Baby Driver – Il genio della fuga – Recensione

Quanta energia e amore mette Edgar Wright in ogni suo film! L’ultimo Baby Driver – Il genio della fuga non è da meno. Lui e lei sono squattrinati, ma sognano una fuga notturna in auto e buona musica in sottofondo per coronare il loro amore. Lui, Baby, è però il driver ufficiale di un criminale che organizza e attua rapine. Come prassi per il genere, uscire dalla “banda” comporterà serie ripercussioni.

Siamo dalle parti di Walter Hill, con il suo immortale Driver l’imprendibile, ma Wright personalizza la formula trasformandola in un matrimonio di colori e musica. Quest’ultimo fattore, che caratterizza il nostro Baby, è anche elemento fondamentale di tutto il film: il ritmo e le battute dei protagonisti sono scanditi dalle note della corposa colonna sonora, originale e mai banale. Prendendo dagli stilemi di un musical, tutta la storia è una soave danza al ritmo di canzoni dove ogni attore ha la sua personalissima coreografia, il che – aggiunto ad un montaggio da precisione chirurgica – attribuisce uno straordinario carisma a tutti i personaggi.Baby Driver – Il genio della fuga immagine Cinema 02

Prendendo dagli stilemi di un musical, tutta la storia è una soave danza al ritmo delle canzoni

Tutto il senso del divertimento ha una battuta d’arresto nelle fasi conclusive, dove la razionalizzazione degli eventi narrati confluisce in un finale che ha poco mordente. Considerando che Wright è un regista abile nel creare chiusure memorabili – basti pensare alla Trilogia del Cornetto (L’alba dei morti dementi, Hot Fuzz e La fine del mondo) – c’è di che rimanere con l’amaro in bocca. Di certo, è una piccolezza in confronto al lavoro monumentale svolto nella realizzazione del resto del film, a partire dal cast azzeccato ed eccellente per arrivare ai virtuosismi nelle scene d’inseguimento. Senza dimenticare il giusto ritmo, già citato, tra musica e azione.

In Baby Driver – Il genio della fuga ci sono nostalgia e la voglia di rievocare le storie d’amore impossibili più classiche del cinema (in viaggio in macchina con la propria compagna, il finestrino abbassato, i piedi di lei appoggiati sul cruscotto). Di contro, c’è l’ostacolo rappresentato dalla banda, la famiglia, che – sulle note di Brighton Rock dei Queen – minaccia i protagonisti. Baby Driver – Il genio della fuga immagine Cinema 03A tal proposito, l’assolo della canzone di Mercury & Co. vale la pena di essere vissuto tutto d’un fiato, perché Baby Driver vuole essere questo: un’opera tra il thriller e il musical dove tutto si sposa perfettamente dandoci modo di tornare a sognare un orizzonte luminoso come quando eravamo adolescenti e a suon di chitarra, basso e batteria, nel garage di casa, urlavamo e suonavamo i brani che ci facevano stare bene. Così fa Wright: il cinema è la sua casa e il suo garage, dove sperimenta al massimo esponenziale.

Chiudo con una considerazione personale: Wright ha sempre messo qualcosa di suo in ogni film, un ricordo o simili. Baby Driver sembra dunque la grande parentesi che ha portato all’ingaggio dello stesso Edgar Wright per la realizzazione di Ant-Man (Marvel Studios) e al suo successivo licenziamento.

VOTO 8.5

Baby Driver – Il genio della fuga immagine Cinema locandinaGenere: thriller, commedia
Publisher: Warner Bros.
Regia: Edgar Wright
Colonna Sonora: Steven Price
Intepreti: Ansel Elgort, Kevin Spacey, Lily James, Jon Bernthal, Jamie Foxx, Jon Hamm
Durata: 115 minuti

Articolo precedente
twin peaks

Twin Peaks - Recensione

Articolo successivo
patty jenkins wonder woman sequel

Patty Jenkins dirigerà anche il sequel di Wonder Woman

Condividi con gli amici










Inviare

Password dimenticata