Quella scintilla che porta nuovo hardware

Quella scintilla che porta nuovo hardware

Vi scrivo mentre la PS4 è in pausa, con la schermata del menù di World of Warriors che mi guarda ansioso di essere recensito (potete leggerla qui). Mi sono incantato guardando il monitor, arrivato sabato mattina nuovo di pacca e installato mentre il resto della famiglia pranzava. «Papà, tu non mangi?», «Dopo, forse, ma anche no!». Questo il tono della discussione tra chi era in cucina e mi guardava indaffarato fra scatoloni, polistirolo e quella mania da “i cavi non si devono vedere” che mi ossessiona da quando ne ho memoria.

Tutto nasce, come al solito, da un videogioco. Lo compro, lo avvio e mi accorgo che non sta girando come meriterebbe. Senza tornare “troppo” indietro nel tempo penso al fumo volumetrico di quel Medal of Honor: Allied Assault che mi fece aggiornare il PC nel 2001, e non sto parlando di cambiare scheda grafica o aggiungere RAM: no. Lo riassemblai pezzo per pezzo, da capo. Oppure a Fahrenheit di David Cage nel 2005, anch’esso portatore di una nuova configurazione e responsabile dell’ingresso del primo pad compatibile con Windows in casa mia. Di esempi, però, potrei farne a dozzine: dal joystick Sidewinder Force Feedback Pro di Microsoft per Wing Commander: Prophecy nel 1997, al volante Precision Racing Wheel comprato il giorno dopo aver installato Grand Prix 2 di Geoff Crammond nel 1996.

Quella scintilla che porta nuovo hardware

I videogiocatori adulti danno per scontato di poter acquistare nuovo hardware al day one

Ultimamente questa dinamica si era assopita, un po’ perché è andata sbiadendo quella spinta evolutiva a cui tutti abbiamo assistito tra gli anni ‘90 e i primi del 2000, un po’ perché il lungo ciclo di vita delle console domestiche ha contribuito ad appiattire – verso il basso – i requisiti minimi hardware, laddove moltissimi titoli vengono convertiti e non sento quasi mai il bisogno di giocarli forzatamente su una macchina nuova. Più recentemente mi è capitato di perdere alcune ore cercando un paio di cuffie capaci di esaltare l’audio binaurale di Hellblade: Senua’s Scarifice; quando ho avviato Project Cars 2 su PS4 e su un Sony Bravia del 2007 (quindi “solo” HD Ready) mi sono poi reso conto che quel TV non aveva più ragione di occupare la mia parete. È quindi partita l’indigestione di informazioni su pannelli e produttori, il tutto tenendo conto di due fattori per me vincolanti come il budget a disposizione e lo spazio fisico che potevo dedicargli in soggiorno. Il risultato di questa operazione è stato un Edge LED con tecnologia proprietaria X-Reality PRO di Sony, che mi ha proiettato in quel futuro che avrei potuto vivere già una decina d’anni fa. La differenza tra le due esperienze di gioco è così marcata che confesso di essermi emozionato, lì per lì, un po’ come fossi un bambino che a Natale ha ricevuto un regalo atteso per tutto l’autunno.

Questo breve amarcord porta con sé una riflessione più ampia, ossia quella legata al consumismo da take away che i videogiocatori adulti, con una considerevole capacità di acquisto resa possibile dal lavoro retribuito, ormai danno per scontato. Se in questo periodo dell’anno il Cristianesimo prepara la celebrazione della sua Pasqua con quaranta giorni di preghiera, penitenza e digiuno, il mondo laico potrebbe trarre spunto da quel tipo di pratica imparando una lezione utile al raggiungimento di un godimento – non trovo altra definizione – ancora maggiore. Senza arrivare agli estremi di aspettare l’anno domini 2018 per entrare nel mondo del Full HD come ho fatto io, ci si potrebbe sforzare di resistere qualche mese prima di sostituire il vecchio hardware, piuttosto che attendere il periodo degli sconti folli su Steam e soci invece di pre-acquistare l’ennesima iterazione di una IP che si ripete uguale a se stessa da anni. Attenzione però: in questa cornice il fatto che l’operazione costerebbero di meno è del tutto marginale. Il punto è che quando finalmente arriverà il momento, la gioia di esserne entrati in possesso sarà triplicata. Fermatevi un attimo a pensarci, ricordandovi di quando il 24 dicembre non riuscivate ad addormentarvi perché il cuore batteva all’impazzata, e vedrete che mi darete ragione.

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