Diablo IV : Vessel of Hatred – Recensione

PC PS4 PS5 Xbox One Xbox Series X

Poveri i nostri partner, illusi che dopo Lilith fosse la fine e invece condannati a soffrire in eterno brandendo la speranza, una lama a doppio taglio quando di mezzo c’è Diablo. Beati noi che l’8 ottobre, ancora una volta sulla soglia dell’Inferno, potremo voltarci per salutarli col sorriso beffardo di chi sa che Diablo IV: Vessel of Hatred non è solo un’espansione, è un appuntamento col destino.

Sviluppatore / Publisher: Blizzard Entertainment / Blizzard Entertainment Prezzo: € 39,99 Localizzazione: Completa Multiplayer: PvP/Co-op online PEGI: 18 Disponibile su: PC (Steam, Battle.net), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S Data di uscita: 8 ottobre

Destino che sapevo sarebbe tornato a bussarmi alla porta, una consapevolezza maturata nel momento stesso in cui finii di vergare la recensione di Diablo IV, un onore e un onere data l’importanza del brand. In qualità di rappresentante di TGM, Blizzard mi ha permesso di provare in anticipo i contenuti di Diablo IV: Vessel of Hatred, la prima espansione del suo hack ’n’ slash.

A prescindere da ciò che sapete sull’espansione, il consiglio è di prepararsi al meglio ma anche al peggio: la caccia al Primo Maligno è ricompensa e punizione, gloria e sofferenza, amore e odio. Diablo IV nella sua nuova veste non è qui per fare prigionieri, dite addio a chi vi sopporta quotidianamente: la mietitura di vite sociali sta per ripartire in grande stile.

WELCOME TO THE JUNGLE

Proprio come Sanctuarium è colma oltre misura di mostri, orrori e deformità abominevoli, Vessel of Hatred trabocca di contenuti e feature. È dura raccapezzarsi con così tanto di cui parlare, ci si sente come i dispersi nell’intricata giungla di Nahantu dunque partiamo proprio da qui, dalla nuova regione ove dovremo riprendere la ricerca di Neyrelle, la quale si era fatta carico di un fardello rivelatosi insostenibile, la Pietra dell’Anima al cui interno era intrappolato Mefisto, il padre di Lilith.

Proprio come Sanctuarium è colma di mostri, Vessel of Hatred trabocca di contenuti e feature

Cercherò di non rivelarvi nulla, posso solo sbottonarmi dicendovi che, da un punto di vista narrativo e di ritmo, la Campagna svolge egregiamente il suo dovere salvo per una manciata di colpi di scena intuibili.

Diablo IV: Vessel of Hatred

I Cavalieri Arsi sono una bella spina nel fianco.

Sulle tracce di Neyrelle dovremo addentrarci in luoghi esotici che spaziano dalla giungla di Kurast – che ha un non so che di Indiana Jones e il Tempio Maledetto – al deserto di Teganze, giusto per menzionare solo due delle varie zone che la compongono. Ogni area è ben dettagliata tanto nella fauna quanto nella flora, nelle minuzie ambientali e nella selvaggia atmosfera che si respira, si avvertono sulla pelle l’umidità e l’orrore nascosto al di là del FOV. Mentre esploriamo e ci imbattiamo in civiltà sepolte dalle sabbie del tempo e personaggi la cui storia si intreccia inevitabilmente alla nostra, ad attenderci troviamo un nutrito cast di demoni d’ogni sorta, tribù autoctone e animali, piante e insetti, oltre naturalmente a mini boss, boss e abomini assortiti. Li definirei carne da macello, ma sapete com’è: in Diablo è un attimo passare da macellaio a macellato.

