Il titolo potrebbe fuorviare. Ciò che è successo a Martha is Dead non ci spinge a riflettere sul fatto che la censura possa sussistere o meno, la sua esistenza fa sempre male ma è talvolta necessaria. Qui ci si addentra nella difficilissima misura in cui un intervento censorio è d’obbligo, tenendo presente ciò che nel bene e nel male è stato già sdoganato al cinema, in TV e nei videogiochi, che in un sol colpo hanno il dono e fardello dell’interattività. NB: non ho citato i fumetti perché hanno già superato questa sorta di adolescenza espressiva, più tardi ma in modo simile alla letteratura, lungo i decenni e con naturalezza.
Dalle parti di TGM abbiamo un’idea abbastanza precisa della sequenza di Martha is Dead che Sony ha deciso di modificare. O meglio, sulla quale ha imposto di eliminare l’interazione lasciando una sorta di spezzone filmico, una cutscene che non è stata progettata come tale. ‘Ah, bene, se la scena esiste ancora dove sta il problema?’. Quest’ultima è una domanda retorica che ho già sentito, e che tuttavia svilisce lo stesso concetto di retorica: per i videogiochi, le meccaniche d’interazione sono importanti come qualsiasi altro elemento, per cui la loro eliminazione equivale a censura.
NON SI TRATTA DI QUALCOSA DI INEVITABILE: ALTRI GIOCHI TUTT’ALTRO CHE SCONOSCIUTI NON RIFUGGONO CERTO DAL MOSTRARE ATTI BRUTALI
Non c’è molto altro d’aggiungere, se non ricordarvi che il gioco è disponibile nella sua forma intonsa su PC e console Xbox. E badate bene: nessuno a TGM vuole stigmatizzare Sony in modo perentorio o eccessivo. Da giornalisti e critici del videoludo di lunghissima esperienza li invitiamo semplicemente a riflettere. Il recinto ora è pericolosamente stretto, e ci avete infilato il cavallo sbagliato.