Donkey Kong Country: Tropical Freeze - Recensione

Switch Wii U

Retro Studios è una realtà texana più a stelle e strisce di Chuck Norris, tuttavia con gli occhi e il cuore fissi verso il Sol Levante. Donkey Kong Country: Tropical Freeze è il loro secondo titolo ambientato nel mondo dello scimmione incravattato, il quinto in una serie di giochi di piattaforme a scorrimento inaugurata nel nome di un’avveniristica ricercatezza tecnica dalla britannica Rare su Super Famicom. Ricevuto il testimone, Retro Studios ha percorso la sua personalissima strada confezionato due episodi assolutamente imperdibili per ogni amante del buon vecchio primate; tuttavia, mentre Donkey Kong Country Returns pareva strizzare l’occhio al giocatore di vecchia data con una serie quasi infinita di ammiccamenti e richiami al passato della serie, il qui presente Tropical Freeze rappresenta una sorta di traguardo per gli sviluppatori di Austin.

GOING APE!

Dei glaciali avversari hanno pensato di invadere il paradiso tropicale della famiglia Kong durante la festa di compleanno del protagonista: un errore madornale! Trama inesistente a parte, Donkey Kong Country: Tropical Freeze è un gioco dotato di una precisa identità e sprizza inventiva da ogni pixel, sapientemente distribuita attraverso le sei isole che ospitano l’avventura in nome di una varietà di situazioni davvero esemplare. Non solo: agli antipodi del recente Kirby Star Allies, Donkey Kong Country: Tropical Freeze presenta un livello di sfida decisamente stuzzicante e remunerativo, assai ben disposto a rifornirci di vite extra quanto a sottrarcele durante passaggi realmente impegnativi, destinati a far inalberare quei giocatori che decideranno di dedicarsi realmente alla causa, cercando di raccogliere in ogni livello tessere di puzzle e lettere della parola KONG, spesso nascoste in luoghi apparentemente irraggiungibili nonché destinate ad aprire la strada verso stage extra caratterizzati da una difficoltà adatta al masochista che non deve chiedere mai!

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Donkey Kong Country: Tropical Freeze è un gioco dotato di una precisa identità e sprizza inventiva da ogni pixel

Come è già successo nella recente storia di Nintendo, Donkey Kong Country: Tropical Freeze offriva già tutto quello che definisce un prodotto eccellente nella primavera del 2014, tranne il successo del pubblico, negatogli dallo scarso seguito dello sfortunato Wii U. Avanti veloce e, ancora una volta, Switch si candida come la piattaforma designata per restituire il dovuto lustro a quei videogiochi che – per un motivo o l’altro – hanno faticato a brillare sulla vecchia ammiraglia Nintendo. Il ritorno di Donkey Kong Country: Tropical Freeze si presenta in forma smagliante, con la risoluzione della versione docked pompata a 1080p contro i 720p originali e una fluidità che non si allontana dai sessanta fotogrammi al secondo, assieme a una riduzione significativa dei tempi di caricamento. In modalità portatile la stabilità è la medesima, con qualche concezione alla risoluzione che si aggira attorno ai 720p, offrendo un’esperienza handheld davvero sensazionale. Lo splendido accompagnamento sonoro strumentale è anche stavolta firmato dal veterano Dave Wise, ex membro di Rare nonché compositore della colonna sonora del primissimo Donkey Kong Country nel 1994. In qualunque modo vogliate giocarla, l’ultima avventura dello scimmione per antonomasia si conferma un’esperienza straordinariamente divertente e appagante, forte di un level design da manuale e di una ricchezza di segreti e situazioni apparentemente inesauribile. Va però detto che il livello di dedizione progressivamente richiesto potrebbe sconfortare quei giocatori poco disposti a inviperirsi di fronte a un platform game solido e convincente come pochi, tuttavia deciso a non fare sconti a chicchessia.

