Dragon Quest Treasures – Recensione

Switch

Un episodio della serie parallela Dragon Quest Monster in tutto tranne nel nome: Dragon Quest Treasures dovrebbe placare il vostro desiderio di acchiapparli tutti.

Sviluppatore / Publisher: Square Enix / Square Enix Prezzo: 59,99 euro Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 7 Disponibile Su: Nintendo Switch Data di Lancio: 9 dicembre 2022

Prendete il ladro Erik, valente compagno del Lucente nel prestigioso Dragon Quest XI, e riscrivete il tragico passato di schiavitù sulle navi pirata assieme alla sorella Mia in un contesto decisamente più leggero, che vede i due fanciulli fuggire dal vascello dei loro aguzzini giurando di divenire ricchissimi scovando gli innumerevoli tesori che giacciono dormienti nel mondo.

Quello che non sanno è che si sarebbero trovati invischiati in un nuovo capitolo della serie Dragon Quest Monster sotto mentite spoglie, perché il cuore dell’esperienza gira sostanzialmente attorno alla creazione di un nutrito entourage di creature poco raccomandabili con cui partire all’avventura per diventare più ricchi di Creso.

DRAGON QUEST TREASURES AMA CONTEGGIARE LE PROPRIE RICCHEZZE

Dopo un inizio prevedibilmente pilotato, Dragon Quest Treasures svela la propria mano, mettendo a disposizione dei fanciulli un arcipelago di isole fluttuanti che attendono solo di essere esplorate e perforate come groviera per rivelare ricchezze inenarrabili. Tra il dire e il fare c’è un cast di comprimari e nemici che ama restare in disparte sullo sfondo di una trama accessoria e tutto sommato dimenticabile, per donare ai protagonisti il giusto tempo con cui barcamenarsi tra un gran quantitativo di missioni.

Con il compagno giusto è facile cavalcare le ali del vento.

Se il traguardo finale è quello di divenire ricchissimi, una serie di compiti secondari renderà più agevole l’avventura, in primis il ripristino della ferrovia di Draconia e delle sue stazioni, indispensabili per avere punti di approdo sparsi nelle varie isole giacché il viaggio rapido non è contemplato, fatta eccezione per le ritirate a senso unico concesse dalle celebri Ali di Chimera.

il viaggio rapido non è contemplato, unica eccezione sono le ritirate a senso unico

In genere, le missioni di Dragon Quest Treasures si risolvono portando un certo quantitativo di oggetti alla persona interessata, e qui entrano in gioco i mostri: sconfiggeteli e, con un pizzico di fortuna, li vedrete fare la fila per unirsi a voi presso la stazione principale, un luogo destinato a crescere nel corso del gioco annettendo ai suoi scalcinati saloni nuove e utili strutture.

I mostri sono completamente autonomi, e useranno i loro attacchi a seconda delle necessità.

Per finalizzare il loro arruolamento è necessario un certo numero di reagenti, spesso reperibili in biomi assai lontani dal luogo in cui il mostro è stato “convinto”: vale la pena perseverare, perché bestiacce simili dispongono spesso e volentieri di abilità e statistiche differenti, giustificando in questo modo le lunghe scarpinate necessarie per diventare ufficialmente amici dei personaggi più forti. Oltre a picchiare duro, questi mettono a disposizione specialità extra che faciliteranno enormemente l’esplorazione e permetteranno di raggiungere luoghi altrimenti fuori della portata dei fratelli.

Gli attacchi speciali dei mostri vengono annunciati da scenette animate come questa.

Salti altissimi, planate, mimetizzazione e cavalcate selvagge per coprire ampi percorsi in breve tempo sono alcuni dei vantaggi, a cui vanno sommati un paio di altri fattori destinati a fare la differenza nel momento in cui saremo chiamati a creare la squadra. Visto il traguardo finale, le affinità con determinate tipologie di ricchezze sono importantissime: ogni compagno è più o meno incline a localizzare certi oggetti, avvisando prontamente Erik e Mia qualora il bottino risultasse sepolto nelle vicinanze.

le affinità con determinate tipologie di ricchezze sono importantissime

In assenza di simili talenti la ricerca rischia di andare per le lunghe, e spesso vi imbatterete nel luogo dove scavare solo sbattendoci contro il naso. Poi ci sono le capacità fisiche: gli energumeni più nerboruti come golem e affini potranno portare con sé un numero maggiore di bauli e reperti (da valutare una volta tornati alla base), oltre a mantenere salda la presa per non perderli durante i combattimenti.

