Di solito gli editoriali sono quegli spazi virtuali dove poter dar vita e forma a un pensiero, il più delle volte con fini prettamente personali e magari sondare il terreno per trovare qualcuno con cui condividere un feticcio o considerazioni sparse su un titolo o quell’altro. Nelle ultime settimane, con l’uscita di GhostWire: Tokyo è tornata in auge la diatriba delicatissima che coinvolge chiacchiere prolisse sul ruolo della critica nel giudicare (che non sempre è sinonimo di “consigliare”) un gioco, magari elargendo una valutazione molto severa, per poi trovare il responso del pubblico sempre più positivo e leggero.
Tolto qualche piccolo caso sporadico, l’accoglienza della nuova creatura della casa di Shinji Mikami non ha avuto esiti molto calorosi, eppure come successo già in altri casi il pubblico sul web non perde occasione per lodare il gioco, pur sottolineando le diverse criticità, ma ecco che entriamo in quello spazio grigio di giochi considerati brutti, non riusciti, eppure in qualche modo incredibilmente divertenti.
La memoria volge a Mad Max, titolo tacciato di estrema ripetitività (e dentro per ovvi motivi ci mettiamo anche il franchise di Just Cause), con la critica apparsa mediamente freddina, e il pubblico che non ha mai nascosto di essersi divertito tantissimo, non rientrando nella stessa linea di giudizio. Anche Minecraft e altri giochi di successo mondiale vengono facilmente bollati come manchevoli di qualcosa, eppure la mole di utenza che si diverte, consapevole della stessa natura del titolo, smacchia il gioco facendolo brillare nella considerazione generale.
Ora, il punto non è dunque quello di rivalutare alcuni giochi che in passato hanno ricevuto una critica o una recensione mediocre, tant’è che personalmente mai penserei di parlar bene di, proprio per prendere un esempio sull’assurdo, Zero Comico, un quasi semi sconosciuto gioco per PC di Aldo, Giovanni e Giacomo. Chi lo ha giocato lo ricorderà, per tutti gli altri si recuperano facili i video su YouTube; parliamo di un gioco terribile, sotto ogni aspetto, infarcito anche di quei tediosi bug che nessuno ha mai pensato di risolvere del tutto; eppure è qualcosa che, non lo nascondo, nei momenti morti rievoco sempre con gioia, giacché nella sua totale ilarità (e bruttezza) mi diverte ancora tantissimo, perché sì, sono uno dei possessori su supporto CD-Rom di questa prelibatezza, comprato proprio al momento dell’uscita (in edicola) anni e anni or sono. Quanto varrà su eBay?
avete anche voi dei giochi universalmente riconosciuti come brutti, ma che vi divertono da morire?
Un po’ come fare la lista dei film del cuore, a cui si è legati per qualche motivo in particolare. Sicuramente tra questi compare anche un film palesemente brutto, e lo stesso capita con i videogiochi. L’espandersi del web, poi, ha dato possibilità di assorbire meglio i pareri altrui, motivo per cui le mie più di 140 ore su The Phantom Pain da molti sono viste come un totale spreco di ore (solo perché non hanno mai visto la somma delle ore di gioco su Destiny e Destiny 2). All’epoca ho scoperto con rammarico che, forse per le vicissitudini tra Konami e Kojima o forse per chissà quali altri fattori, The Phantom Pain è considerato uno dei capitoli peggiori del franchise. Potrà pure essere così, ma a me ha divertito da morire.
Poi capita anche che il tempo riesca a rivendicare alcuni giudizi e, per esperienza personale, ricordo quando ho difeso per anni a spada tratta Final Fantasy XII, per poi trovarmi quasi quindici anni dopo la lussuosa The Zodiac Age tra le mani. Stai a vedere che forse quel gioco non era poi così brutto come dettato da molti e che aveva molti assi nella sua manica, tanto da sopravvivere per anni? Insomma, ci siamo capiti e dunque, come accennato all’inizio, volgo il mio pensiero al web e a ogni lettore: avete dei giochi comunemente riconosciuti come brutti, ma che vi divertono da morire, tanto da non farvi vergognare nel dirlo ai quattro venti? Valgono risposte anche come Umbrella Corps.