Una questione di fiducia

Cyberpunk 2077 streaming

Difficile mettere a confronto sviluppatori come CD Projekt RED, Naughty Dog e il team guidato da Hideo Kojima, se non altro per le differenze di generi e stile. È indubbio, però, come gli stessi soggetti siano stati protagonisti dell’E3 senza nemmeno specificare una data di pubblicazione per le rispettive creature (al di là delle parole di Kojima circa un’uscita “precedente al setting di Akira“, dunque prima del 2019), seppur con ulteriori distinguo fra i materiali mostrati. In tutti i casi, appare lecito domandarsi se e quanto le singole vicende produttive possano giustificare una fiducia incondizionata, a fronte di trascorsi addirittura ininterrotti (e più o meno lunghe) di successi e, talvolta, di veri e propri capolavori. Una questione che non ha una risposta univoca, ovviamente, anche se mi permetterò di sottoporvi la mia.

Violenta frenesia à la Altered Carbon, dettagli da Night City e personalizzazione del PG hanno nuovamente evidenziato le pazzesche qualità di CD Projekt RED

Prima di buttarmi sulla mia personale posizione, suscettibile di applausi, reazioni tiepide o persino sputi, è bene ricordare le singole apparizioni durante la manifestazione losangelina. Sull’attesissima “prima volta” (teaser a parte) di Cyberpunk 2077 troverete un’attenta e corposa disamina sul prossimo numero di TGM, dalla quale posso provare a estrarre un paio di concetti: da una parte, trailer e hands off non hanno dato prova di perfezione sotto il profilo estetico, mentre taluni hanno accolto la scelta della soggettiva storcendo la bocca (sarebbero da fucilare, per quel quel che mi riguarda, ma tant’è); dall’altro, la violenta frenesia in stile Altered Carbon, così come la marea di dettagli dalla città e dalla personalizzazione del PG hanno ricordato a tutti che si sta parlando di CD Projekt RED. Uno studio di sviluppo che ha pochi rivali per rispetto dei canoni ARPG, personalità stilistica e risultati strettamente tecnici, con all’attivo uno dei titoli a mondo aperto più universalmente acclamati nella storia dei GdR d’azione.

Naughty Dog, dal canto suo, non è stata al centro dell’attenzione solo per la bontà del suo video footage, ma anche per le critiche piovute da un soggetto interno all’industry. A conti fatti si è trattato di involontaria pubblicità gratuita, ma non è questo il punto. Tutti, ormai, conosciamo la storia: il patron di Eidos Montreal David Anfossi ha millantato che alcune mirabolanti animazioni del filmato non fossero genuinamente tratte dal gameplay, e che anzi la perfezione delle movenze corrispondesse a una furba manipolazione cinematica; poco dopo, lo stesso Anfossi si è scusato tirando in causa un’improbabile errore nell’esprimersi in inglese, dichiarazione che non ha fatto altro che amplificare a dismisura dileggi e insulti da parte dei fan di Naughty Dog e ha propiziato l’intervento della stessa casa di Uncharted, in difesa dell’incauto sviluppatore e del proprio operato in The Last of Us Part 2, nel quale sarebbero state implementate “nuove tecnologie, con transizioni impercettibili della animazioni.

David Anfossi, prima di ritrattare, sosteneva che alcune transizioni del video di Naughty Dog  fossero artificiosamente manipolate

Non chiamandomi Anfossi, tuttavia, mi permetto di ricordare che si tratta “solo” della parola di Naughty Dog, e che alcuni passaggi tra azione e vorticosi scripting (date un’occhiata al minutaggio 10:14 del video, per il caso forse più estremo) appaiono tutt’ora “incredibili”, con tutti i significati possibili dell’aggettivo. Il pattern del nemico, ad esempio, potrebbe essere programmato per far entrare il PNG rigidamente a fianco della teca a vetri, in attesa della fluida animazione, cosa che renderebbe abbastanza artificioso quel particolare momento della sequenza. Allo stesso tempo, però, ci stiamo riferendo a uno sviluppatore capace di portare su un inarrivabile livello il connubio fra azione, racconto e fluidità grafica in un classico gameplay da action adventure – con venature survival, naturalmente, nel caso di The Last of Us.

Arriviamo, infine, al chiacchieratissimo trailer di gameplay e sequenze cinematiche di Death Stranding, il più facile in assoluto da contestare e addirittura dileggiare, se preso per certi versi (cito solo l’etichetta di “simulatore di porta-bagagli, fra i meme più diffusi). La struttura stessa del video si è rivelata la più esposta alle critiche tra i blockbuster menzionati: le parti presumibilmente tratte da sezioni in-game si rivolgono a momenti d’esplorazione e stealth a prima vista abbastanza deboli, mentre le animazioni di stampo cinematografico hanno ripercorso, a parte il significato di alcuni personaggi, come quelli delle protagoniste/interpreti femminili, gli stessi criptici elementi degli scorsi trailer, senza aggiungere elementi veramente nuovi o su cui sia davvero fecondo soffermarsi.

È come se Terence Malick o, all’epoca, Stanley Kubrik fossero stati criticati aprioristicamente per acerbe anteprime

Per ognuna di queste apparizioni, dal mio punto di vista, è difficile avanzare critiche serie e circostanziate: per fare un parallelo cinematografico, è come se Terence Malick o, all’epoca, Stanley Kubrik fossero stati criticati aprioristicamente per anteprime o notizie arrivate dai set, o anche se Quentin Tarantino, con la sua essenza vorticosamente citazionista a cavallo tra sperimentazione, pulp e omaggi alla storia del cinema, avesse dovuto subire ingiurie sulla reiterazione del suo stile (molto relativa, considerate alcune opere). Probabilmente, Kojima si trova nella condizione meno irreprensibile, considerata l’aura da “libero e senza padroni” che lo avvolge, stavolta vera anche nei fatti, con un’immagine personalistica ben lontana dai “collettivi” di CD Projekt o Naughty Dogs, e il conseguente rischio di veder strabordare la sua stessa personalità; a ben vedere, invece, per gli altri non esistono particolari che il tempo o addirittura la storia stessa delle software house non siano in grado di azzerare, ammesso che si possa identificare qualche vero e proprio difetto. Va da sé che, in tutti i casi, mi piacerebbe sentire la vostra opinione.

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