Destiny 2 La Forma Ultima – Recensione

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Dieci anni dopo il lancio del primo Destiny, la saga della Luce e dell’Oscurità trova finalmente la sua degna conclusione. La Forma Ultima rappresenta per Destiny 2, ma soprattutto per Bungie, il riscatto dopo i tanti passi falsi.

Sviluppatore / Publisher: Bungie / Bungie Prezzo: € 49,99 Localizzazione: Completa Multiplayer: Cooperativo e competitivo online PEGI: 16+ Disponibile Su: PC (Steam, Epic Games Store), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S Data di Lancio: 4 giugno 2024

Da quel 9 settembre 2014 sono trascorsi quasi due lustri. In questo lungo periodo di tempo la saga di Bungie ha rappresentato un unicum nel panorama videoludico: nessun altro ha saputo offrire ciò che lo studio di Bellevue ha consegnato nelle mani dei videogiocatori di tutto il mondo. Non soltanto uno sparatutto in prima persona online ambientato in un universo persistente e in continua evoluzione, ma anche tanti personaggi carismatici e una narrazione che ha sempre saputo offrire degli spunti nuovi, sebbene non sempre azzeccatissimi.

È stato un viaggio sulle montagne russe quello che i Guardiani hanno vissuto nell’ultimo decennio. Molti alti, tanti – forse troppi – bassi. Eppure siamo sempre qui, a combattere per la Luce contro l’Oscurità. Abbiamo perso alleati, pianeti, amici, ma ne abbiamo incontrati altri durante il cammino. Tutto per arrivare a questo punto: al momento conclusivo della saga della Luce e dell’Oscurità, all’instante in cui viene scritta la parola fine su questo arco narrativo prima di esplorare nuove frontiere e uscire – finalmente – a riveder le stelle. Luccicanti, straripanti di nuova speranza.

E SE NON PIANGI, DI CHE PIANGER SUOLI?

Ci eravamo lasciati con l’arrivo del Testimone e la sconfitta dei Guardiani nella battaglia per il Viaggiatore. Il nemico giurato della Luce era riuscito nel suo intento: utilizzare il Velo per prendere possesso della grande macchina senziente e iniziare il processo verso la Forma Ultima e la conseguente conquista dell’universo.

Come un moderno Virgilio, Cayde-6 ci accompagna lungo i gironi del Pallido Cuore

Un rituale verso un futuro terribile, statico, congelato nel tempo e nello spazio che solo i Guardiani possono sperare di sventare. È per questo che l’Avanguardia guidata dal Corvo, Zavala e Ikora decide di entrare anch’essa nel Viaggiatore tramite la fenditura creata dal Velo. Assieme a loro, naturalmente, ci siamo anche noi. Al nostro arrivo, però, troviamo anche una vecchia conoscenza: il redivivo Cayde-6, tornato dall’aldilà non si sa come né perché (ma basta affrontare la campagna per scoprirlo). Come un moderno Virgilio, Cayde-6 ci accompagna lungo i gironi del Pallido Cuore del Viaggiatore fino al confronto finale contro il Testimone.

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Man mano che ci si addentra nelle profondità del Cuore, le strutture diventano sempre più contorte e infernali.

La campagna che ne scaturisce è probabilmente la migliore mai realizzata per Destiny: una successione lineare di missioni priva di momenti morti o inutili fetch quest. Solo azione, tanta, qualche momento introspettivo sul passato dei personaggi principali della saga, e diverse sequenze dal taglio cinematografiche realizzate con la solita cura a cui Bungie ci ha abituato nel corso degli anni. È una campagna che finalmente chiude la stragrande maggioranza degli archi narrativi, sia quelli principali che secondari, e lo fa toccando le corde giuste, quelle della nostalgia, senza però scadere nella celebrazione del passato fine a sé stessa.

SEGGENDO IN PIUMA, IN FAMA NON SI VIEN

Bungie ha quindi sparato tutte le sue cartucce, provando a riscattarsi dai fallimenti recenti de L’Eclissi. Il risultato è un’espansione piena zeppa di contenuti che introduce una nuova area esplorabile, il già citato Pallido Cuore del Viaggiatore (con tanto di nemici inediti), che si apre ai Guardiani solo dopo aver completato l’ultima serie di missioni della campagna, dopo aver battuto il boss finale in una nuova attività cooperativa (rigiocabile) da 12 giocatori.

