
Oppenheimer è uno dei migliori film in assoluto di Christopher Nolan, pregno di una maturazione artistica e narrativa senza pari
Lo stesso regista inglese mette tecnica e narrazione al servizio di Cillian Murphy, glaciale nello sguardo di chi, consapevolmente, sta donando al mondo non solo un’arma, ma l’inizio di un’epoca costruita sulla paura della guerra, l’incipit di parole spesso minacciose come “atomico” e “nucleare”, che cominceranno ad essere usate sempre di più nel vocabolario comune. Il retaggio di Oppenheimer è di quelli criptici, difficili da decifrare, come si evince dai colloqui con Albert Einsten in cui sottolinea quanto sia giusto o meno donare tali scoperte o conoscenza al genere umano, ridotto a una massa di formiche incapaci di pensare o ragionare.
Ecco, dunque, lo scontro tra miti e déi. Prometeo rubò il fuoco per donarlo agli uomini, che lo usarono per combattersi a vicenda, mentre lui subì una pena eterna; la storia torna con Oppenheimer che volta le spalle agli Stati Uniti, massacrato perché non ha intenzione di costruire più alcuna bomba, etichettando come moralmente errato ciò che ha fatto.
Oppenheimer è un film costruito con la stessa materia con cui si costruiscono gli horror
Un racconto non nuovo, che si ripete e si specchia nei personaggi di Oppenheimer e Lewis Strauss (uno straordinario Robert Downey Jr.), uomini perfetti per gli ideali degli Stati Uniti, self-made-man che piacciono così tanto, laddove questa fedeltà deve essere totale, pena la distruzione dell’immagine.
Oppenheimer è un’opera assai verbosa, ma i 180 minuti pieni di proiezione non stancano mai occhi e orecchie. Tolta la prima mezz’ora, che serve per portare il racconto su binari prestabiliti, il resto fila via che è un piacere e si arriva alla fine del film terrorizzati, attoniti, perché Oppenheimer è un film costruito con la stessa materia con cui si costruiscono gli horror. Un vero incubo a cielo aperto, dalla voglia incalzante della creazione, fino al ripensamento con le mani sporche di sangue. Un futuro incerto, genitori incapaci di accudire la propria prole (profetica l’azione di Oppenheimer a inizio film di “abbandonare” il proprio figlio ad alcuni amici giacché lui e la moglie si considerano cattivi genitori).
Chi ha un dono così grande dovrebbe elargirlo al resto del mondo? Usarlo egoisticamente o per la progressione della scienza e del genere umano? E se la potenza della scoperta può essere così forte da esplodere nelle proprie mani, basterà solo chiudere il pugno per fare da cuscinetto al dolore? Il periodo atomico è iniziato, rispetto alla Storia è iniziato ieri e il film ci pone davanti questa realtà che molte volte dimentichiamo. Dopo la costruzione di ordigni atomici, dopo Hiroshima e Nagasaki, qualcosa è cambiato davvero e non si parla degli esiti di una guerra, ma del destino del genere umano.
Ad oggi, senza ombra di dubbio, uno dei migliori film in assoluto di Christopher Nolan, pregno di una maturazione artistica e narrativa senza pari.
VOTO 9
Genere: storico, biografico, drammatico
Publisher: Universal
Regia: Christopher Nolan
Colonna Sonora: Ludwig Goransson
Interpreti: Cillian Murphy, Emily Blunt, Matt Damon, Robert Downey Jr., Florence Pugh, Josh Hartnett
Durata: 180 minuti