Concluso il Comic-Con 2017 di San Diego, è ora di lasciarsi andare a commenti e a qualche analisi. Inutile dire come le due superpotenze dei cinecomic, Marvel e DC, abbiano tenuto alto il profilo della fiera; tuttavia, al loro fianco si sono palesati tanti bei progetti, assieme alla pletora di poster e trailer inediti di cose già in parte conosciute. Vediamo di tirare alcune somme, partendo proprio da questi.
QUESTIONI DI AMARCORD
La seconda stagione di Stranger Things si è presentato al pubblico con un trailer molto corposo, in special modo per il modo in cui sembra approcciare le vicende narrative della serie. La formula pare invariata, con una carico di nostalgia e feels anni ’80 che tornerà prepotentemente ad invadere i nostri schermi il 27 ottobre prossimo. Certo, tolto tutto l’entusiasmo, mi chiedo quanto possa reggersi in piedi per altro tempo una serie che poggia pesantemente le basi su fondamenta fortemente derivative. La prima stagione è stata una sorpresa inaspettata, anche se in molti erano scettici sull’effettiva continuità qualitativa: questo secondo carico di episodi sarà quindi da vivere alla stregua di un banco di prova, che ci dirà se lo scheletro si rivelerà sufficientemente solido da reggere eventuali altre avventure di Mike e compagni.
Ready Player One è stata sicuramente una delle sorprese maggiori. Si vuole un bene dell’anima a Steven Spielberg e, dal trailer mostrato, sembra che almeno sul comparto visivo, il regista statunitense sia ispiratissimo. I diritti di sfruttamento di brand e personaggi ci sono, quindi è logico aspettarsi un prodotto di ampie vedute. Certo, conoscendo la fonte cartacea di partenza – l’omonimo romanzo di Ernest Cline – e la direzione narrativa di Spielberg, mi chiedo se Ready Player One sia davvero un prodotto da trasformare in un film per famiglie, anziché regalargli un’aurea più sofisticata. Di certo, siamo in bilico tra una delusione cocente e un film che potrebbe trasudare amore geek e nerd come mai prima d’ora si è visto al cinema.
Westworld 2 si è palesato con un video di pochi secondi
SUPEREROI CONTRO LA MUNICIPALE
Marvel si è presentata in grande spolvero alla fiera con ben due prodotti: Thor: Ragnarock e Avengers: Infinity War. Del primo sono comparsi un poster e un nuovo trailer; quest’ultimo mostra una chiara influenza stilistica e narrativa più vicina ai Guardiani della Galassia che al teatrino shakespeariano di complotti per il trono di Asgard. I due precedenti film di Thor sono invero stati deludenti e privi di mordente: qui ci sono però le carte in tavola per un divertente cinecomic, e il cambio di rotta potrebbe rimediare a parecchi degli errori commessi in passato.
La questione è differente per il monumentale Avengers: Infinity War. Il teaser mostrato alla fiera ancora non è stato reso pubblico ufficialmente da Marvel, ma sono scappati alcuni leak (volutamente o meno, chi lo sa?) che sono riuscito a vedere prima che ogni fonte venisse cancellata. E sì… è proprio quello che ci si aspettava: una carrellata di personaggi introdotti da poche sequenze di pochi secondi, fino all’arrivo del potente titano pazzo Thanos, pronto a dichiarare guerra a tutto l’universo. Finché non verrà pubblicato il teaser in forma ufficiale, così da poterlo ammirare in ogni dettaglio, ometto dettagli o teorie. Dal grandissimo poster presente in fiera è emerso un Captain America molto aggressivo e ricoperto da una folta barba: la mente vola subito a Nomad, guerriero senza patria che potrebbe perfettamente riconciliare il destino del Capitano dopo gli eventi di Civil War. Marvel si è detta intenzionata a cambiare molto del suo universo, dopo gli eventi narrati in quest’ultima produzione, tanto che c’è chi teorizza soluzioni estreme, come la morte di qualche eroe. L’ipotesi non è assolutamente da scartare e si rivelerebbe una scelta ben più che coraggiosa.
Marvel si è presentata in grande spolvero alla fiera con ben due prodotti: Thor: Ragnarock e Avengers: Infinity War
Steppenwolf, villain del film e zio di Darkseid, ammette che con la dipartita di Superman e nessuno del copro delle Lanterne Verdi a proteggere la Terra, il pianeta sarà di facile conquista. La citazione a Lanterna Verde è stata accolta con grande entusiasmo dai fan. DC ha fissato Green Lantern Corps per un non precisato mese del 2020: il film confermerebbe la presenza di Hal Jordan in questo universo, ed è quindi possibile che vedremo il personaggio ancora privo dell’anello del potere in Justice League. Chi potrebbe mai interpretarlo? Per dare una risposta alla domanda ci viene in aiuto Injustice 2, giacché il picchiaduro di NetherRealm Studios, con a capo l’eterno direttore creativo Ed Boon, ha subito una notevole influenza dai vari film e serial DC nella creazione del roster di personaggi. Forti del loro successo nelle relative serie TV, nel gioco hanno trovato spazio personaggi come Black Canary, Gorilla Grood, Captain Cold o Supergirl. Da mesi si parla di Armie Hammer come possibile interprete di Hal Jordan: e un utente, su Twitter, ha voluto far notare come il viso del personaggio di Lanterna Verde in Injustice 2 sia stranamente somigliante al viso dell’attore californiano. Ed Boon, di suo, è un troll umano: potete capirlo soltanto facendovi un giro sul suo profilo Twitter, motivo per cui ha sempre risposto con tweet di circostanza, che lasciano tutt’ora un alone misterioso intrigante.
E QUINDI?
Il Comic-Con che si è recentemente chiuso è stato meno appariscente e vivo rispetto alle scorse edizioni, complice anche un leggero calo di influenza della fiera. Oggi, nell’era di internet, tra voci di corridoio, immagini e leak, niente si tiene più nascosto, quindi perché farsi ore e ore di fila per entrare in un padiglione quando si può comodamente stare a casa e aspettare che vengano pubblicati i video? Un motivo sempre valido è il poter “vivere la fiera”, un evento al di fuori dei meccanismi classici con cui oggi si parla di cinefumetti o prodotti nerd, laddove invece ci si combatte a colpi di articoli e frecciatine social (#TeamMarvel o #TeamDC), alimentando la necessità di creare una fazione e identificare il nemico. Ciò che manca oggi – e che invece si respira in fiera – è una visione pura del mezzo cinematografico come strumento di unità, e non di divisione. Sarebbe bello abbattere quel filtro e trasformarsi in quel bambino che, durante una sessione di autografi con Jason Momoa (interprete di Acquaman in Justice League), chiede in lacrime del destino di Superman, ricevendo in risposta un confortante «don’t worry, he’s still alive» da parte dell’attore. Più cuore, meno litigi. Dopotutto, parliamo pur sempre di supereroi.