Quel golem è il boss di questo dungeon, ma la nostra scorta non scherza.

Fino a tre compagni possono unirsi al fratello controllato dal giocatore; questo può essere scambiato liberamente col suo gemello al campo base, e i due sono praticamente identici se non nell’aspetto.

FATE VOI, IO MI RILASSO UN ATTIMO

Il sistema di combattimento è un argomento spinoso: lottare in tempo reale assieme a una squadra ben assortita e in grado di farsi valere autonomamente è sempre un piacere, ma le abilità marziali a disposizione di Erik e Mia sono piuttosto scarse, derivate da un paio di pugnali magici e limitate a semplici combo e schivate.

le abilità marziali a disposizione di Erik e Mia sono piuttosto scarse

In aiuto c’è una barra di energia secondaria da caricare combattendo: attingendo alla sua riserva è possibile scatenare le più devastanti tecniche dei mostri con cui danneggiare severamente ogni nemico sullo schermo, oltre far piombare i fratelli in uno stato di fervore stile Super Saiyan (con il character design di Toriyama è quasi un obbligo morale) con cui causare seri danni per un limitato periodo di tempo.

Dragon Quest Treasures recensione

Viaggiare di notte consente di cogliere di sorpresa i nemici addormentati.

Indubbiamente le scarse opzioni corpo a corpo concesse al giocatore alla lunga tendono ad annoiare, ed è chiaro che Square Enix abbia voluto porre una grande enfasi sulla ricerca di una squadra efficace a cui relegare la maggior parte del lavoro sporco.

Square Enix ha posto grande enfasi sulla ricerca di una squadra efficace

Se proprio il loro sforzo non fosse sufficiente, i gemelli hanno a disposizione un ultimo asso nella manica, rappresentato dalla fida fionda e al suo nutrito corredo di proiettili, dai semplici sassi a gemme elementali con cui fiaccare le debolezza nemiche. Dragon Quest Treasures è chiaramente un gioco indirizzato a un pubblico di giovani, magari interessati a muovere i primi passi nel mondo dei giochi di ruolo. Non ci sono equipaggiamenti da reperire e indossare, e il massimo della personalizzazione viene da alcune medaglie con cui pompare le caratteristiche di eroi e ferali compagni.

Dragon Quest Treasures recensione

I tesori omaggiano la serie di Dragon Quest, spesso abbattendo la quarta parete come in questo caso.

Il senso di progressione arriva principalmente dalla crescita del gruzzolo, che permetterà alla brigata di evolversi guadagnando importati bonus e consentendo alla narrazione di proseguire.Il risultato finale è comunque adatto a tutti quelli che non hanno problemi ad affrontare uno schema di gioco un po’ ripetitivo.

Dragon Quest Treasures è chiaramente indirizzato a un pubblico di giovani

Le isole sono sufficientemente estese e rappresentate con uno stile semplice e pulito che ben si adatta ai colorati personaggi di Dragon Quest, consegnando le chiavi di un mondo di gioco dotato di una riconoscibile personalità e tranquillamente alla portata di Switch, che muove il tutto a 30 fotogrammi al secondo senza particolari incertezza, neppure quando nel party sono presenti ex cattivi taglie forti.

In Breve: Questa caccia al tesoro nel mondo di Dragon Quest si rivela un piacevole RPG dalle meccaniche semplici e abbordabili, adatto a grandi e piccini, indirizzato specialmente a chi ama divertirsi senza badare a trame troppo complesse. L’aspetto collezionistico prende il sopravvento su un sistema di combattimento tutto sommato basilare, ma resta un gioco assai piacevole.
dragon quest treasures recensione
Piattaforma di Prova: Nintendo Oled Switch
Com’è, Come Gira: Una presentazione audiovisiva colorata e ricca di personalità in linea con la cifra stilistica tipica del Bird Studio concede a Switch di fare il suo lavoro senza muovere eccessivi poligoni, garantendo una fluidità che raramente si scosta dai 30 fps.

 

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Pro

  • Tanti mostri da collezionare / Meccaniche semplici ma appassionanti / Tutto il fascino di Dragon Queste del Bird Studio.

Contro

  • Trama lenta e dimenticabile / Schema di gioco ripetitivo / Sistema di combattimento poco profondo.
8

Più che buono

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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