RAD APE

A loro è dedicata la modalità Funky, ovvero la novità più pubblicizzata di questo ritorno. Qui il protagonista ha una maggiore vitalità, i prezzi del negozio sono più abbordabili e (novità assai gustosa) le lettere KONG non devono necessariamente essere raccolte in una sola sortita, ma vengono memorizzate una volta acciuffate. Potrete quindi sacrificare serenamente una vita provando a prendere una lettera posta in un luogo arduo da raggiungere, sicuri che – durante il tentativo seguente – il tesoro precedentemente raccolto farà parte della vostra collezione e non dovrete nuovamente mettere alla prova abilità e sistema nervoso per replicare pericolose acrobazie. Allo stesso modo, affronterete finalmente i nervosissimi livelli a bordo di carrelli da miniera e affini con calma, ben consci del fatto che ora potrete concentrarvi sulla raccolta delle lettere mancanti al posto di riprovare in continuazione lo stage cercando di collezionarle tutte in un unico tentativo, risparmiando alla parete quegli scomodi crateri causati dal lancio del controller in preda alla frustrazione più nera!

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Il gioco presenta un livello di sfida decisamente stuzzicante e remunerativo

Poi, se tutto dovesse comunque andare in malora e la difficoltà si rivelasse esasperante anche alla luce di simili concessioni, Donkey Kong Country: Tropical Freeze gioca la sua carta migliore per garantire una sana dose di divertimento anche ai meno virtuosi, permettendo di vestire la pelliccia del buon vecchio Funky Kong. Mi preme sottolineare che la sua presenza è assolutamente opzionale: potete divertirvi con i vantaggi offerti della modalità Funky usando Donkey Kong come sempre; tuttavia, le abilità del nuovo, tamarrissimo protagonista non sono affatto da prendere sottogamba.

Se Donkey Kong può incontrare e portare sulle spalle Diddy, Dixie e Cranky (è possibile impersonarli giocando in due contemporaneamente, anche se il particolare level design a base di salti e baratri non si presta sempre al gioco cooperativo) per incrementare la sua vitalità e potenziare il salto con utili bonus, Funky dispone sempre e comunque di tutte le caratteristiche della famiglia Kong. Può planare, esibirsi in un doppio salto e addirittura resistere al contatto con spuntoni vari grazie alla fedele tavola da surf, oltre a vantare una salute erculea e una scorta di ossigeno infinita quando si tratta di nuotare. Anche alle scimmie piace vincere facile, a quanto pare.

Va tutto a gonfie vele nel mondo di Donkey Kong, giacché Tropical Freeze torna sullo schermo di Switch in una riedizione decisamente fedele a quanto visto su Wii U, il che non è affatto una brutta cosa: del resto si tratta di un gioco di piattaforme che già appariva encomiabile quattro anni fa, nuovamente pronto a dar filo da torcere a videogiocatori vecchi e nuovi. Chi possiede già il titolo originale troverà pochissimi incentivi a sganciare nuovamente i dobloni, ma, se ne avete trascurato il debutto per un motivo o l’altro, assaporerete uno dei migliori esponenti del genere degli ultimi anni: magnetico, carico di inventiva e duro come lo erano i videogiochi di una volta. I vantaggi offerti dalla modalità Funky sono ben accetti e, anzi, addirittura raccomandati per godere di Tropical Freeze senza eccessiva frustrazione, a patto ovviamente di giocare l’avventura indossando la canonica cravatta di Donkey Kong, relegando lo sbilanciatissimo personaggio di Funky Kong a uso e consumo dei videogiocatori più giovani.

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Pro

  • Modalità Funky godibile, e che non snatura eccessivamente la sfida originale...
  • Uno dei migliori giochi di piattaforme bidimensionali sul mercato, oggi come nel 2014.
  • Artisticamente ancora pienamente convincente.

Contro

  • … ovviamente a patto di non usare Funky Kong!
  • Se lo possedete già su Wii U, non ci sono motivi sufficienti per comprarlo nuovamente.
9

Ottimo

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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