Unreal davvero irreale?

unreal vr

Da qualche tempo, purtroppo solo da fruitore, mi sto dedicando a una specie di archeologia in realtà virtuale. Non mi riferisco solo alle qualità del software VorpX, di cui più volte ho parlato, e che consente di provare molti titoloni senza alcun supporto ufficiale alla VR, talvolta con discreti risultati (ed è da lodare sempre l’impegno di tale Ralph, suo nick nel forum ufficiale, patron e artefice tecnico dell’azienda), ma proprio di mod in total convertion che riscrivono quasi interamente la base del gioco per poterlo vivere come un titolo pensato e scritto per “starci dentro”.unreal

Nella prossima Virtual Reality Machine parleremo di un fenomeno potremmo definire “retro VR”

Per lo stesso motivo ho deciso di dar largo spazio a questo genere di esperimento nella prossima puntata della Virtual Reality Machine, prendendomi una piccola pausa dalla recensione dei giochi nativi per Oculus Rift e Steam VR. Sarà quindi compito del buon Nicolò Paschetto, ormai continuamente preda di allucinazioni VR su PS4, recensire il meglio dei nuovi titoli usciti per il visore e gli accessori della piattaforma Sony. L’ultimo arrivato, nel mio caso, è Unreal del 1998, gioco per cui ho già avuto modo di rimarcare la mia ammirazione.

Quasi subito soverchiato dalla potenza del linguaggio, della genialità narrativa e pure della prestanza tecnica di Half-Life, e secondariamente per la febbre del multiplayer online, (all’epoca almeno a 42°, cioè vicina al collasso per eccesso di entusiasmo), Unreal di Epic e Digital Extremes era ed è un esempio insuperato di avventura FPS sublimata dal fascino della fantascienza d’esplorazione, che ci metteva nei panni di ex galeotti perduti in un misteriosissimo pianeta alieno. E io voglio avvicinarmi fisicamente a un buon Nali, sentire quel che ha da dire e – ancora meglio – scappare dal primo esemplare di Skaarj incontrato nel gioco (o forse era il secondo), nel buio interno dell’enorme carcassa della Vortex Rikers. La mod, peraltro, è composta di livelli demo ed è comunque basata sull’edizione Gold del titolo, ultima versione disponibile di quello che è, almeno per il sottoscritto, il capolavoro “relativamente” dimenticato di Epic Games.unreal

In questi giorni non si parla d’altro che di Super Hot su PS VR, ma le prospettive sono anche magicamente rivolte all’indietro

Non vi parlerò subito delle prime sensazioni e delle altre prove che porterò in review, permettendomi solo di urlare i nomi di Quake 2 e Contra, perché voglio che il compito rimanga ben ancorato alla nostra rubrica, che con passione eroica si pone a confronto con gli orizzonti non ancora ben delineati della moderna VR, comunque già complessivamente interessata da un fatturato non trascurabile. Talvolta, però, questa prima generazione mi fa innervosire per le reazioni stupite o le esclusive preferenze che provoca nei giocatori: in questi giorni sembra che non esista altro che Super Hot  nella realtà virtuale di PS VR, che certo è un capolavoro ma non può, da solo, definire i confini di un fenomeno giovane e pieno di prospettive, alcune delle quali rivolte magicamente all’indietro.

Avete mai desiderato di correre per i prati di Na Pali, in mezzo alle rovine archeologiche di Unreal e all’oscura presenza di una razza aliena, così immersi da sentirvi davvero lì? Ecco, improponibilità delle texture a parte, io lo sto davvero facendo.

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