SPIRITISTA SI NASCE

Nahantu non è solo il macabro teatro dove si svolgono le nuove vicende che ripartono dalla fuga di Neyrelle, l’eroico sacrificio a cui abbiamo assistito impotenti al termine della campagna di Diablo IV (se non l’avete finita no problem: basta superare il Prologo per poter cominciare direttamente da Nahantu con un nuovo PG). La nuova regione è anche il luogo d’origine degli Spiritisti, la nuova classe giocabile nonché la novità più intrigante dell’espansione. Parti della giungla obbligati a rinnegare il proprio io per abbracciare il proprio io del Regno degli Spiriti, al termine di un percorso intriso di violenza questi agili guerrieri si legano a quattro spiriti guardiani per potenziare le proprie abilità.

Puntare su due Guardiani o su uno solo per massimizzarne i bonus passivi?

Lo Spiritista è un guerriero brutale, fisico, travolgente, il cui stile di lotta è caratterizzato dalla fluidità, da movenze acrobatiche e da un combat style con armi ispirato alle arti marziali. La nuova classe ha accesso alla Sala degli Spiriti dove si può personalizzare la propria build combinando i bonus passivi forniti da due spiriti diversi oppure da uno solo. Un altro tratto distintivo dello Spiritista è Incarnazione, ovvero la capacità di diventare la personificazione del Guardiano associato alla skill usata. A ogni Guardiano o animale guida che dir si voglia, è associato uno stile di gioco preciso, delle meccaniche uniche e delle abilità specifiche. Ecco una panoramica:

  • Gorilla (Wumba): Granitico nella difesa, è ottimo per chi mira a ignorare i danni subiti poiché il suo gameplay è focalizzato sulla riduzione danni e sulla parata. La sua abilità di Incarnazione è Risolutezza, una risorsa che può essere accumulata fornendo mitigazione dei danni aggiuntiva.
  • Giaguaro (Rezoka): Sfrutta combo di attacchi di fuoco aggressivi diventando viepiù letale. La sua abilità di Incarnazione è Ferocia, un bonus cumulabile che aumenta la velocità d’attacco e fornisce altri vantaggi come la riduzione del tempo di recupero.
  • Aquila (Kwatli): Infligge colpi precisi ad alta mobilità infusi del fulmine. La sua peculiarità è la rapidità di movimento e l’amplificazione di Elusione.
  • Centopiedi (Balazan): Si basa sui veleni e sui malus, può infliggere gravi ferite ai nemici mentre ne prosciuga le forze con i danni da avvelenamento periodici.

Ero scettico nei confronti dello Spiritista, ma sono lieto di essermi ricreduto. Mischiando arti marziali e comunione con gli spiriti della natura, la nuova classe si muove con mortale naturalezza nel contesto di Diablo, come se ne avesse sempre fatto parte. Nel tempo concessomi dapprima ho puntato sulla superba resistenza del Gorilla, ma quando l’aumento della difficoltà ha iniziato a richiedere ben altri numeri offensivi, il suo basso DPS mi ha convinto a provare il Centopiedi, un tripudio di veleno e DOT tanto devastante quanto appagante.

TANTO GAMEPLAY, TANTE NOVITA’

Vessel of Hatred è un trionfo di novità tra cui spiccano Nahantu e lo Spiritista, ma ce ne sono molte altre. I Mercenari, alleati mossi dall’IA, sbloccabili al termine di missioni ad hoc, possono essere arruolati presso l’Antro per seguirci come ombre e sostenerci attivamente in battaglia grazie alle loro abilità (per riassumere le loro inclinazioni: Raheir è il tank, Aldkin il mago, Varyana la berseker e Subo il cacciatore di taglie). Ciascuno ha il suo mini talent tree, se ne può assoldare solo uno per volta e sceglierne un altro come Rinforzo, una riserva che, cooldown permettendo, lancia un’abilità scelta da noi quando il PG principale usa una determinata skill, anch’essa decisa da noi. Restando al nostro fianco i Mercenari ottengono Rapporto e più se ne ottiene, più ricompense e valuta di scambio si ottengono. Accumulando Rapporto, si possono effettuare scambi con i Mercenari e stringere Accordi Commerciali per avere la possibilità di ottenere bottino e altri oggetti.

