Deltarune – Recensione

PC PS4 PS5 Switch

Atteso dai seguaci di Toby Fox spasmodicamente, e ve lo garantisce uno di loro, Deltarune finalmente torna alla ribalta con i capitoli 3 & 4 ribadendo che sì, un GdR può ancora essere stravolto con grazia e ironia.

Sviluppatore / Publisher: Toby Fox / Toby Fox Prezzo: € 23.99 Localizzazione: Assenti Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile su: PC (Steam), PS4, PS5, Switch, Switch 2 Data di uscita: Già disponibile

Sono passati sette anni da quando Toby Fox ha deciso di continuare a sorprendere il mondo. Lo ha fatto prima ribaltando i canoni del genere RPG con Undertale, una perla di rara delicatezza e genialità, e poi smontando e rimontando se stesso con i primi due capitoli di Deltarune, un’opera parallela che non vuole essere né sequel né prequel.

Dopo l’uscita dei primi due atti, nel 2018 e nel 2021, il recente arrivo su Steam dei capitoli 3 e 4 riaccende i riflettori sul talentuoso sviluppatore/compositore, oltre all’interesse per il suo lavoro e le domande che lo riguardano. Dove sta andando questa storia? Chi è Kris? Cosa ci facciamo noi lì?

L’IDENTITÀ LIQUIDA DI DELTARUNE

A volerlo classificare per forza, Deltarune è un RPG 2D a turni con elementi bullet-hell e diramazioni morali. A volerlo descrivere, invece, è un gioco che rifiuta ogni classificazione. In ogni incontro, in ogni battuta, in ogni stanza di gioco c’è il desiderio di spiazzare il giocatore: non con twist gratuiti o banali, ma con deviazioni di tono, di ritmo, di funzione, di umore. A volte la mappa è uno scherzo, altre volte un’enigma, altre ancora una vera scena teatrale. Tutto ciò che sembra familiare viene deformato con cura.

Deltarune

Non sai mai cosa ti riserverà il prossimo combattimento: c’est magnifique!

I combattimenti a turni, ad esempio, mantengono lo scheletro classico – scegli un comando, seleziona un nemico, osserva il risultato – ma lo popolano di tocchi geniali. Gli attacchi si schivano in tempo reale, con il cuore dell’anima che danza tra i proiettili; i comandi “ACT” sbloccano interazioni uniche, spesso comiche o poetiche; alcune boss fight sono servite a mo’ di mini-giochi inediti, dove serve seguire il ritmo, completare quiz o addirittura manipolare l’interfaccia stessa.

Ogni scontro è un’esperienza a sé, senza routine o ripetizione, pura estasi

Ogni scontro è un’esperienza a sé, senza routine o ripetizione, pura estasi per ogni amante dei videogiochi. Eppure, al netto di queste invenzioni, la struttura rimane accessibile. Toby Fox evita l’accumulo di statistiche, semplifica la progressione e disegna percorsi che sembrano sempre spinti da una logica emotiva, prima ancora che numerica. Scegliere se attaccare o risparmiare l’avversario non è mai una scelta semplicemente morale: è il manifesto del proprio io.

L’ARTE DI RACCONTARE SENZA SPIEGARE

Narrativamente, Deltarune non guida il giocatore ma lo spinge nel buio con una torcia in mano. I nuovi capitoli arricchiscono la trama con ulteriori ambientazioni, personaggi, sottotrame e misteri, ma senza mai scadere nella verbosità. Il ritmo della narrazione è volutamente disomogeneo: momenti di profonda introspezione si alternano a sketch surreali, incontri casuali si rivelano snodi cruciali, un dialogo apparentemente innocuo può avere effetti retroattivi sulle nostre percezioni.

Per chi ha vissuto gli anni d’oro del gaming, Deltarune è arte allo stato puro.

Il cast si allarga e si approfondisce: Susie, Ralsei, Noelle, Berdly e i nuovi comprimari aggiungono sfumature all’intreccio, diventando strumenti per riflettere su temi come l’identità, l’empatia e la manipolazione. Il protagonista Kris rimane una figura muta e ambigua, ma non più passiva: la sua dualità con il giocatore – costantemente evocata, talvolta rotta esplicitamente – diventa il nucleo pulsante della narrazione. Cosa significa “controllare” un personaggio, quando il gioco stesso ti ricorda che forse non sei tu a farlo?

