Maledetto, benedetto Sky Q

sky q editoriale

Da un paio di giorni nel mio salotto (o, anzi, sarebbe meglio dire nella mia abitazione) è arrivato il tanto pubblicizzato Sky Q, ovvero la nuova piattaforma domestica di Sky che porta – finalmente – la fruizione dei contenuti satellitari nel nuovo millennio. Grazie a Sky Q, mercoledì abbiamo sperimentato l’evoluzione del Multivision: io mi sono guardato metà semifinale di Champions League in cucina e l’altra metà in salotto, mentre mia moglie invertiva con me la postazione per godersi le ricette di Gambero Rosso; al contempo, mia figlia se ne stava appollaiata in camera sua, tablet in mano, gustandosi una puntata dei Simpson su FOX Animation HD. Mettere in pausa un programma su un device e riprenderlo da un altra parte è davvero una gran comodità, e ancora devo sperimentare la possibilità di scaricare un contenuto registrato su un dispositivo mobile per fruirne anche fuori casa, in assenza di una connessione internet.

Il passaggio dal vecchio mondo di Sky a quello nuovo mi ha seriamente imbellito, ma al contempo mi ha fatto salire rapidamente anche un po’ di crimine. Al di là dei 4 euro in più in bolletta (che diventano incredibilmente 15 euro se si è clienti da meno di sei anni), è semplicemente successo che Sky Q ha trasformato la fruizione di Sky in una cosa “normale”. Perché diciamocelo… non che fino a ieri l’esperienza con Sky fosse il massimo della vita, anzi. Di fatto, è solo accaduto che il colosso capitanato da Rupert Murdoch si è allineato a quanto già da tempo esiste altrove, con Netflix a capitanare il gruppone di chi ha mostrato come si fa. Sky Q è finalmente un buon servizio, comodo e capace di far convivere in un unico ecosistema TV satellitare e on demand. Da vecchio utente Sky, abituato alla pochezza elefantiaca dell’interfaccia e a millemila limitazioni (basti pensare a come funziona Sky Go, che vincola la fruizione a un numero risicato di dispositivi, sostituibili solo una volta al mese), saluto certo con favore il nuovo corso, ma non posso fare a meno di chiedermi quanto sia figlio della voglia di innovare, piuttosto che della necessità di interrompere l’emorragia di clienti che migrano verso lidi più economici, ma comunque assai validi.

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è semplicemente successo che Sky Q ha trasformato la fruizione di Sky in una cosa “normale”

Sky Italia, per guardare le cose di casa nostra, tiene botta principalmente grazie agli abbonati Calcio e Sport. Personalmente, senza la qualità delle trasmissioni sportive di Sky (con gli speciali di Federico Buffa a fare da portabandiera) avrei probabilmente dato disdetta da tempo, giacché – anche solo tra Netflix e Amazon Prime Video – il backlog delle cose da vedere ha ormai raggiunto livelli inumani. L’arrivo di Sky Q mi ha inaspettatamente invitato a riattivare il pacchetto Cinema almeno per qualche tempo, giusto per vedere come va. Tuttavia, non posso non osservare che ora Sky mi arriva a costare 80 euro al mese: quei 4 euro aggiuntivi per Sky Q (che ripeto diventare quindici per gli abbonati di primo pelo, e anche di secondo) sono una sorta di insulto alla ragione. Un’azienda seria, visti i tanti soldi che già si porta a casa con i normali abbonamenti, avrebbe messo la nuova piattaforma a disposizione gratuita di tutti i suoi clienti, accompagnando la sostituzione dei vecchi decoder con una lettera di scuse per essersi comportati da cialtroni fino a quel momento. Evidentemente, di pirla come il sottoscritto ce ne sono in giro ancora troppi… abbatteteci!

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