A distanza di ben quattro anni dalla pubblicazione del controverso Dynasty Warriors 9, Koei Tecmo e lo storico team Omega Force tornano ancora una volta sui campi di battaglia della Cina antica con uno spin-off in cui strategia e meccaniche hack’n’slash si fondono assieme. Riuscirà Dynasty Warriors 9 Empires a convincere laddove il titolo originale non brillò certo per qualità? Scopriamolo assieme.
Sviluppatore / Publisher: Omega Force / Koei Tecmo Prezzo: 69,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Cooperativo Online e Locale PEGI: 12 Disponibile Su: PC (Steam), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S, Nintendo Switch Data di Lancio: 15 febbraio
Dopo una gestazione più lunga del solito, il nuovo capitolo della saga spin-off Empires torna a fare capolino sul mercato europeo. A chi non avesse familiarità con i cosiddetti “musou”, o semplicemente non masticasse riso al vapore e Dynasty Warriors a colazione, basti sapere che ogni episodio della serie, a partire dalla quarta iterazione, ha sempre potuto contare su un successivo spin-off con meccaniche più focalizzate sull’approccio strategico sottotitolato proprio “Empires”. In tal senso, Dynasty Warriors 9 Empires non fa eccezione, contaminando il mondo “tutto botte” dell’ormai conosciutissima produzione Koei Tecmo con velleità strategiche e barcamenandosi nella proposta di menù e meccaniche di ritorno dai vecchi spin-off che aggiungono un marcia extra alle più caratteristiche meccaniche action per cui la serie è conosciuta.
Detto questo, è anche vero che Dynasty Warriors 9 Empires portava sulle spalle la gravosa responsabilità di dover riuscire a mettere una pezza a quello che è considerato dagli appassionati una delle iterazioni più controverse dell’intero franchise. Il motivo è presto detto: nella sua incarnazione hack’n’slash, il nono capitolo rivoluzionò il sistema di combattimento con variazioni piuttosto importanti al gameplay, introducendo un open world da molti giudicato assolutamente inutile e condendo il tutto con un profilo tecnico e contenutistico non esattamente tra i migliori sul mercato, anche guardando al passato del franchise.
OCCASIONE DI RISCOSSA?
Ci piacerebbe poter dire che dopo ben quattro anni di sviluppo Koei Tecmo e Omega Force siano riuscite in qualche modo ad aggiustare il tiro della produzione, ma la realtà è che questo spin-off non si discosta poi molto dal capitolo originale, sia in termini di valori di produzione che in quanto alla validità delle (poche) modifiche apportate alla formula originale. In Empires i giocatori sono chiamati a prendere il controllo di uno dei personaggi protagonisti del videogioco originale o liberi di creare un proprio avatar tridimensionale per lanciarsi nella (sola) “Modalità Conquista”, esperienza single player con il ciclopico obiettivo di riunire l’intero territorio cinese sotto un unico stendardo. In tal senso, il videogioco fa fede al suo nome: ecco che accoglie il giocatore con la sua tanto agognata “pianificazione strategica”, diramandosi attraverso menù che permettono, in quello che si configura come un gioco a turni, di intraprendere svariate azioni che vanno dall’utilizzo della diplomazia per stringere alleanze con regioni limitrofe o gestire gli affari interni del proprio regno, rifocillando il proprio esercito o sviluppando l’agricoltura e il commercio per assicurarsi maggiore ricchezza.
Descritto in questo modo il titolo Koei Tecmo potrebbe quasi ricordare da lontano certi strategici o gestionali ben più noti, ma la realtà è che queste fasi maggiormente ponderate sono solamente una parte minoritaria dell’esperienza, che invece si evolve, come di consueto, sul campo di battaglia. La parte gestionale, ricca di menù e numerini colorati tanto cari agli appassionati di simlike, si rivelano presto funzionali solamente a variare la difficoltà (si spera in meglio) degli inevitabili scontri hack’n’slash che da lì a poco prendono piede, vuoi per un invasione nemica o per proprie mire espansionistiche. Non a caso, è solamente in questa parte del gioco che si ravvisano le novità più importanti dell’esperienza, con un sistema di titoli che ricompensano il giocatore a seconda del proprio allineamento karmico (buono o cattivo, come già visto in passato) o della propria reputazione.
SIA LA COMPONENTE STRATEGICA CHE QUELLA RUOLISTICA SONO DECISAMENTE SUPERFICIALI
UN IMPERO E TRE REGNI
E in ogni caso, sono proprio le onnipresenti battaglie ad essere centrali, ma inspiegabilmente presenti in solamente due variazioni: difesa o assedio di un castello. In entrambi i casi al giocatore è richiesto di muoversi nel modo più efficiente possibile sul campo di battaglia facendo proprie le basi nemiche a suon di uccisioni, e ovviamente incrociando le lame con i temibili comandanti nemici, stando ben attenti che il morale delle proprie truppe (qui chiamato “Forza dell’esercito”) non cali bruscamente e determini un prematuro game over.
