È meglio praticare l’antica e oscura magia voodoo o brandire un moschetto tonante (Risen 2)? Che tipo di danno fa Ade (Titan Quest)? È più potente il segno Aard o Igni (The Witcher)? Forse non riesco a superare questa missione a causa di un bug? È oramai diventata una perniciosa e pigra abitudine: quando in difficoltà o nel dubbio, durante una sessione di gioco, chiedo e cerco consiglio su internet. Non si tratta solamente di quei passaggi impossibili di cui già vi parlavo in questo editoriale, ma anche della più piccola “sciocchezza”. Sto invecchiando e non ho più la pazienza di farmi tenere in scacco da una tabella di progresso del personaggio eccessivamente complicata, di trovare un PNG o la destinazione di una quest davvero ben nascosti dagli sviluppatori, o anche di capire – mediante trail & error – come funzioni la tale abilità oppure se questa trovi un’applicazione pratica nel corso dell’avventura.
D’altronde, a fronte di un gioco come Titan Quest (sempre lui), che ci pone davanti a ben dieci diversi tipi di resistenze (freddo, veleno, stordimento,…) e a nove maestrie (caccia, guerra, spirito…), è bene sapere come costruire al meglio il proprio personaggio, prima di accorgersi di aver sprecato intere giornate per realizzare una build inefficace. Informazioni utili, spesso non presenti in-game, consentono di capire quanto danno effettivamente faccia un determinato incantesimo o se sia opportuno completare il set di quell’armatura che tanto ci piace. All’atto pratico, optare per la medium armor in Morrowind, che conosceva il suo picco nella bellissima corazza degli Ordinatori, si rivelava una scelta per metà sbagliata: il set completo, infatti, non era comprensivo di gambali, il che lasciava scoperta una parte importante dell’avatar (gambe, cosce e – perdonatemi – gioielli di famiglia del nerevarino!). E poiché nel terzo capitolo delle The Elder Scrolls il danno viene ridotto in base al coefficiente di protezione offerto dal pezzo di armatura che ripara la parte di corpo direttamente interessata dal colpo subito, ricevere la punta di una lancia impugnata da un Dremora Lord proprio nelle zone basse portava a perdere circa i 3/4 della salute in un botto solo!
quando in difficoltà o nel dubbio, chiedo e cerco consiglio su internet
Potrebbe altresì attirarvi l’idea di impersonare un combattente a mani nude nel pur bellissimo Oblivion di Bethesda, ma prima di optare per una classe dotata dell’abilità “Hand to Hand”, tipica del monaco, è bene che conosciate la formula base che calcola il danno, ovvero Health_Damage = 1 + 10.5 * (Strength/100) * (HandToHandSkill/100). Traducendo, Hand to Hand fa un massimo di 11 punti di danno x colpo, aumentabili fino a 15 potenziando la “fatigue”, ovvero la barra verde della resistenza. A questo punto, sapere che un Ogre ha un minimo di 406 punti di salute potrebbe farvi propendere per un’arma incantata con danno da fuoco.
Oggi c’è un’unica divinità a cui dobbiamo rendere grazie, ma quanto è un bene?
A proposito, un tempo Internet (come la conosciamo oggi) non c’era, e allora bisognava ricorrere alle soluzioni recuperabili via posta o tramite telefonata ai centri delle software house, ai consigli e ai walkthrough delle riviste specializzate; oppure, in alternativa, fare un bel consulto tra amici che stavano percorrendo lo stesso gioco. Ricordo ancora un capannello di studenti fermi alla stazione che discutevano sul perché non riuscivano a farsi consegnare un oggetto decisamente importante da un gruppo di indigeni nel primo Monkey Island. Avendolo terminato pochi giorni prima, li illuminai… e venni fatto “santo”! Oggi c’è un’unica divinità a cui dobbiamo rendere grazie, ma quanto è un bene? Siamo sicuri che “più comodo” vada di pari passo con “più divertente”?