Ecco cosa succede se entri nella Città sotterranea di Kurast con un pg inadeguato. In questo caso nemmeno l’aiuto dei Mercenari può fare molto.

Sebbene i compagni-bot vengano sfruttati piuttosto superficialmente in battaglia, il loro contributo può fare comodo specie se si è propensi a giocare in solitaria. A prescindere dalle preferenze soggettive però Diablo IV è un MMOARPG e Blizzard ce lo ricorda con due novità studiate per favorire la cooperazione: la Cittadella Oscura e la Ricerca dei Gruppi. La prima è un’esperienza endgame PVE per gruppi da 2 a massimo 4 giocatori a cui si può accedere una volta sbloccata la difficoltà Tomento 1. Tra boss elaborati, orde di Primi Khazra e meccaniche ideate appositamente per essere gestite da più persone, la Cittadella Oscura è una valida alternativa alle classiche attività di fine gioco grazie ai forzieri settimanali contenenti equipaggiamenti di alto livello e ricompense cosmetiche.

Diablo IV è un MMOARPG e Blizzard ce lo ricorda con due novità studiate per favorire la cooperazione: la Cittadella Oscura e la Ricerca dei Gruppi

Giacché la vita su Sanctuarium è meno tremenda con dei buoni amici accanto, da Vessel of Hatred in avanti potremo usare la Ricerca dei Gruppi per cercare altri viandanti con cui collaborare in questa o quella attività, che sia una run in un’ala della Cittadella Oscura, un’altra spedizione o semplice esplorazione in libertà. Come ben sa chi gioca a World of Warcraft, giusto per restare in casa Blizzard, la Ricerca dei Gruppi è un automatismo che va a sostituire la creazione canonica di un party, un processo che, talvolta, può rivelarsi frustrante. Cercare oppure organizzare un gruppo è comodo, rapido e intuitivo grazie all’accesso rapido (tramite mappa, menu e ruota delle emote), dunque bene così. Bene anche la Città sotterranea di Kurast, una spedizione a tempo intensa, da affrontare tutta d’un fiato se non si vuole far scadere il timer. L’attività è progettata sia per la progressione sia per recuperare loot endgame perché si può influenzare il tipo di bottino ricevuto al suo completamente applicando i Tributi Spirituali.

Un esempio di Parola Runica.

Inizia a essere parecchia la carne al fuoco, nevvero? E non è ancora finita. Vessel of Hatred aggiunge anche un nuovo strato alla personalizzazione dei nostri PG con le Parole Runiche, le quali vengono create combinando le Rune del Rituale e le Rune dell’Invocazione negli oggetti dotati di due incavi, come protezioni per torso, protezioni per gambe, armi a due mani o elmo (da adesso con un incavo aggiuntivo). Quelle del Rituale specificano le azioni da eseguire per attivarle mentre quelle dell’Invocazione forniscono un effetto quando vengono soddisfatti i requisiti per l’attivazione. Esistono tre livelli di rarità (magiche, rare e leggendarie) e più è alta la rarità di una runa, più potente è il suo effetto. Ogni Runa del Rituale è compatibile con ciascuna Runa dell’Invocazione, perciò con 17 Rune del Rituale e 28 Rune dell’Invocazione i più smaniosi di sperimentare, combinare e scoprire saranno felici.

Alcuni scorci sono davvero suggestivi.

Naturalmente figurano altre novità, mi riferisco alle nuove spedizioni, roccaforti, missioni secondarie, eventi legione e famiglie di mostri, ma anche ai nuovi oggetti e alla Fama di Nahantu. Ci sono poi degli aggiornamenti importanti al gioco base come il nuovo level cap fissato al 60, l’arrivo di un nuovo Tabellone dell’Eccellenza per classe e la distinzione tra difficoltà Standard (Normale, Difficile, Esperto, Penitente) e difficoltà Tormento, ma sono così tanti che debbo rimandarvi al post ufficiale per tutti i dettagli.

