Un gioco di golf “maledetto” nel quale vi attendono buche simili ai dungeon di un GDR. Riuscirete a superarli tutti per tornare in vita e proseguire la vostra carriera di campione? Scopritelo in Cursed to Golf.
Sviluppatore / Publisher: Chuhai Labs / Thunderful Publishing Prezzo: € 19,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 12 Disponibile su: PC (Steam), Nintendo Switch, PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S Data di lancio: 18 agosto 2022
UN INFERNO PIENO DI BUCHE
Il golf è un gioco creato dal demonio. Se avete provato anche solo una volta a colpire una pallina larga poco più di quattro centimetri con una mazza di legno o alluminio non potrete non essere d’accordo con l’affermazione di apertura. C’è chi lo ritiene uno sport noioso, inutilmente elitario. Anche i giochi di golf hanno sempre spaccato il pubblico a metà, dividendolo tra chi li ama e chi vorrebbe venissero dimenticati per sempre… eppure non si può dire che negli anni non si sia provato a rendere più appetibile questa disciplina con varianti di tutti i tipi. Dai tempi dell’immortale Zany Golf le mutazioni alla classica formula non sono mancate di certo, ultimamente anzi abbiamo avuto un rigurgito di titoli decisamente validi e originali, dal folle What The Golf? (consigliato) al suggestivo e post-apocalittico Golf Club Wasteland (stra-consigliato). A questa schiera di piccole/grandi gemme si aggiunge oggi Cursed to Golf, titolo che probabilmente alcuni di voi seguono con curiosità da quando venne presentato all’ultimo ID@Xbox e che vuole abbinare ad un gameplay bidimensionale una trama divertente e meccaniche roguelike in grado di dare al tutto un po’ di pepe in più.
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La storia che fa da sfondo al gioco è particolare: un golfista famoso si trova ad un passo dalla consacrazione definitiva, una sola buca lo separa dalla sua vittoria più importante e dall’iscrizione del suo nome nella leggenda. Poco prima di effettuare il colpo decisivo però, un fulmine colpisce la mazza del malcapitato spedendolo nelle profondità dell’Inferno. In realtà non è proprio un vero inferno, la sua anima viene infatti accolta dal purgatorio dei golfisti dove un simpatico spirito scozzese (con tanto di kilt) gli spiegherà che c’è ancora una possibilità di resurrezione. Questo è solo il primo di una serie di personaggi che vi accoglieranno e sfideranno durante l’avventura, per ritornare in vita infatti dovrete affrontare una difficilissima serie di buche che vi avvicineranno progressivamente ad una seconda possibilità di vita terrena. Facile a dirsi, molto meno a farsi. I percorsi, infatti, non sono formati da normali buche da golf ma da una sequenza di intricati labirinti pieni di insidie, che vanno superati entro un determinato numero di colpi. Pena… la dannazione eterna. Le possibilità di fallire sono tantissime, ma c’è qualche barlume di speranza visto che disseminati in giro troverete anche aiuti e scorciatoie in grado di rendervi la vita un po’ più facile. Ma giusto un po’.
SEMBRA FACILE, MA…
Cursed to Golf si svolge attraverso quattro biomi differenti, ognuno dei quali trasferisce le proprie caratteristiche peculiari alle buche. Rispetto ad altri titoli golfistici più blasonati la quantità di percorsi disponibili potrà sembrarvi più scarsa ma la realtà è ben diversa se si considerano alcuni importanti fattori: ogni buca prevede bivi in grado di rendere più o meno difficoltoso il raggiungimento dell’obiettivo finale e le buche non solo non sono lineari ma nascondono una miriade di scorciatoie e trappole in grado di migliorare (o affossare) il punteggio finale e di conseguenza le possibilità di risalita. Ogni volta che il valore dei vostri colpi scenderà a zero sarete costretti a ricominciare dall’inizio, facendo ovviamente tesoro di quanto appreso nelle run precedenti.
Alla luce di tutto questo la longevità è più che soddisfacente e anche il fattore “rigiocabilità” non è da meno visto che potrete riprovare quante volte vorrete nel tentativo di migliorare il punteggio finale. A questo aggiungete anche le sfide contro i boss, di cui per ovvi motivi non possiamo parlarvi, i minigiochi e le sfide giornaliere che verranno aggiornate frequentemente con tanto di classifiche mondiali. Di carne al fuoco, insomma, non ce n’è poca.
