All’inizio, come ogni bella e sana storia d’amore, era tutto un condividere, postare, pubblicare ogni cosa, commentando tutto il commentabile, e cercando di racimolare like e apprezzamenti da ogni parte. Pian piano, come giusto che sia, l’euforia si è un po’ placata, e con essa il mio contributo allo riempimento dei server di Facebook. È un processo che va avanti da mesi, e voglio provare a capire con voi perché. Al netto delle – legittime – esigenze lavorative, ho sempre considerato Facebook il perfetto strumento per fare una pausa di quando in quando, per staccare la mente e vedere un po’ quello che succede nel mondo, e nella cerchia di amici.
Facebook è lo strumento perfetto per fare una pausa, per staccare la mente e vedere quel che succede nel mondo
Per farsi gli affaracci altrui, scoprire che fine hanno fatto i compagni del liceo, vedere che faccia ha l’amica di cui ti ha parlato l’amico, e tutte quelle cose lì, sicuramente un po’ “creepy”, ma legittime. Ma non solo, eh. Facebook era diventato, e per certi versi lo è ancora, una spettacolare fonte di informazione:
link e condivisioni di articoli che non avrei avuto occasione di leggere, innanzitutto, e aggiornamenti sui fatti altrui che, nella stragrande maggioranza dei casi, leggo sempre con piacere. Il mio principale obiettivo, quando decido di aprire Facebook, è solo ed esclusivamente rilassarmi e cazzeggiare per qualche minuto: per questo, mese dopo mese,
ho cominciato a “mutare” gente che, nel mio feed, pubblicava solo materiale “tossico”: rant, polemiche, insulti, e mai nulla di costruttivo. Perché mai dovrei mettermi nella condizione di assorbire il costante malumore altrui? Facciamo che rimaniamo amici, ma che ci sentiamo solo quando abbiamo davvero qualcosa da dirci. A questi mesi di boom delle fake news si è aggiunta, nelle ultime settimane, la campagna elettorale (e negli ultimi giorni pure Sanremo), e il numero di “unfollow” è aumentato a dismisura. Devo però, altrettanto onestamente, ammettere che si è abbassata la mia soglia di tolleranza. Sarà l’età che avanza, sarà la saggezza, sarà il desiderio di ridurre al minimo gli agenti tossici nella mia vita, ma è così.
Di suo, Facebook però non sta facendo davvero niente per farmi cambiare idea, ed è uno dei motivi per cui, col passare del tempo, ci vado sempre meno, e sempre meno volentieri. Ultimamente, Zuckerberg ha deciso di spingere la sua creatura verso una sempre maggiore autoreferenzialità (ne ha parlato benissimo qui il mio compagno di merende Ivan), facendomi perdere gran parte degli aggiornamenti delle pagine e dei gruppi che seguo; per l’uso che ne faccio io, non mi ci metto neanche a saltabeccare esplicitamente da una pagina all’altra alla ricerca degli ultimi post. Non se ne parla neanche.
Forse è arrivato il momento della famigerata “Pulizia kontatti!!1!?
Se qualcosa non compare nella mia bacheca, o non mi viene segnalato esplicitamente, è molto difficile che me lo vada a cercare io. Molti di voi diranno che sbaglio, ma non importa. I nuovi algoritmi in teoria favoriscono gli aggiornamenti degli amici, ma lo fanno in una maniera che non mi è per nulla chiara, col risultato che mi ritrovo la bacheca sempre più intasata di aggiornamenti e commenti di cui, onestamente, non me ne frega un accidente di niente.
Non sono uno che sente il bisogno di dire la sua ogni volta che respira, e leggo quindi con sempre minor interesse le opinioni e le verità assolute di gente che, ad andar bene, ho incontrato una o due volte nella vita. Da un lato, forse, è giunto anche per me il tempo della famigerata “
pulizia kontattiii!!1!“, ma trovo più stimolante provare a volgere lo sguardo altrove.
Twitter può essere un buon punto di partenza, ma mi sembra sempre troppo caotico e confusionario, e non mi ci trovo proprio.
Instagram, che tanti cominciano a usare con molta più frequenza, rappresenta un’alternativa intrigante, ma mi sembra di ritrovarci dentro le stesse problematiche di auto-referenzialità degli utenti di Facebook (e non è sicuramente un caso che faccia capo allo stesso padrone).
Sembra incredibile a dirsi, nel 2018, ma sto rivalutando i buoni, vecchi feed RSS
Mi sto guardando in giro per cercare fonti di informazioni, luoghi dove poter andare per leggere contenuti di qualità, interessanti, che in qualche forma mi arricchiscono e danno un senso alla pausa cazzeggio. Sto riprendendo a frequentare con interesse
Medium, dove ci scrive un sacco di gente brava e ci sono tantissimi spunti originali; di più,
sto rivalutando i buoni, vecchi feed RSS di una volta. Una frase che non mi sarei mai immaginato di scrivere nel 2018. Sto smanettando con
Feedly, che mi pare un buon punto di partenza
(un ottimo punto di partenza, ndKikko), e il solo fatto che esista mi fa sentire un po’ meno solo. Attenzione, eh.
Giusto per essere chiari, non sto dicendo che voglio solo leggere trattati sul senso della vita: in questi giorni sto aggiungendo anche feed di automobili, di LEGO e di felini. Non credo che Facebook sparirà dalla mia vita, non nell’immediato, e di certo non in maniera brusca, dall’oggi al domani. Rimarrà probabilmente ancora per un bel pezzo nella mia barra dei preferiti, e in cima ai siti più visitati nelle statistiche di
timeStats (che vi suggerisco di installare, perché può regalare autentiche sorprese). Però, lo sarà un po’ meno. Soppiantato, poco alla volta, da altro. Al che, legittima, la domanda finale: avete suggerimenti? Alternative? Idee?