Diversi highlight possono rappresentare la forte personalità di TGM 369, da qualche giorno nelle edicole, nelle versioni digitali iOS Android e, spero, già nelle mani degli abbonati. La copertina e la cover story esprimono il punto di vista privilegiato: nell’epoca di Fortnite, di continui tentativi non sempre riusciti in direzione MMO, looter shooter o sgravanti survival online (crei un mondo approssimativo e ci lanci i giocatori dentro, come se potesse sempre funzionare), non possiamo che augurarci che la proposta di Obsidian Entertainment con The Outer Worlds vada a buon fine e, anzi, rappresenti un esempio per tanti altri creativi di primo piano. Stiamo parlando di uno sviluppatore che proviene dalla gloriosa storia anni ’90 di Balck Isle, e che con questa produzione ha pure recuperato illustri compagni di strada come Leonard Boyarsky – vecchia volpe di Interplay che abbiamo intervistato su questo numero – mettendo in piedi un affresco fantascientifico ARPG in prima persona che ci ha provocato letteralmente brividi di piacere.
I “mondi lontani” evocati in questo numero, però, sono anche le Colonie Extramondo che rimangono ai margini di Blade Runner – al centro del TGM Classic, dopo le Time Machine su Westwood – e proiettano comunque lo scenario immaginato da P. K. Dick e Ridley Scott al di là dei confini terrestri: questi ultimi, tuttavia, sono spesso usati come limiti “naturali” di tanta fantascienza cyberpunk, per esplorare futuri relativamente vicini, come accade nei taxi di Neo Cab e, a livello di analisi, nelle relative recensioni e intervista. Rimanendo nella zona review, questo è il mese in cui chiudiamo la sfida calcistica dei videogiochi 2019 con l’ultimo FIFA, esprimiamo il giudizio finale anche sul nuovo soulslike fantascientifico di Deck 13, sull’altro e ben diverso emulo di Miyazaki, il mangoso Code Vein, su quel talentuoso birichino di Borderlands 3 e rileviamo, un po’ mesti, quanto ci fossimo sbagliati sulle potenzialità di Ghost Recon Breakpoint… E ancora le strade del buon GRID, il sorprendente platform RPG Indivisible, quasi nello stesso genere il ritorno in gran stile di Trine col quarto capitolo; abbiamo poi la discreta prestazione del secondo Yooka-Laylee, le diverse ma valide esperienze survival di Green Hell e Die Young, la cattivissima pixel art dell’action Blasphemous e tanto altro ancora, compresa la recensione del gioco VR dell’anno, Asgard’s Wrath, affiancata dalla prova di una mod che trasforma, sempre in realtà virtuale, Serious Sam 3 in Duke Nukem 3D!
Infine, senza nulla togliere a tutti gli altri contributi di pregio, tra TecnoTGM, Bovabyte, eSport, CosìParlòSabaku e le bizzarrie del LifeStyle Bazar, questo è anche il mese in cui Rockstar ha concretizzato uno degli annunci più attesi da un anno a questa parte, pari solo al reveal per la data di uscita di CB2077: Red Dead Redemption 2 è in chiara continuità con il discorso da cui questa presentazione è partita, nonostante la distanza tra e ambientazioni e i rispettivi nuclei del gameplay, per il semplice fatto di puntare a una grande ambientazione che non trascura lo spessore narrativo e la volontà, vera, di renderci partecipi di uno scenario videoludico con tutta la profondità possibile. Anche Red Dead Online sta diventando il coronamento di un’incredibile messa in scena Western, un mondo pulsante così denso di dettagli e piacere ludico da spingere i giocatori a voler permanere al suo interno – solo dopo aver costruito e offerto, nello storymode, tutti i motivi per desiderarlo.
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