La questione avrebbe una cassa di risonanza maggiore, ma le circostanze sono del tutto particolari: il nuovo anno ha portato all’ennesimo abbandono del regista di turno alla guida del film su Uncharted., notizia peraltro non proprio fresca.
In fila indiana: Shawn levy prima, Dan Trachtenberg dopo, adesso anche Trevis Knight si è tirato fuori dai giochi. Le motivazioni sono molteplici e nessuna riguarda l’apparente problema sul carico di produzione o sulla sceneggiatura – anch’essa, però, riscritta e rimaneggiata più volte.
In carica rimangono Mark Wahlberg nei panni di Sully e Tom Holland in quelli del giovane Nathan Drake. Gran parte dei problemi sembra riguardare proprio quest’ultimo attore, con la sua agenda fitta di impegni e l’impossibilità di concentrarsi e schedulare le settimane di ripresa del film. Lo stesso regista non avrebbe visto di buon occhio rimanere fermo in attesa senza far nulla, motivo per cui ha abbandonato per dedicarsi ad altri progetti.
Arrivati a un certo punto è abbastanza palese aspettarsi grossi cambiamenti attorno a un film da troppi anni sul tavolo di Hollywood. La condizione attuale potrebbe portare alla famigerata Black List, un utopico cassetto dove produttori e altri addetti ai lavori gettano tutte quelle sceneggiature potenzialmente di forte successo, ma impossibili allo stato attuale da realizzare. Per evitare di perdere tempo, denaro o far attendere addetti ai lavori in panchina, si tende ad archiviare in attesa di momenti più propizi.
Nulla di così terribile, anzi, molte di queste sceneggiature si sono tramutate in film di successo quali Argo, The Millionare e Il Caso Spotlight , pur avendo visto il buio per anni e anni; semplicemente, il mercato, la richiesta e la disponibilità di cast tecnico e artistico non trovano il giusto punto d’incontro.
C’è da dire anche un’altra cosa: il genere del film d’avventura è in una situazione di stallo da fin troppo tempo, infarcito di tanti film d’azione che mai hanno avuto nel DNA quel senso di esplorazione, scoperta e meraviglia tipico di pellicole à la Indiana Jones. Tirare in ballo questa celeberrima serie non è certo casuale, considerato che la scrittura del personaggio di Nathan Drake riprende molto la leggerezza dell’archeologo concepito da Lucas, diretto da Spielberg e interpretato da Harrison Ford (anche la caratura dei nomi in ballo non è facilmente imitabile, ndII-V), con tanto di sequenza di Uncharted 4 che cita e omaggia Indiana Jones e L’ultima Crociata.
Il film di uncharted rischia di finire nel cassetto della black list, luogo utopico dove si raggruppano progetti potenzialmente di successo, ma di difficile realizzazione
La difficoltà nel realizzare il film di Uncharted è tacitamente una risposta a una domanda che mi sono posto più volte: togliendoci dalla memoria Indy che fugge dall’esplosione di una testata nucleare dentro un frigorifero, perché negli anni immediatamente successivi a L’ultima Crociata non si sono più realizzati altri film del genere? O almeno, perché l’industria cinematografia non è più riuscita a riproporre un gustoso mix di avventura e brio di questo calibro?
Ci sono state opere cinematografiche impegnate su una strada simile, basti pensare i due Tomb Raider con Angelina Jolie o alla stessa saga di Pirati dei Caraibi , apparentemente lontana ma con un paragonabile gusto da grande avventura; in nessun caso, tuttavia, può essere imbastito un credibile confronto con la ricerca di preziosi manufatti dai poteri sconfinati tra caldi deserti, foreste pluviali e le acque di Venezia del leggendario Indiana Jones. Mi sarebbe andata bene anche quella sorta di versione moderna con Nicolas Cage, la serie National Treasure, (Il Mistero dei Templari, Il Mistero delle Pagine Perdute), mediamente discreta ma che non ha mai visto un terzo capitolo – stranamente, dato che in termini di incassi sono film andati benissimo.
Non c’è da stupirsi, dunque, che il medium videoludico abbia sempre risposto con grande grinta a questa mancanza: la quadrilogia di Uncharted e lo stesso reboot di Tomb Raider mi hanno appagato tantissimo nella voglia di grande avventura e, per quanto sia difficile trarre film da prodotti videoludici – lo stesso film di Uncharted potrebbe non essere mai realizzato – sento quasi di potermi creare da solo, nella mia mente, l’agognato cortometraggio sulla saga di Naughty Dog, partendo proprio dall’ultimo capitolo Fine di un Ladro, con buon pace dell’apprezzabilissimo ma inutile fan film di Nathan Fillon
Ci sarebbero storia e personaggi, la classica relazione che si sfalda e si ricuce grazie ai preziosi momenti tra Nathan ed Elena, ci sarebbe una buona nemesi insieme allo stimolo per girare in tanti luoghi del globo. Anche la comparsa (allerta spoiler, saltate la riga se non avete ancora giocato il capitolo più recente, ndII-V) del fratello di Nathan è un ottimo spunto su cui creare una forte pressione drammaturgica.
Sparsi gli attori: per Nathan Drake vedrei bene Jack O’Connell, giovane, col viso giusto e un gran carisma. Emily Blunt per la bella Elena Fisher. Per Sam Drake servirebbe un cavallo di razza, faccia incisiva e buon fisico, e qui sono indeciso tra Ben Mendelsohn e Bruce Springsteen, ma opterei più per il primo…
Scelte folli e totalmente figlie di una fan-fiction all’ennesima potenza per i successivi due. Jake Gyllenhaal nei panni di Rafe; in particolare, desidererei il Gyllenhaal del detective Loki di Prisoners, visto che sono personaggi molto ma molto simili. Per Sullivan, invece, con una sancita da una sana follia, vedrei benissimo Tom Hanks, nel trucco dal film Sully.
Sully, Sullivan, ditemi che l’avete capita (ma ammazzati xD, II-V).
Insomma, ci sarebbe davvero tutto: a chi devo telefonare per avere fondi illimitati e realizzare il film?