CHAPEAU, DIABLO IV: VESSEL OF HATRED

Con diversi contenuti di spessore, il suo avvincente susseguirsi d’avventure oscure, un’attenzione voluttuosa per la co-op e la promettente Stagione dell’Odio Crescente al seguito, Vessel of Hatred è un’espansione imperdibile per ogni fan di Diablo IV. Ne ho avuto contezza quando, dopo ore di assuefacenti massacri, dinanzi al palesarsi dell’endgame ho avuto un unico dubbio: “meglio prendere un giorno di ferie o uno di malattia?”. Nahantu è un piacere da esplorare e lo Spiritista, grazie alle build garantite dai quattro Spiriti Guardiani, è affascinante da plasmare a seconda del proprio stile di gioco, per tacere delle Parole Runiche o dei cambiamenti alla struttura portante di Diablo IV, numerosi cambiamenti che promettono di renderlo ancor più profondo, moderno e flessibile.

Con i suoi molteplici pregi, Vessel of Hatred è un susseguirsi d’avventure oscure e un’espansione imperdibile per ogni fan di Diablo IV

La Campagna è un viaggio nell’orrore che conduce verso un futuro inquietante ma appassionante, esattamente ciò che tutti noi, sotto sotto, bramiamo. Probabilmente i Mercenari avrebbero potuto essere sfruttati in maniera più coraggiosa o creativa, ma trattandosi di un “MMOARPG” è la componente umana a fare la vera differenza perciò ben vengano le agevolazioni come la Ricerca dei Gruppi, pura manna dal cielo per tutti quei viandanti desiderosi di spingersi oltre i limiti del buon senso – i livelli più alti di Tormento sono autentiche ordalie – ma non hanno amici disposti ad accompagnarli nel grembo dell’Inferno, là dove la morte è il minore dei Mali.

In Breve: Vessel of Hatred è l’espansione che ci voleva per dare un tocco di nuovo a Diablo IV, diciamo pure di esotico e selvaggio. Nutrivo dubbi sullo Spiritista e sulla sua capacità di calarsi nel contesto di Diablo, Sanctuarium non è un luogo facile, ma sono rimasto piacevolmente colpito dalla sua flessibilità sul campo di battaglia. OK anche la nuova regione e la Campagna, parimenti alle numerose novità più o meno appariscenti che, in misura differente, contribuiscono ad arricchire e ammodernare l’offerta complessiva di Diablo IV, un action MMORPG macabro, abbondante e versatile al punto giusto. Nonostante l’Odio Crescente, la corruzione strisciante e le budella dappertutto, il ragazzo di mamma Blizzard sta venendo su bene.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Ryzen 7 7800X3D, Radeon 7800XT Nitro+, 32 GB RAM DDR5, SSD M.2
Com’è, Come Gira: Sia in 2K che in 4K, con il PC di prova il frame rate non ha mai perso un colpo, con o senza FSR e aiutini vari (179.5 fps di media). Ben diverso il discorso attivando il Ray Tracing, purtroppo il tallone d’Achille per le schede AMD. Cut-scene orrendamente bloccate a 30 fps, l’unica pecca di un comparto tecnico sempre sul pezzo. Bene anche l’audio, come dimostra il godurioso impatto dei colpi del Gorilla. Segnalo un crash, ma solo perché qualche difetto bisogna pur trovarlo.

Condividi con gli amici










Inviare

Pro

  • Un’espansione piena di contenuti e feature interessanti / Lo Spiritista convince e ha stile / Mietere vittime e loot è ancora più piacevole, da soli e soprattutto in compagnia

Contro

  • I Mercenari sono più comparse che compagni
9

Ottimo

Password dimenticata