Il nerd da palestra

nerd da palestra

Quando si pensa al classico amante di videogiochi la mente subito sembra polarizzarsi verso due esempi lampanti: il primo è il giovane magrolino, privo di muscoli e alto quanto un comodino, borse sotto gli occhi e tanti energy drink in corpo da poter reinterpretare dal vivo la famosa pubblicità della Red Bull (aiutato forse da una repentina raffica di vento); l’altra è il quarantenne con la pelata e fin troppa panza, seduto scomposto alla scrivania intento a mangiare patatine tra una pausa e l’altra del suo multiplayer di fiducia, neanche fosse appena fuggito dall’episodio di South Park a tema WoW.
Si tratta di grosse generalizzazioni, ovvio, ma che alla fin fine da sempre aiutano a catalogare in maniera concisa tutti quei file mentali che inondano la nostra testa. A essere onesti, questo tipo di classificazione la si fa davvero per tutto e, il più delle volte, funziona alla grande. Già, il più delle volte. Perché vivere di generalizzazioni non è davvero possibile. Questo l’ho scoperto, o almeno ricordato, una volta deciso di andare a frequentare una palestra.

NUOVE ESPERIENZE

Dopo anni e anni di vita sedentaria sentivo fosse arrivato finalmente il momento di muovermi un po’ e provare qualcosa di nuovo. Da giovane ero un vero e proprio tornado di energia, andata a poco a poco scemando fino a diventare lo spiffero sotto la porta. Quando mi sono accorto che anche fare le scale iniziava a diventare un’impresa titanica ho capito quanto urgente fosse il bisogno di muovermi. E quale migliore occasione che avere un vecchio amico che apre la propria palestra non troppo distante da casa?
Fatica, sofferenza e morte erano scontate. Quello che tuttavia non mi sarei mai aspettato è il numero di giocatori appassionati che si annidano in un posto così, da sempre associato più al “BRO” che al “nerd”nerd da palestra

Videogiochi e fumetti sono in realtà parte integrante della vita di tantissime persone

Primo tra tutti c’è Andrea. Il mio ex compagno di classe che ancora prima di compiere 16 anni ha iniziato a passare il suo tempo libero tra ferro ed esercizi. Il risultato è un fisico assolutamente invidiabile che mostra tutta la sua passione e dedizione senza degenerare nel classico palestrato tanto gonfio quanto impacciato. Con il suo atteggiamento paziente, questo statuario pezzo di manzo, nonché perito informatico, è non solo un videogiocatore incallito (tempo permettendo ovviamente) ma anche la dimostrazione che mente e cervello non sono mai mutualmente esclusivi. Che si tratti di console di prossima generazione, giochi in uscita o fiere, gli argomenti di cui parlare davvero non mancano nelle (fin troppo lunghe) ore di allenamento.
Andrea tuttavia non è un’eccezione. Gli esempi di quanto sia difficile in realtà giudicare il libro dalla copertina sono tanti e vanno da Giuseppe, l’assiduo frequentatore della palestra che conosce i videogiochi attraverso il figlio, a Giovanni, l’insegnante di Karate con la passione per manga e anime. Videogiochi e fumetti sono in realtà parte integrante della vita di tantissime persone, molte più di quanto si pensi, e non si tratta più di un hobby per pochi prediletti. Forse, a pensarci meglio, non lo è davvero mai stato.
C’è quindi una piccola lezione che posso tirar fuori da questa nuova esperienza, oltre il “non essere bigotto”, ed è quella di non rinchiudersi dentro i propri confini, veri o fittizi. Se una volta o l’altra vi viene in mente la pazza idea di fare qualcosa di diverso e temete di non trovarvi bene in mezzo a nuovi gruppi di persone, non ascoltate quella vocina interiore, buttatevi!

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