A distanza di quindici anni dal gioco originale e di poche settimane dal rivale più accreditato, il remake di Dead Space è finalmente arrivato e ci riporta a bordo della ISG Ishimura per deliziarci con una grafica al passo con i tempi, vecchi orrori e qualche salto sulla sedia nuovo di zecca.
Sviluppatore / Publisher: Motive Studio / EA Games Prezzo: 79,99 euro Localizzazione: Completa Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile Su: PC (Steam, Epic Games Store), PlayStation 5, Xbox Series X/S Data di Lancio: 27 gennaio 2023
si tratta di uno dei migliori remake mai realizzati
BENTORNATI ALL’INFERNO
Per i pochi che non hanno mai avuto il piacere di giocare Dead Space facciamo un piccolo riepilogo: la storia si svolge nel XXVI secolo e ruota attorno ad Isaac Clarke, ingegnere minerario che in seguito ad una chiamata viene inviato insieme ad un pugno di colleghi sulla ISG Ishimura, aeronave di classe Planet Craker in orbita attorno al pianeta Aegis VII. Convinti di avere di fronte un normale lavoro legato guasto meccanico, i cinque vengono ben presto a trovarsi in un inferno, con la loro nave di supporto danneggiata, la Ishimura ridotta a brandelli e sul punto di precipitare sul pianeta, l’equipaggio praticamente scomparso in toto e dei ributtanti mostri che se ne vanno in giro liberamente tra le stanze e i labirintici corridoi della nave.Ciliegina sulla torta: la moglie di Isaac faceva parte del personale di bordo e ovviamente anche lei è “missing in action”. Anche chi non ha mai avuto a che fare con DS può intuire facilmente che ci troviamo di fronte a quel tipo di giochi in cui TUTTE le speranze di sopravvivenza gravano sulle spalle del protagonista, che per tutta la durata del gioco viene a trovarsi nel posto giusto al momento sbagliato, con il dovere di sistemare le cose senza poter contare sull’aiuto dei suoi colleghi… anzi, con il procedere della storia vi accorgerete che i pochi esseri umani con cui verrete in contatto non sono del tutto affidabili.
tutte le speranze di sopravvivenza gravano sulle spalle del protagonista
Ancora una volta potrete decidere di seguire la trama principale affidandovi indissolubilmente all’indispensabile indicatore di direzione attivabile con lo stick analogico destro (su PS5), ma in più di un’occasione potrete “perdervi” alla ricerca di risorse, documenti, collezionabili, porte bloccate da aprire con provvidenziali badge sequenziali e a volte anche missioni del tutto opzionali.
tra le novità c’è anche una sorta di routine automatica che genera mostri anche nei luoghi che avete visitato
Anche a distanza di tanti anni dobbiamo ammettere che smembrare Necromorfi è ancora dannatamente divertente e soddisfacente. La componente “tattica” che aveva contraddistinto il primo Dead Space, che privilegiava l’utilizzo di pochi colpi ben piazzati sugli arti dei nemici piuttosto che l’indiscriminato spreco di proiettili, è ancora fondamentale per sperare di arrivare vivi in fondo alla storia.
Pur non essendo un survival, il gioco dispensa risorse con oculata premura
Potenziare ognuno di questi strumenti, così come tutte le armi, richiede dei Nodi da applicare poi in apposite schermate di modifica. Sono merce rara quindi utilizzateli saggiamente per personalizzare il vostro arsenale.
BETTER THAN THE BEST?
Alcuni dei nuovi elementi di gameplay di questo Dead Space sono ovviamente frutto dello studio che Motive Studio ha fatto dei due sequel della serie, ma non solo. Il primo riguarda le sezioni in cui Isaac si muove a gravità zero e spesso in mancanza di ossigeno. Nel gioco originale i movimenti erano limitati, Isaac poteva saltare da un punto ad un altro e poco altro, qui invece il movimento è multidirezionale e può essere accelerato con lo stesso pulsante dello scatto. Ciò modifica sensibilmente l’approccio alle sezioni Zero-G e anche ad alcuni combattimenti cruciali.
Anche l’arsenale ha subito alcune variazioni, non in termini di quantità ma di qualità. Le armi sono le stesse ma hanno guadagnato alcune modalità di fuoco aggiuntive e ampliato le loro possibilità di potenziamento. Incentivata è anche l’esplorazione grazie ad aree ampliate e sezioni che diventano disponibili con il procedere della storia grazie ad un classico sistema di tessere di sicurezza progressive che garantiscono l’accesso a stanze inedite, armadietti precedentemente bloccati e altro ancora.
Anche l’arsenale ha subito alcune variazioni in qualità
DAVVERO UN BELL’ORRORE
L’elemento estetico è forse quello in cui The Callisto Protocol può dare maggiore battaglia al rivale più accreditato. Non che Dead Space sia brutto, anzi il world building è più solido e convincente, e non si affida troppo spesso a dedali claustrofobici che fanno leva sulle paure ancestrali del giocatore.
L’elemento estetico è forse quello in cui The Callisto Protocol può dare maggiore battaglia
A soffrire un po’ sono invece i modelli poligonali dei protagonisti. Se la tuta di Isaac e le sue armi sono ricchissime di dettagli, riflessi e gingilli vari, sono i volti e la loro espressività a perdere il confronto con la nuova creatura di Schofield, che da questo punto di vista ha innalzato non poco l’asticella.
A soffrire un po’ sono i modelli poligonali dei protagonisti
La quantità di dettagli (spesso orripilanti) che grondano in ogni dove è pazzesca e l’elemento “gore” è stato spinto ulteriormente oltre specie nella modellazione delle creature, che adesso vengono letteramente spellate e spezzate in due dalle armi di Isaac. Nella concitazione delle battaglie non è semplice soffermarsi sui dettagli ma se ne avrete l’occasione cercate di apprezzare il lavoro fatto sui vari livelli di texture che ricoprono i corpi dei mostri, che vengono eliminati da ogni singolo colpo ben piazzato svelando spesso dettagli raccapriccianti.
eccellente il lavoro sui vari livelli di texture che ricoprono i necromorfi
Dopo aver conlcuso la campagna possiamo confermare che il lavoro portato a termine da Motive Studio è di quelli che meritano di stare fianco a fianco con quello fatto da Bluepoint per Shadow of the Colossus e Demon’s Souls o da Capcom per Resident Evil 2.
La quasi totalità dell’avventura ricalca il sentiero del titolo originale
In Breve: Il remake di Dead Space ricalca la traccia del gioco originale, migliorandolo ovviamente (e notevolmente) sotto il profilo tecnico e aggiungendo o modificando alcuni elementi di gameplay. Il risultato è un’avventura horror sci-fi che accontenterà sia i veterani della serie che i nuovi arrivati in cerca di brividi.
Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: La modalità 4K + 30 FPS con Ray Tracing soffre un po’ in alcune fasi di gioco (specie nelle sezioni Zero-G), quella 2K + 60 FPS regala un’esperienza meno scintillante sotto il profilo grafico ma sicuramente più solida.