Toby Fox si muove tra la satira, il nonsense e il lirico con una naturalezza disarmante

La scrittura si conferma brillante, anche nei suoi registri più folli. Deltarune si muove tra la satira, il nonsense e il lirico con una naturalezza disarmante, a tratti commovente. Gli scambi di battute sfiorano spesso l’assurdo, ma non perdono mai calore umano. L’universo scolastico che si fonde con mondi fantastici, le meccaniche RPG che collassano su se stesse, le boss fight che diventano dialoghi esistenziali: tutto concorre a costruire un’opera che vuole essere decostruita, più che compresa.

IL PESO DELL’ATTESA

L’arrivo dei capitoli 3 e 4 a pagamento – i primi due erano gratuiti, ndr – ha scatenato l’entusiasmo della comunità, nonostante la lunga attesa tra un episodio e l’altro e la tutt’altro che imminente completezza del progetto (si parla di sette capitoli totali, il quinto dovrebbe essere disponibile gratuitamente nel 2026). L’approccio episodico, se da un lato amplifica l’hype, dall’altro rischia di compromettere la fruizione dell’esperienza: chi non ha rigiocato i primi capitoli rischia di sentirsi disorientato. Alcuni personaggi riappaiono senza contesto, certi eventi vengono citati obbligando a rovistare nella memoria per coglierne il significato, e non c’è un vero recap in-game.

Una vecchia conoscenza dei capitoli 1 e 2.

Sì, almeno un difetto dovevo trovarlo o inventarmelo, mi avete beccato: rischio di perdere il posto di lavoro con giochi così. Si dice che la perfezione non esista, ma ne siamo proprio sicuri? La qualità complessiva dei nuovi capitoli è stratosferica. L’introduzione di nuove meccaniche, ambienti surreali e boss indimenticabili conferma la capacità di Toby Fox di stupire anche dopo anni di attesa. Il gioco si prende dei rischi e quasi sempre vince le sue scommesse: non per la loro complessità tecnica, ma per la coerenza visionaria che li unisce. Non c’è nulla che sembri realizzato per “riempire”, ciascun segmento è frutto di una scelta precisa.

Non c’è nulla che sembri realizzato per “riempire”, ciascun segmento è frutto di una scelta precisa

Il comparto tecnico rimane volutamente essenziale, con sprite semplici, animazioni a basso frame rate e fondali statici. Ma tutto è stilizzato con affetto, e le musiche – ancora una volta composte da Fox stesso – sono tra le più evocative degli ultimi anni, capaci di alternare malinconia, ironia e pura tensione. Alcuni brani sembrano usciti da un musical, altri da un JRPG degli anni ’90: tutti raccontano una storia anche senza parole. Se non è magia questa, poco ci manca.

In Breve: I capitoli 3 e 4 di Deltarune sono la conferma che Toby Fox sa reinventare il GDR 2D con intelligenza e ironia come nessun altro. Il sistema di combattimento resta originale e sorprendente, la scrittura affilata e profonda, l’atmosfera unica così come il gameplay sempre fresco, stimolante e stupefacente. Undertale non era un caso isolato o un colpo di fortuna, s’era intuito ma adesso è ufficiale. Forse qualche limite emerge nella struttura episodica, ma è il classico pelo nell’uovo di un’esperienza indimenticabile, a cui è sbagliato appicciare etichette. Capitolo 5 previsto per il 2026, ne vedremo sicuramente delle belle anzi bellissime: Toby Fox è un genio.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Ryzen 7 7800X3D, Radeon 7800XT Nitro+, 32 GB RAM DDR5, SSD NVMe
Com’è, Come Gira: Ai requisiti minimi il compito di raccontare cosa serve per goderselo in tutto il suo bidimensionale splendore d’altri tempi: 2 GB di RAM, scheda video da almeno 128 MB e 1 GB di spazio disponibile.

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Pro

  • Evoluzioni del gameplay e mini-giochi geniali / Combat system più ricco / Worldbuilding e narrazione d'autore / Un'opera brillante in ogni aspetto, dalla soundtrack ai dialoghi passando attraverso un'infinità di sorprese

Contro

  • La natura frammentata del progetto può disorientare
9

Ottimo

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