La giocabilità poi è estrema grazie ad un sistema di controllo semplice e immediato: esistono solo tre mazze (una per i tiri lunghi e tesi, una per gli approcci e una per i colpi più alti e ravvicinati) che si possono cambiare al volo in base alla situazione, una volta scelta quella più adatta si preme una prima volta il tasto per far partire il selettore di potenza, una seconda per decidere la stessa e una terza per selezionare l’inclinazione del colpo. Se per caso vi è capitato di giocare uno dei due Super Stickman Golf per Mobile (altri titoli da recuperare assolutamente) vi sentirete a casa.
In qualsiasi momento potrete esplorare la buca tramite l’Occhio di Falco alla ricerca di ostacoli, scorciatoie e bonus e tornare poi alla posizione di partenza. La scelta del percorso da intraprendere è fondamentale perché quasi sempre ne esiste uno più breve ma difficile contrapposto ad un altro più lungo ma leggermente più abbordabile. La scelta va fatta anche in base alle carte speciali chiamate Ace, che vi saranno assegnate all’inizio della partita e la cui quantità e tipo potranno essere cambiate anche durante la stessa. Queste possono modificare molti fattori delle buche, dalla quantità di colpi a disposizione alle traiettorie della pallina, ma richiedono un bel po’ di pratica per essere sfruttate nel migliore dei modi.
Il fattore fortuna in Cursed to Golf gioca un ruolo minore ma è comunque presente visto che le suddette carte saranno assegnate casualmente. Il bilanciamento di questo fattore randomico è comunque ottimo visto che raramente ci siamo ritrovati con un mazzo quasi totalmente inutile, molto dipende anche da come e quando si decide di giocare ogni carta. Occhio però perché potrebbe anche capitarvi qualche carta maledetta dagli effetti non proprio piacevoli. Quello che possiamo consigliarvi è di non sprecarle nelle prime buche, decisamente abbordabili, ma di conservarle soprattutto per le ultime nove che richiedono skill e precisione decisamente fuori dal comune.
LA SCONFITTA TEMPRA PIÙ DELLA VITTORIA
Il bello di Cursed to Golf è che oltre ad offrire un’alternativa originale ai normali giochi di golf, possiede quell’impalpabile, indescrivibile e molto raro fattore X che bilancia i bastardissimi elementi roguelike e invoglia il giocatore a provare e riprovare la sfida senza mai scoraggiarlo, anzi. Giochi come Hades ci hanno insegnato che anche la sconfitta più bruciante o imprevedibile può portare qualcosa di buono ed è in grado di fortificare chi l’ha subita. Anche da questo punto di vista Cursed to Golf è molto simile al titolo appena citato: perdere in una delle ultime buche del percorso così come in una delle stanze finali del capolavoro Supergiant Games fa venire la voglia di mettere mano al calendario delle imprecazioni, ma al tempo stesso riaccende quella scintilla che ci convince a ripartire con rinnovato vigore e una fresca dose di fiducia. È una visione fresca e discretamente originale dei classici titoli golfistici bidimensionali, il classico gioco facile da imparare ma assai molto più difficile da padroneggiare al meglio, caratterizzato tra l’altro da una piacevolissima pixel-art.
È uno di quei gioiellini che anche chi non capisce nulla di green, birdies e mazze numerate dovrebbe prendere in considerazione.
In breve: Un gioco di golf bidimensionale decisamente diverso dal solito, con buche simili a labirinti pieni di insidie e boss da battere per potersi liberare della maledizione che ci ha colpiti. Per riuscirci avrete bisogno di sangue freddo, colpo d’occhio, astuzia e un pizzico di fortuna. Cursed to Golf è il gioiello di cui non pensavate di avere bisogno, ma che ora non potrete fare a meno di volere.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione:Intel i7, 16 GB di RAM, Geforce RTX 2070, SSD
Com’è, Come Gira: Cursed to Golf è un gioco molto elementare sotto il profilo tecnico, quindi anche un PC meno prestante di quello della prova è in grado di gestirlo senza il minimo problema. La colorata pixel-art possiede un livello di dettaglio piuttosto alto, fondamentale per notare i minimi particolari del percorso che sostanzialmente possono fare la differenza nel risultato finale.