Vortigern, invidioso e desideroso del potere del fratello Uther, cospira alle spalle di costui, e dopo il suo assassinio, ne rivendica il trono. Il figlio di Uther, il giovane Artù, viene dato per disperso ma una leggenda prende piede tra le strade oppresse dal Re tiranno: nel momento decisivo Excalibur si mostrerà e solo il discendente di Uther, il vero erede al trono, potrà estrarre la spada e brandire l’immenso potere racchiuso in essa.
Il cinema di Guy Ritchie non incontra mai il consenso della critica: il giornalismo cinematografico tende sempre a esaltarsi per lo stile esuberante ma sempre compatto del regista inglese, ma la critica non si scompone mai per i suoi virtuosismi tra il pop e l’autoriale. Fedele a questa tradizione, anche King Arthur prodotto risulta essere una macchina oliata perfettamente. Il film scorre alla stessa stregua di un lento spogliarello della donna che abbiamo sempre sognato: ogni capo che cade a terra ci mostra nudità sempre più vive, desiderandoci di vederne ancora. Rimaniamo lì, incollati alla poltrona, a osservare le peripezie di un giovane delinquente, ignaro della sua discendenza, che per sbaglio si ritrova a brandire una spada dall’enorme potere e, per questo, a essere braccato da suo zio e da tutta l’Inghilterra.
Ritchie ha posto Excalibur al centro di tutto
Ad arricchire il percorso formativo di Artù – più vicino al Batman Begins di Nolan che fedele alla leggenda – intervengono i compagni di viaggio, caratterizzati quasi come se fossero le classi di un RPG. Chi è arciere non riesce a brandire spade, mentre l’affascinante maga Ginevra compensa un enorme potere magico con una scarsa difesa, rivelandosi la dama da salvare davanti la forza bruta dell’esercito del Re. Un gioco di equilibri, caratterizzati sempre con grande impatto visivo, che coinvolge lo stesso Artù, che dovrà imparare a brandire Excalibur (spada che attiva il suo potere intrinseco solo se impugnata a due mani) portando nel cuore la piena consapevolezza del suo potere e, quindi, del destino del giovane erede al trono.
Jude Law svetta su tutti grazie all’interpretazione di Vortigern
Fedele al suo stile, Guy Ritchie confeziona quindi un film dotato di una forza impressionante, visivamente splendido e dai ritmi sempre altissimi, non tralasciando comunque la mitologia che sorregge la leggenda che tutti conosciamo.
VOTO 8.5
Genere: fantasy, avventura, azione
Publisher: Warner Bros. Italia
Regia: Guy Ritchie
Colonna Sonora: Daniel Pemberton
Intepreti: Charlie Hunnam, Jude Law, Astrid Berges-Frisbey, Djimon Hounsou, Eric Bana, Annabelle Wallis
Durata: 126 minuti