La Battaglia dei Sessi – Recensione

Fazioso e arrogante, La Battaglia dei Sessi mette in scena l’iconica sfida a tennis tra Bobby Riggs (Steve Carell) e Billie Jean King (Emma Stone), predicando bene, ma razzolando male.

Nel 1973, la campionessa del tennis femminile Billie Jean King rivendica un salario adeguato agli standard maschili. Vedendosi negato questo diritto dalla federazione sportiva, inizierà una rivoluzione sessuale e femminista che le servirà sia ad ottenere l’agognata parità che ad arrivare a patti con la sua nascosta omosessualità.La Battaglia dei Sessi immagine Cinema 03

la Battaglia dei sessi è fazioso e arrogante

La Battaglia dei Sessi è una di quelle pellicole che, appena prova a tendere da una parte, cade in una marea di contraddizioni. In particolare, il film usa e veicola una parentesi sportiva dal grande impatto storico, storpiandola e vendendola al pubblico pagante raccontandone prevalentemente la parte femminile. Come risultato, tutte le donne appaiono simili a oggetti inanimati che pretendono rispetto in un mondo gestito da uomini burocrati, arroganti, cattivi, gay, o – nel caso di un’anima buona – scopriamo che si tratta di un masochista che trae felicità dal servire a comando la propria donna.

Peccato, perché come film sportivo mischiato al biopic La Battaglia dei Sessi poteva essere una piccola realtà interessante. Molto bravi sono sia Steve Carell che Emma Stone, ancor di più spicca Andrea Riseborough, parrucchiera che aiuterà Billie Jean a comprendere la sua natura omosessuale; la stessa parabola sui diritti per gli omosessuali ha delle sfumature raffinate che però nascono e muoiono in culla. Ciò a cui i registi puntano è infatti ben altro: arrivare all’inevitabile finale e, quindi, mostrarci l’iconica partita tra i due sfidanti, ricostruita perfettamente, sia nell’estetica che ne piccoli dettagli (i crampi a metà partita di Bobby Riggs, con il gioco che viene fermato per più di cinque minuti), una cura minuziosa che rende il match vivo e di facile interpretazione per lo spettatore.La Battaglia dei Sessi immagine Cinema 02

come film sportivo mischiato al biopic, La Battaglia dei Sessi poteva essere una realtà interessante

Purtroppo è una delle poche note positive, perché nonostante si rivendichi il diritto di parità, il film prende una posizione non equilibrata: l’accesa rivalità dentro e fuori dal campo tra i due contendenti è una farsa aumentata all’ennesima potenza solo per rendere antipatico (forse) l’unico personaggio interessante del film, quello di Bobby Riggs, tre volte campione del mondo che combatte contro il demone del gioco d’azzardo e delle scommesse. La sua proposta di imbastire un match con la rivale nasce solo per spirito agonistico ed economico, avendo fiutata la grande pubblicità all’orizzonte. Dopo quella partita, i due tennisti rimasero ottimi amici, tanto che a fianco del letto di morte Riggs, oltre alla famiglia, volle solo Billie Jean King. Questo aspetto, nel film, non è presente, e Riggs viene sminuito a borioso cafone, maschilista, squattrinato, opportunista e persona senz’anima.

Forse non era questo il giusto avvenimento da raccontare per parlare di una rivoluzione sportiva e sessuale di sicura importanza, o almeno era auspicabile che il film non venisse condito da tante piccole parentesi che si contraddicono minuto dopo minuto. Un’occasione sprecata, considerando anche il talento degli attori.

VOTO 5.5

La Battaglia dei Sessi immagine Cinema locandinaGenere: sportivo, biografico
Publisher: 20th Century Fox
Regia: Jonathan Dayton, Valerie Faris
Colonna Sonora: Nicholas Britell
Intepreti: Emma Stone, Steve Carell, Andrea Riseborough, Sarah Silverman, Bill Pullman
Durata: 121 minuti

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