Quella del 2019, per molti di voi, sarà stata una Pasqua come tante altre, tra la Messa domenicale e la gita fuori porta (o la grigliatona fra amici) di Pasquetta, funestata come sempre dalla pioggia. Ma per noi Commodoristi, vale a dire i fortunati che da giovani poterono giocare col Commodore 64, la Pasqua del 2019 sarà ricordata come il giorno in cui anche noi, peraltro senza l’autorizzazione di Nintendo, abbiamo potuto giocare a Super Mario Bros. sul nostro computer preferito, assaporando il delizioso nettare digitale che Hiroshi Yamauchi e i suoi successori ci avevano sempre, perentoriamente, negato. Già, perché la liason tra Mario e il Biscottone non poteva iniziare meglio, con la conversione – pressoché perfetta – del primo Mario Bros., realizzata da Atari nel 1985. Ma, una volta intuito che il successivo capolavoro di Shigeru Miyamoto avrebbe contribuito a vendere carriolate e carriolate di console NES, Nintendo non rilasciò più alcuna licenza per i porting, lasciando il Commodore 64 orfano di un titolo che sarebbe stato benissimo alla sua portata. Non solo: Nintendo citò addirittura in giudizio Rainbow Arts, “colpevole” di averlo quasi clonato con il suo platform Great Giana Sisters.
anche noi, anche senza l’autorizzazione di Nintendo, abbiamo potuto giocare a Super Mario Bros. sul nostro computer preferito
Ma torniamo a oggi. Con una scelta dei tempi a dir poco epica, lo scorso venerdì santo il misterioso programmatore
ZeroPaige ha pubblicato, su alcuni siti di emulazione e retrogaming, ciò che nel 1985 avrebbe rappresentato un vero incubo per Nintendo, se solo Internet fosse già stata così diffusa e accessibile:
una conversione, a dir poco strepitosa, di Super Mario Bros. dal NES al Commodore 64. Ovviamente la sbornia è durata poco: sono bastati tre giorni agli avvocati di Nintendo per chiedere (e ottenere) la rimozione del famigerato archivio Zip che la conteneva. Ma perché ve ne parliamo, visto che ormai il Commodore 64 e il suo parco software sono soltanto “roba da nostalgici”? Perché c’è qualcosa di incredibilmente romantico, un vero atto d’amore, in tutto questo.
sono bastati tre giorni agli avvocati di Nintendo per chiedere (e ottenere) la rimozione del famigerato archivio Zip
ZeroPaige ha impiegato la bellezza di sette anni, sette lunghi anni, per adattare la grafica e il sonoro originali di
Super Mario Bros. all’architettura hardware (chip SID e VIC-II) del C64. Quanto al codice vero e proprio, ha optato per l’uso di quello originale, dato che le CPU dei due sistemi sono pressoché identiche. In altre parole, ZeroPaige è riuscito nell’impresa impossibile di eseguire il software contenuto nella cartuccia per NES sul Commodore, dopo aver provveduto alle necessarie modifiche. Dato che il NES era più veloce del C64, ci sono alcuni rallentamenti qua e là, ma ZeroPaige è “andato oltre”,
sfruttando tutte le possibili strategie di accelerazione disponibili. Per migliorare il suono, per esempio, il gioco supporta la presenza di un secondo SID e,
sul Commodore 128, può sfruttare la modalità a 2 MHz della CPU 8510 per recuperare cicli di clock. Come dire che se, all’epoca, vi foste dannati l’anima per aver speso inutilmente più soldi per un C128, invece di “accontentarvi” di un C64, oggi potete tirarlo fuori con orgoglio e giocare più fluidamente a
Super Mario Bros. Chi ha un C64, invece, dovrà per forza accontentarsi o procurarsi un costoso accessorio chiamato SuperCPU (auguri!). Comunque sia, un lavoro immane, che forse non avrà mai né il placet, né la benedizione, né tanto meno i complimenti di Nintendo, ma che in pochissime ore ha già fatto la storia, facendo parlare di sé l’intero world wide web. E la chiamano “nostalgia”!