A volte mi chiedo cosa stia facendo Lucia. La mia pedina per la precisione, un’arcimaga ben propensa a nuclearizzare mostri enormi con piogge di meteoriti che tanto aiuto seppe dispensare tra gli amici del forum di TGM la bellezza di sette anni fa, quando Dragon’s Dogma vide la luce su PS3 e Xbox 360. Una bellissima idea quella delle pedine, compagni da abbinare al nostro Arisen (il protagonista del gioco per i non addetti) che avrebbero prestato servizio – previa congrua retribuzione, s’intende – presso gli altri giocatori, tornando all’ovile con un rinnovato bagaglio di esperienza e ricompense. Siccome questa sarà una recensione prettamente tecnica dato che il gioco è uscito da più di un lustro e l’abbiamo trattato più volte proprio tra queste pagine virtuali (qui, ad esempio, giudico assai bonariamente la versione PS4), parto subito in quarta togliendovi il pensiero: per spedire in missione le vostre pedine e arruolare quelle degli amici non avrete bisogno di sottoscrivere l’abbonamento Nintendo Switch Online. Iniziamo bene, dunque.
POCKET MONSTERS
C’era un tempo in cui Dragon’s Dogma era un bellissimo disastro. Un action RPG di gran classe, con un sistema di combattimento di stampo arcade impegnativo ma mai sleale, corroborato e reso unico dalla sinergia tra l’Arisen e le già citate pedine, tuttavia frenato brutalmente dai limiti della scorsa generazione di console. Colpa anche della seconda iterazione dell’MT Framework, gagliardo quanto vuoi nei giochi d’azione come Lost Planet 2, ma decisamente acerbo per quanto riguarda un’avventura open world tra sprezzanti cavalieri e mostri colossali, ovvero il punto di forza con cui Capcom impreziosiva i tanti filmati che ci hanno accompagnato fino al debutto del gioco. Il potenziale di Dragon’s Dogma era dunque al suo posto, ma giudicare la fluidità come “altalenante” sarebbe da parte mia un disservizio nei vostri confronti, nonché un eufemismo di quelli colossali.
A parte il cameo di Travis Touchdown, non ci sono novità esclusive da segnalare
TUTTO IN UNO
Com’è giusto che sia troverete nel pacchetto anche il DLC Dark Arisen, originariamente a pagamento e ora disponibile dall’inizio. Basta semplicemente visitare il molo presente nella località iniziale durante la notte e una splendida dama in nero vi darà un passaggio sulla lugubre isola di Bitterblack, la località ideale per continuare a giocare una volta terminata la vicenda principale, a meno che non desideriate essere asfaltati dal primissimo gruppo di nemici senza troppe cerimonie. Per quanto riguarda eventuali contenuti nuovi di zecca, purtroppo non c’è nulla da segnalare, a parte la presenza di Travis Touchdown dalla serie No More Heroes, che sarà disponibile come pedina al lancio del gioco, con tanto di esclusiva spada laser. Purtroppo mentre scrivo queste righe il personaggio non è ancora reclutabile, quindi non posso confermarvi se disporrà di abilità personali tali da stravolgere in qualche modo le oramai familiari meccaniche di Dragon’s Dogma.
Una versione portatile di Dragon’s Dogma mi avrebbe fatto girare la testa sette anni fa, ma anche adesso l’idea di gustare un titolo di simile caratura ovunque io vada mi rende davvero felice. Se lo avete già giocato non troverete nulla che giustifichi un nuovo acquisto, ma se non avete mai vestito prima d’ora i panni dell’Arisen non pensateci due volte: Dragon’s Dogma è un gioco di ruolo in terza persona davvero particolare e appassionante, con un solido sistema di combattimento e meccaniche ancora oggi fresche e interessanti. Graficamente avverte un po’ il passare del tempo, ma l’esperienza merita veramente tanto.