La vera sfida, come sempre, è rappresentata dall’ottima Incursione Orlo della Salvezza

Questa è sì caotica proprio per la presenza di una dozzina di giocatori in carne e ossa, ma è anche estremamente soddisfacente sia per quanto riguarda la struttura di gioco in sé – che vede i Guardiani affrontare direttamente le forze dell’Oscurità nello scontro finale con il Testimone – sia per quanto concerne il boss finale, il ritmo incalzante dello scontro e le conseguenze che questo porta nell’universo di Destiny. Anche se la vera sfida, come sempre, è rappresentata dall’ottima Incursione Orlo della Salvezza.

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La nuova attività da 12 giocatori è caotica ma inaspettatamente comprensibile anche durante le fasi più concitate.

Tuttavia, una volta completata la campagna e raggiunto l’endgame bisogna iniziare a curare il Viaggiatore, cercando di estirpare la corruzione dell’Oscurità portando a termine delle attività nelle tre aree principali della nuova location. Queste attività, di difficoltà crescente, permettono di sbloccare ricompense aggiuntive e fanno il paio con il nuovo “Strumento di scoperta” che va a sostituire parzialmente il sistema di taglie. In questo modo, completando delle imprese opzionali (come l’uccisione di tot nemici con colpi di precisione o l’eliminazione di un boss specifico), si ottengono punti esperienza e reputazione extra mentre si procede lungo un percorso verso una ricompensa finale. È un sistema che funziona particolarmente bene, soprattutto perché permette al giocatore di scegliere quale percorso intraprendere, ma anche perché una volta completato può essere immediatamente resettato per ricominciare daccapo con nuove imprese e ricompense casuali, che però saranno di volta in volta di qualità inferiore fino al successivo reset settimanale.

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Nel Pallido Cuore sono nascosti molti segreti: cosa conterrà quel forziere? Forse un’arma dal passato?

Per finire, La Forma Ultima introduce una nuova sottoclasse: quella Prismatica, equipaggiabile da tutte e tre le classi di Guardiani. Questa permette di combinare a piacimento le diverse abilità di tutte le altre sottoclassi, sia le tre della Luce che le due dell’Oscurità, garantendo un discreto grado di personalizzazione. Si ha sempre l’impressione di essere un tuttofare senza alcuna specializzazione particolare, ma ciò non significa che non si possano creare delle build interessanti combinando abilità, aspetti ed equipaggiamenti specifici, come la build del mio Stregone che mi permette di “spammare” torrette sparaghiaccio sul campo di battaglia per rallentare i nemici. Un’aggiunta gradita, la sottoclasse Prismatica, che non fa altro che aumentare il valore già elevato di quella che è la migliore espansione di Destiny 2 degli ultimi anni, persino migliore de La Regina dei Sussurri.

In Breve: La Forma Ultima è una delle migliori espansioni di Destiny 2, nonché la degna conclusione della saga della Luce e dell’Oscurità. Tanti contenuti, tutti di ottima fattura, tra cui una campagna straordinaria e delle attività endgame appassionanti, fanno il paio con una nuova sottoclasse e l’introduzione di alcuni nemici inediti. Questi ultimi non sono molto ispirati, a dire il vero, ma in alcune specifiche situazioni necessitano di modificare gli approcci agli scontri per avere la meglio. Tutto sommato un grande sì, per La Forma Ultima e per Bungie, che può così riscattarsi dopo la débâcle de L’Eclissi.

Piattaforma di Prova: Ryzen 5 3600X, 16 GB RAM, RTX 4060Ti, SSD Nvme
Com’è, Come Gira: Giocato a 2560×1440. Al di là dei problemi dei server durante i primi giorni, poi parzialmente risolti, non si segnalano particolari criticità. D’altronde il motore è sempre lo stesso da anni.

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Pro

  • Una degna conclusione. / Tanti contenuti di qualità. / La sottoclasse Prismatica è intrigante.

Contro

  • Quale futuro per Destiny? / I nuovi nemici non sono particolarmente ispirati. / C’è chi ha versato una lacrima sul finale e chi mente.
8.5

Più che buono

Le leggende narrano che a Potenza ci sia un antro dentro al quale vive una misteriosa creatura chiamata Alteridan. In realtà è solo il nostro Daniele, che alterna stati diurni di brillantezza ad altri notturni dove i suoi amici non hanno ancora capito che non conviene fargli assumere troppo alcol.

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