Jurassic Park ‘n Son

In multigiocatore online possiamo essere battuti da ragazzini, o dover collaborare con loro, senza le barriere tra fasce d’età della vita reale. Un confronto che potrebbe persino farci bene, a patto di mantenere la calma 😉 Jurassik Park Fortnite elefanti rosa Super Mario Zelda Breath of the Wild multigiocatore fra generazioniQuesto inverno, durante le festività natalizie, quando ancora ci si poteva assembrare senza sentirsi carbonari, ho compiuto in gran segreto, come ogni Natale, il rito per evocare un lieve malanno di stagione che mi impedisse di far visita a ogni nucleo famigliare a me caro. Fallita l’invocazione, s’è quindi delineato il mio fato e  è iniziato il consueto valzer di baci, abbracci (sembrano quasi parolacce, a leggerle oggi), abbuffate e auguri. Presso un domicilio particolarmente pieno di vitalità e colmo di nanici esponenti della nostra specie, mi sono imbattuto in una risposta che mi ha fatto riflettere.

Un giovane virgulto mi mostrava con orgoglio la sua collezione di buoni Nintendo ricevuti grazie alle feste. Come utilizzarli?

Mentre un giovane virgulto mi mostrava con orgoglio la sua collezione di buoni Nintendo ricevuti grazie alle feste, l’abbiocco post pranzo ha allentato la sua presa per un istante e, dagli abissi del divano in cui ero sprofondato, m’è venuto spontaneo esclamare: “wow, con questi puoi comprarti un sacco di giochi stupendi per la Switch!”. Ogni due buoni visionati, infatti, nella mia mente annebbiata da cibo e vino si materializzavano uno dopo l’altro, proprio come gli psichedelici elefanti rosa di Dumbo, capolavori del calibro di Legend of Zelda Breath of the Wild, Super Mario Odissey e una lunga sfilza di titoli di caratura mondiale. Jurassik Park elefanti rosa Super Mario Zelda Breath of the Wild

Nella mia mente annebbiata dal vino si materializzavano, alla stregua degli elefanti rosa di Dumbo, capolavori come Breath of the Wild, salvo dovermi svegliare nella più crudele delle riealtà

L’inaspettata risposta alla mia naturale e, col senno di poi, ingenua osservazione è stata tanto candida quanto devastante: “no, con questi mi compro le skin fighe su Fortnite!”. Da lì ad assistere inerme ad una sfilata di personaggi e gadget del gioco Epic il passo è stato breve, ma il dado era tratto e il mio pensiero già rapito da qualcos’altro: ormai la riflessione aveva iniziato a fermentare insieme al pastrocchio nel mio intestino. A parte farmi sentire nello stesso stralunato modo di quando ti danno del Lei per la prima volta, l’adorabile gamer agli albori della sua carriera, senza saperlo, con poche parole mi ha assestato un clamoroso pugno in faccia di realismo. Il mio sognante pragmatismo da adulto è stato sbriciolato in un attimo dalla genuinità di quella fanciullesca affermazione, perché mi ha ricordato che ogni persona è figlia del suo tempo. Se noi bramavamo le Nike all’ultimo grido e l’orecchino o usavamo il Tamagotchi e lo yo-yo con la frizione per fare i galli con gli amichetti, Davidino oggi fa la gara con i compagni per stabilire chi appare più cool sui campi di battaglia del momento.

Senza volermi addentrare in questioni morali o educative  circa l’utilizzo degli shop in game, lungi da me qualsiasi parvenza di critica al suddetto titolo: semplicemente, il botta e risposta natalizio tra congiunti di secondo grado mi ha rammentato come l’universo multigiocatore sia un ambiente in perpetua espansione che, nonostante talvolta il parental control e i genitori vestano i panni dei buttafuori, finisce per inglobare tutto e tutti senza fare la selezione all’ingresso: hai il gioco? Hai la connessione? Puoi entrare. Avanti il prossimo.

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