Difficile, quindi, staccare la spina. E così, dopo un secondo capitolo che di Cars aveva proprio poco, Pixar decide di riportare Saetta McQueen su terreni a lui più consoni, facendolo tornare in pista per la sua ultima corsa. Questo perché c’è una novità: il mondo è mutato e le automobili sono cambiate. Ora c’è la tecnologia: i motori potenziati e tante altre aggiunte rendono il nostro Saetta obsoleto nel panorama dei concorrenti; Jackson Storm è ora il nuovo, veloce e scattante pilota accessoriato. Esattamente come per il suo mentore e allenatore Doc Hudson, anche per Saetta è arrivato il momento di una gara finale, prima del pensionamento anticipato, fosse solo per dimostrare al mondo che il “vecchio” può ancora dare qualcosa.Pixar, forse, non crede molto in questo franchise, almeno dal punto di vista narrativo: consci dell’errore mastodontico di aver fatto uscire di pista la storia di Cars 2, e con la paura di ripetersi, cercano qui la “strada asfaltata”, e quindi facilmente percorribile.
La serie Cars viene perpetuata solo per un fortunato e inspiegabile caso di merchandising
Lodevole e interessante l’intera parabola del ricambio generazionale e del valore della saggezza che il veterano può trasmettere al giovane, ma c’è solo questo tema, puntellato in qualche scena, accennato in qualche battuta, senza andare mai a fondo. Un errore gravissimo, anche in virtù di un twist importantissimo per l’economia della trama che accade nel finale, e che viene assolutamente mal gestito nei tempi e nelle modalità di racconto, risultando quasi un momento incastrato a forza tra un accadimento e l’altro.
Cars 3 somiglia in tutto e per tutto a Rocky IV, nel training montage, per esempio, che vede il giovane Storm allenarsi con i super computer, mentre Saetta prova corse e derapate nei boschi, in spiaggia e nel fango. Qui si inserisce perfettamente il ruolo dell’istruttrice di Saetta, che cercherà di insegnarli metodi attuali per allenarsi. Sono tutti momenti che avrebbero richiesto un pathos maggiore, e invece si arriva esausti alla fine di un film condito da una logica sportiva sconclusionata, a quanto pare l’unico modo per chiudere il cerchio narrativo di Saetta McQueen. Per sempre, si spera.
Se pochi giorni fa parlavamo di come Illumination, con il suo Cattivissimo Me 3, abbia giocato al ribasso pur divertendo con gusto, qui succede il contrario: Pixar ci ha sempre abituati a standard parecchio elevati, anche in tema di banalità (la parabola della vecchiaia ne Gli Incredibili, per esempio, era molto più contestualizzata e sfaccettata). Prodotti come Cars 3, dunque, seppur realizzati con grande cura, lasciano un po’ in bocca lo spiacevole retrogusto di un potenziale che è rimasto fermo sulla linea della partenza, a causa di un guasto tecnico.
VOTO 6
Genere: animazione, sportivo
Publisher: Disney
Regia: Brian Fee
Colonna Sonora: Randy Newman
Intepreti (doppiatori nella versione originale): Owen Wilson, Armie Hammer, Lewis Hamilton, Daniel Lawrence, Bonnie Hunt
Durata: 109 minuti