Le basi conquistabili sono di due diverse tipologie principali: quelle ordinarie generano periodicamente soldati sul campo di battaglia mentre quelle armamento determinano l’apparizione di arieti, torri d’assedio e catapulte. Nelle fasi d’assedio le catapulte permettono la conquista delle basi di vedetta sulle mura del castello e quindi la possibilità di infiltrarsi impunemente con un fido rampino all’interno delle mura nemiche; questo risultato può essere invero ottenuto anche con la creazione di una torre d’assedio, ovviamente sempre che questa giunga intatta fino alle mura del castello. L’ariete, invece, è l’approccio più aggressivo possibile: esattamente come le torri d’assedio deve giungere intatto fino alle porte del castello, ma una volta arrivato a destinazione è capace di distruggerle permettendo l’invasione e la successiva caccia al comandante avversario per uno scoppiettante battaglia decisiva. Quando ci si dedica alla difesa di un castello, invece, le opzioni si riducono solamente a due: resistere all’invasione del nemico per un periodo di tempo prestabilito (allungando fino allo sfinimento il brodo) o puntare ad una battaglia decisiva con il comandante nemico. Naturalmente, per fermare l’avanzata degli invasori non basta precipitarsi verso la base nemica e mazzuolare a piacere il temibile comandante avversario, ma prima di tutto è necessario conquistare tutte le basi armamenti dello schieramento opposto o puntare all’azzeramento della forza dell’esercito invasore, altrimenti sarebbe troppo facile e sbrigativo. Se gran parte di ciò che è stato descritto vi dovesse risultare familiare, è perché gli assedi al castello sono una delle meccaniche aggiunte a Dynasty Warriors 9 dall’aggiornamento gratuito che lo portò alla versione 1.29: Empires non fa altro che espandere quanto visto in passato, certo, ma tutto sommato il risultato funzionerebbe anche, se non fosse tutto ciò che il gioco ha effettivamente da offrire.
L’azione hack’n’slash, invece, non è dissimile da quanto visto in Dynasty Warriors 9, con la solita scelta di attacchi speciali musou, fendenti deboli o forti e la possibilità di ibridarli ad invettive che aprono il via a combo aeree e tecniche con valori elementali e capaci persino di infliggere status alterati; la novità, se così si può chiamare, sta tutta nei piani segreti, ovvero ulteriori capacità equipaggiabili e potenziabili che permettono – con tanto di cooldown dopo l’utilizzo – di potenziare i propri attacchi, curarsi o persino lanciare vere e proprie magie contro le truppe avversarie.
le “novità” introdotte dai piani segreti sono in realtà mutuate dagli scorsi capitoli della serie Empires
DYNASTY WARRIOR 9 EMPIRES CI PROVA, MA NON CI RIESCE
Ad essere del tutto onesti le idee di Dynasty Warriors 9 Empires non sarebbero nemmeno del tutto da buttare, e si capisce che dietro all’intuizione di fondere elementi strategici sommari alla rodata azione hack’n’slash del titolo Omega Force ci fosse una reale volontà di offrire qualcosa di diverso e unico, ma a prescindere da ciò, il videogioco in questione offre scontri con variazioni reali minime, in cui la parte gestionale si rivela praticamente accessoria nella maggior parte dei casi e semplicissima da portare a termine. In generale verrebbe da dire che la mancanza di profondità ludica e varietà dell’offerta non gioca decisamente a favore di un prodotto che avrebbe dovuto in qualche modo rassicurare gli appassionati della serie Dynasty Warriors dopo lo scivolone del nono capitolo. Fantasticare di riuscire a conquistare la Cina imperiale attraverso l’utilizzo di solamente strategia e diplomazia – come poteva succedere nei titoli Empires passati, dove era possibile addirittura vincere battaglie senza menare colpi – è totalmente impossibile, poiché in Dynasty Warriors 9 Empires si è chiamati a marciare e combattere per decine d’ore nello stesso identico modo e nei ritagli di tempo a dedicarsi all’arruolamento di generali e all’accrescita di tutte quelle statistiche che, in un vero strategico o gestionale, darebbero la parvenza di ricoprire effettivamente la carica di un regnante e non di un semplice guerriero.
Ciò che a nostro avviso azzoppa ulteriormente il prodotto in questione, oltre alla sconcertante penuria di contenuti inediti e la superficialità generale, è sicuramente il profilo tecnico fermo a quello già poco convincente di quattro anni fa: avendo scelto di riutilizzare l’open world spoglio e dalla palette desaturata di Dynasty Warriors 9, anche Empires soffre della presenza di arene senza carattere e prive di sostanziali differenze dal punto di vista del level design, tanto da far rimpiangere gli “stanzoni” tipici dei Dynasty Warriors precedenti; perlomeno lì c’erano variazioni sul tema ed elementi dello scenario che in qualche modo pepavano le battaglie, come ponti levatoi, trappole, e via dicendo.
INSPIEGABILE COME, A DISPETTO DELLA POVERTÀ TECNICA MESSA IN MOSTRA, DYNASTY WARRIORS 9 EMPIRES RIESCA A FATICARE ANCHE SU PLAYSTATION 5
In Breve: Sulla carta, Dynasty Warriors 9 Empires dovrebbe essere lo spin-off maggiormente votato alla pianificazione strategica del nono capitolo della serie hack’n’slash Koei Tecmo, ma si dimostra in sostanza una versione estremamente ridotta del nono capitolo con meccaniche già viste e qualche opzione in più che ne modificano a malapena l’esperienza generale. Ed esattamente come l’episodio madre, i gravi problemi tecnici che permeano la totalità della sua messinscena non aiutano di certo. Meglio evitare e attendere che Omega Force sforni qualcosa di migliore.
Piattaforma di Prova: PlayStation 5
Com’è, Come Gira: Dynasty Warriors 9 Empires è fermo ai risultati davvero poco lusinghieri del predecessore pubblicato ormai quattro anni fa. A questo si aggiunge una fluidità scostante e un generale colpo d’occhio a tratti risibile.