Difficile mettere a confronto sviluppatori come CD Projekt RED, Naughty Dog e il team guidato da Hideo Kojima, se non altro per le differenze di generi e stile. È indubbio, però, come gli stessi soggetti siano stati protagonisti dell’E3 senza nemmeno specificare una data di pubblicazione per le rispettive creature (al di là delle parole di Kojima circa un’uscita “precedente al setting di Akira“, dunque prima del 2019), seppur con ulteriori distinguo fra i materiali mostrati. In tutti i casi, appare lecito domandarsi se e quanto le singole vicende produttive possano giustificare una fiducia incondizionata, a fronte di trascorsi addirittura ininterrotti (e più o meno lunghe) di successi e, talvolta, di veri e propri capolavori. Una questione che non ha una risposta univoca, ovviamente, anche se mi permetterò di sottoporvi la mia.
Violenta frenesia à la Altered Carbon, dettagli da Night City e personalizzazione del PG hanno nuovamente evidenziato le pazzesche qualità di CD Projekt RED
Naughty Dog, dal canto suo, non è stata al centro dell’attenzione solo per la bontà del suo video footage, ma anche per le critiche piovute da un soggetto interno all’industry. A conti fatti si è trattato di involontaria pubblicità gratuita, ma non è questo il punto. Tutti, ormai, conosciamo la storia: il patron di Eidos Montreal David Anfossi ha millantato che alcune mirabolanti animazioni del filmato non fossero genuinamente tratte dal gameplay, e che anzi la perfezione delle movenze corrispondesse a una furba manipolazione cinematica; poco dopo, lo stesso Anfossi si è scusato tirando in causa un’improbabile errore nell’esprimersi in inglese, dichiarazione che non ha fatto altro che amplificare a dismisura dileggi e insulti da parte dei fan di Naughty Dog e ha propiziato l’intervento della stessa casa di Uncharted, in difesa dell’incauto sviluppatore e del proprio operato in The Last of Us Part 2, nel quale sarebbero state implementate “nuove tecnologie, con transizioni impercettibili“ della animazioni.
David Anfossi, prima di ritrattare, sosteneva che alcune transizioni del video di Naughty Dog fossero artificiosamente manipolate
Arriviamo, infine, al chiacchieratissimo trailer di gameplay e sequenze cinematiche di Death Stranding, il più facile in assoluto da contestare e addirittura dileggiare, se preso per certi versi (cito solo l’etichetta di “simulatore di porta-bagagli, fra i meme più diffusi). La struttura stessa del video si è rivelata la più esposta alle critiche tra i blockbuster menzionati: le parti presumibilmente tratte da sezioni in-game si rivolgono a momenti d’esplorazione e stealth a prima vista abbastanza deboli, mentre le animazioni di stampo cinematografico hanno ripercorso, a parte il significato di alcuni personaggi, come quelli delle protagoniste/interpreti femminili, gli stessi criptici elementi degli scorsi trailer, senza aggiungere elementi veramente nuovi o su cui sia davvero fecondo soffermarsi.
È come se Terence Malick o, all’epoca, Stanley Kubrik fossero stati criticati aprioristicamente per acerbe anteprime