Pur dovendo tenere a mente il contesto ben evidenziato qui da Lorenzo Fantoni – assiduo collaboratore di TGM, oltre a tante altre belle cose – domenica scorsa è stato facile decidere per chi ti tifare nella finale dei mondiali di calcio. Fra le motivazioni, a lato della scarsa simpatia per la “grandeur” francese, figuravano la stessa demografia della piccola Croazia, la contiguità istriana con lingua, cultura e drammi storici italiani insieme alle dolorose vicissitudini del paese sul finire del secolo scorso, in seguito alla guerra con Serbia, Bosnia e, dunque, ai violenti assestamenti degli Stati dell’ex Yugoslavia, quando gli stessi giocatori della nazionale erano bambini.
Lungi da me evocare qualsiasi connessione al senso nazionale, per me odioso a prescindere dalla forma, ma certo la sconfitta dei baldi giocatori croati è stata una delusione bella e buona. Ecco, quindi, che mi è venuto in mente un modo per celebrare le cose positive provenienti da quella nazione, capaci di valicare la sfera del calcio anche per noi videogiocatori: riprendere in mano i gustosissimi titoli che una software house orgogliosa fin dal nome, Croteam, ha saputo proporci lungo i lustri, con una storia alle spalle ancora più antica e, per questo, intrecciata agli eventi di cui sopra. E non mi riferisco solo alla bandiera – o meglio, la canotta sudata – di Serious Sam, ma anche alle fini riflessioni di fantascienza esistenzialista di The Talos Principle, tra i puzzle adventure più sorprendenti dell’ultimo decennio.
Proprio l’inaspettato spessore intellettuale di The Talos Principle, a cavallo fra Philip Dick, mitologia greca e caverna di Platone, fa sperare che prima o poi Croteam riesca a darci nel mezzo, ibridando anime apparentemente inconciliabili del suo gaming
Su un piano più profondo, invece, risiedono le aspettative per il futuro. Proprio l’inaspettato spessore intellettuale di The Talos Principle, a cavallo fra Philip Dick, mitologia greca e caverna di Platone, fa sperare che prima o poi Croteam riesca a darci nel mezzo, ibridando anime apparentemente inconciliabili del suo gaming. Ciò non vuol dire abbandonare la cialtroneria in stile Duke Nukem di Sam, o peggio ancora le riflessioni dell’androide di Talos al cospetto di Elohim; è giusto che queste tradizioni beneficino di nuovi sequel, già annunciati in entrambi i casi, ma allo stesso tempo non posso che sperare in qualcosa di diverso, insieme contiguo e inedito per lo studio. Di preciso non so nemmeno cosa; so solo che Croteam sarebbe in grado di realizzare qualsiasi progetto, e che il sodalizio con Devolver Digital potrebbe portare ancora più lontano le (comuni) ambizioni qualitative. Forza ragazzi.